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Borghi Fedrinando – Presidente del Collegio dei Provibiri dell’ENS

Ad integrazione del nobile scritto della nota articolista milanese, che partecipa attivamente nel mondo di informazione dei silenti. Ebbi la fortuna di conoscere il Sig. Borghi e la sua squisita personalità, nato a Cantù (Como) nel 1922, da quando facevo parte con lui nel Collegio dei probiviri dell’Ente dal 1991 al 1995. In questo periodo, veramente difficile per il delicato compito del medesimo Collegio, seppe guidarlo con “fermezza, saggezza e prudenza” assieme all’altro Probiviro siciliano Niccolò Coglitore, suo vecchio amico, già nella Pace del Signore. Ammirai molto il lavoro dei miei colleghi scomparsi Borghi e Coglitore, oltre al dovere, la loro serena allegria, bonarietà, amabilità.

Ferdinando Borghi
Ferdinando Borghi

Il Borghi fu considerato uno dei primi attivisti della comunità sorda conosca ed, in particolare, era presente sia allo storico Congresso di Milano nel 1946, nel quale si suggellò definitivamente l’unità dei sordomuti nell’unica associazione riconosciuta dallo Stato, sia nel 1958 alla 1^ Assemblea Generale dei Soci dell’ENS ad Assisi, dove si formò il primo organo sociale dell’Ente. Fu per 28 anni Presidente della Sezione Provinciale ENS di Como, ebbe anche la responsabilità dei vari gruppi in seno a detta Sezione (Culturale, sportivo, sociale, ecc.) ai quali si dedicò disinteressatamente per i sordi.

“E’ mancato un altro dei nostri fratelli maggiori. E ci è mancato un amico, un compagno… un eletto.
Ripasso come vorrei la cara figura di lui, di Ferdinando Borghi che abbiamo accompagnato alla sepoltura sabato 21 marzo 1998. E vorrei descriverlo come l’abbiamo sempre visto, rivisto, tenuto caro; prezioso ed affermato perfino in seno al nostro Ente Nazionale quale Presidente della Sezione di Como.
Un ruolo di vent’anni rigonfio di capacità, di rettitudine, di spirito di dedizione, ma anche di severa comprensione se qualcosa e qualcuno deviavano nella sua Sezione e si ritorceva sulla sua pelle. In occasione sapeva mettere in luce la sua personalità ricettiva e raffinata di uomo cosciente e formato nella direzione di dover uscire dall’handicap sensoriale per poter arricchire il suo spirito e servire meglio i fratelli.
Ultimamente era Presidente dei probiviri con la sua sola regola: credere ed affermare coinvolto senza riserve. Con l’altro probiviro anch’esso da poco scomparso: il Cav. Ivano Moroni. Sempre sullo stesso treno, verso lo stesso percorso.
Nando l’avevo conosciuto in tempi migliori in cui, appariva festoso, disponibile con la sua macchina, compagno alle tavolate dei tanti amici, anche lontani dalla sua città, alle volte con accanto, anche gli Educatori che onorava sempre con riconoscenza.
Ultimamente mi era dato di incontrarlo così malandato negli Ospedali di Varese, di Como e di Cantù. Ma intatta permaneva la sua speranza di farcela ancora. Caro Nando!.
Un riconoscimento particolare te lo dobbiamo dare. Ci sei sempre stato vicino ed amico. Sei sempre stato lesto a cogliere le nostre pene, a inquadrarle e a saperci confortare. Ma poco ha influenzato la tua opera nascosta in mezzo a noi. Che cosa è stato fatto e che cosa invece non è stato sfruttato nel tuo continuo e persistente lavoro di quando i tanti fratelli venivano a casa tua per avere lumi. Tanto interessante vedere fino a che punto si può, oggi. Parlare di “semplice lavoro”, il tuo?.
Esso ti esauriva, ma ti trasformava. Eri importante soprattutto qui perché questo tuo umile lavoro fatto con amore, traduceva la tua generosa dedizione. E ti dava grandezza.
Nando, ci lasci il rimpianto di averti perduto e di non averti onorato abbastanza come meritavi…” da Giuseppina Pogliani Pessina, La Settimana del Sordo, n. 5 del 1998.

ps012 (1998)

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