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Coppin Giuseppe – Un grande amico se n’ è andato

Giuseppe Coppin nato a Milano il 5.2.1919 è improvvisamente deceduto all’ ospedale di Rho (Milano) il giorno 11.10.1993.
Ha frequentato l’Istituto Statale per sordi di Milano che fu poi trasferito nel nuovo palazzo di Piazzale Arduino voluto da suo padre l’Avv. Guido Coppin che quale Presidente dello stesso istituto seppe dare ai sordi milanesi il suo lavoro, la sua opera grande e disinteressata. Fu un valente giocatore di calcio, nel momento glorioso della “Silenziosa” di Milano, assieme a Mazzoli, Minari, Cavalli, Mirto, Jacobini, Mazzilli, Moroni, Gasparini, ecc. quando in quei tempi la squadra era molto temuta anche da squadre di udenti.

Giuseppe Coppin
Giuseppe Coppin

Ricoprì in seguito la carica di Presidente e ultimamente era Presidente onorario della “Silenziosa. Lavorò per 27 anni al Corriere della Sera. Ebbe stima ed affetto dei superiori e colleghi per la sua disponibilità e bravura nell’esercizio delle sue mansioni. La Scuola di Fotoincisione dell’E.N.S. a Milano da lui voluta e di cui fu valente Direttore è un’altra prova della sua capacità brillante, perché oltre a dare un diploma ai giovani sordi, sapeva poi attraverso le sue amicizie e conoscenze collocarli al lavoro con una posizione adeguata alle capacità acquisite.
Valente pittore vince parecchi premi a mostre e concorsi pubblici. Poi il pensionamento e la libertà di poter fare quello e quanto desiderava. Così lo vediamo docente ai primi corsi per la formazione delle interpreti all’E.N.S. di Milano e in seguito la spola continua nei giorni stabiliti alla Scuola Vigili Urbani, Poliziotti, Carabinieri, nonché agli allievi del Corso Infermieri dell’Ospedale S. Raffaele di Milano, insegnando loro come si fa a parlare con i sordi e capirli nel caso di un’eventuale incontro con loro, durante il lavoro. Aiutava gli anziani con disinteresse sorprendente portandoli con la sua macchina dove desideravano andare, onde evitare a loro strade lunghe e faticose. E quando il Presidente Invernizzi chiese aiuto a lui praticissimo per l’impaginazione del nuovo “bollettino milanese” il suo “si” fu disinteressato, pronto e cordiale. Per tutto questo ebbe il titolo di “Cavaliere della Repubblica Italiana” e più di lui ne furono felici i sordi di Milano, perché era una onorificenza meritata. Ora se n’è andato. Alla Signora Anna, ai figli Giorgio e Mariapia diciamo all’unisono che il loro marito e padre, rimarrà nel cuore di tutti i sordi italiani oggi, domani, sempre.

ps029 (1993)

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