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Vittorio Ieralla. Grande Presidente ENS.

La mattina di domenica 25 luglio 1982 doveva riservare a tutti i Sordi italiani la più dolorosa e inattesa delle notizie. Durante la notte era morto, colpito da improvviso malore, forse nel sonno, il Presidente dell’Ente Nazionale Sordomuti (ENS).

La ferale notizia ha percorso rapidamente tutto il mondo silenzioso e ha gettato nella costernazione le decine di migliaia di sordi, e i loro familiari, amici e collaboratori, abituati da decenni alla guida illuminata e sapiente del Presidente Ieralla, nelle dure lotte e nella vasta attività associativa e sociale per i problemi della sordità.

La morte ha colpito il Presidente Nazionale dell’ENS in una stanza di albergo, mentre si trovava a Pordenone per partecipare ad un’importante manifestazione internazionale dei sordomuti. Lo ha colto praticamente sulla breccia, come succede il più delle volte a coloro che per l’intera esistenza non si sono mai fermati e mai stancati di lavorare e di sacrificarsi per la causa nella quale hanno creduto con tutte le loro forze.

Erano non meno di sessanta anni che Vittorio Ieralla si batteva giorno per giorno per la causa dei fratelli del silenzio e più gli anni passavano e più crescevano i suoi impegni, i suoi incarichi, le sue responsabilità, la sua attività, la mole di lavoro spesso schiacciante ma da lui sempre affrontata e smaltita con tenacia adamantina, senza mai scoraggiarsi ed arrendersi, neppure di fronte ad ostilità, avversità ed ostacoli enormi, che sembravano insormontabili e che avrebbero scoraggiato qualsiasi altro al suo posto e nelle sue condizioni.

Vittorio Ieralla era nato a Trieste il 3 agosto 1903. Divenne sordo all’età di tre anni in seguito ad una meningite che lesionò gravemente e in modo purtroppo irreparabile gli organi uditivi. Se fu irreparabile la sordità che lo colpì in cosi tenera età, non lo furono i danni che si profilavano nella sua educazione e nella sua crescita umana e intellettuale. E ciò grazie all’acuta intuizione della madre che capì subito le gravi conseguenze della sordità infantile e i rimedi a cui bisognava prontamente ricorrere per ridurre al minimo dette conseguenze. Infatti non si perde d’animo e, fatte immediatamente le opportune ricerche, ricorse subito all’opera dei migliori esperti dell’epoca nel campo dell’educazione dei sordi, non solo, ma essa stessa – che rimase vedova ancor giovane – aiutata dalle figlie maggiori si prendeva cura della rieducazione verbale del piccolo, della sua istruzione e della sua crescita sana ed equilibrata nonostante la grave minorazione.

Ben presto, il giovane Vittorio Ieralla, che studiò si costruì quanto allora era possibile ad un sordo grave, si impegnò nell’associazione dei sordi della sua città, la “San Giusto”, alla quale era rimasto profondamente legato fino alla fine.

Compiuti gli studi, si occupò presso l’Amministrazione provinciale di Trieste, dove rimase per tanti anni, fino alla pensione divenendo stimatissimo funzionario amministrativo, e nel contempo ricoprendo importanti cariche associative e lavorando instancabilmente per la causa dei sordi.

Nel pieno vigore dei suoi anni e della sua attività associativa alla “San Giusto”, conobbe la giovane e intelligente consocia Livia Staffieri che divenne sua sposa e gli stette a fianco per lunghi decenni dandogli l’appoggio di una silenziosa e nascosta, ma forte compagnia, che lo aiutò specialmente nei periodi più duri.

La perdita dell’amatissima sposa, che morì nel 1973 dopo una dolorosa malattia, fu un colpo gravissimo per lui che si era sempre nutrito dei più alti ideali e dei più puri affetti. Ma gli restavano, fortunatamente, oltre alle anziane sorelle, la figlia, Marilì, e le due adorate nipotine.
Vittorio Ieralla, insieme con Antonio Magarotto che ne fu il fondatore e il principale artefice, è stato uno dei primi pionieri dell’ENS.

Egli fu sempre, fin dall’inizio, fra i maggiori esponenti dell’ENS, innanzitutto come membro di quella “Commissione dei dieci” che dopo il Raduno di Padova elaborò e portò avanti il progetto organizzativo e normativo del nuovo Ente associativo nazionale che pian piano venne articolato in tutte le regioni e province italiane.

Succedendo al professor Carlo Comitti, altro noto e benemerito esponente della promozione dell’ENS, Vittorio Ieralla, nel 1950 fu nominato Commissario Governativo dell’ENS e poi, nel 1958, primo Presidente Nazionale eletto democraticamente in base agli statuti finalmente perfezionati e approvati.

Da allora, il Presidente Ieralla, come si è detto, è stato sempre democraticamente, ma quasi unanimemente rieletto ad ogni scadenza di mandato, fino all’ultimo Congresso nazionale dei soci dell’ENS che si è svolto ad Abano Terme nel giugno scorso e che ha visto ancora una volta Vittorio Ieralla eletto Presidente dell’ENS a stragrande maggioranza di voti. Questa, in breve, la biografia dello scomparso, che coincide con la cronistoria dell’ENS. Ma ciò che più conta è quel che l’ENS ha realizzato sotto la presidenza di Vittorio Ieralla e la direzione generale di Cesare Magarotto, figlio di Antonio.

Vittorio Ieralla, affiancato da Cesare Magarotto e da tanti atri validi pionieri e collaboratori, come Francesco Rubino, ha realizzato, insieme con loro, tramite la grande forza associativa e morale dell’ENS, l’elevazione umana e civile dei sordomuti italiani e il loro inserimento culturale e sociale.

Ed ecco che ritornano alla mente le dure battaglie contro l’analfabetismo che affliggeva e mortificava la stragrande maggioranza dei sordomuti specialmente del sud. I corsi di alfabetizzazione e di licenza elementare. I corsi CRACIS in tutte le sezioni provinciali dell’ENS. La grande rilevazione statistica sul sordomutismo e le condizioni dei sordi italiani. Il reperimento capillare e faticoso dell’infanzia e della gioventù sorda da avviare agli studi di rieducazione.

Le scuole materne, elementari, professionali, medie e superiori, istituite e gestite dall’ENS di Roma, di Padova, ecc., dove migliaia di giovani sordi si sono istruiti culturalmente e professionalmente inserendosi poi nella società e nel lavoro qualificato.

Le migliaia di sordomuti poveri, inabili, anziani, pluriminorati, assistiti e ridati a una gioia, sia pur modesta, di vivere. Le leggi sul collocamento obbligatorio al lavoro, in virtù delle quali sono stati sistemati migliaia di sordomuti. L’assegno mensile di assistenza, o pensione speciale, per quanti non superano determinati introiti. L’assistenza artigianale. L’assistenza medica. L’attività culturale, ricreativa e sportiva in tutte le sezioni dell’ENS. I grandi Sport silenziosi, organizzati dalla FSSI collegata al CONI. Tutte queste cose, insieme con tante altre che qui sarebbe troppo lungo enumerare, durante i 24 anni di presidenza di Vittorio Ieralla, dopo quelli della sua gestione commissariale, hanno trasformato radicalmente le condizioni umane e sociali dei sordi, che da uno stato di totale emarginazione sono stati portati quanto meno ad un livello degno di esseri umani e di cittadini come gli altri.

Non per nulla il Gallaudet College di Washington gli concesse, la laurea Honoris Causa in Legge.

Un lavoratore così tenace e instancabile, non poteva che morire sulla breccia, come è successo. Aveva sempre fatto da solo tutte le sue cose e quelle del suo ufficio, senza mai disturbare nessuno più di tanto. Era corso dappertutto, si era adattato dovunque e comunque. Fino all’ultimo giorno si era dato da fare, spingendosi su fino a Pordenone, semplice, sorridente e spigliato, come sempre.

È morto all’alba, nella Sua terra, in un gran silenzio, senza disturbare nessuno come sempre.
Fonte: G.R. da La Settimana del Sordo, il 15 agosto 1982.

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