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Abrogazione dell’ingiusto Codice Civile nei confronti dei Sordi dalla nascita (Newsletter della Storia dei Sordi n. 243 del 10 maggio 2007)

È molto importante per tutti i Sordi, che ricordano ancora quanto è successo e quello che ricorderanno, sfogliando un vecchio articolo di Giuseppe Enrico Prestini (1) pubblicato nel dicembre 1938 su «La voce del Sordomuto», fondato e diretto da Vittorio Ieralla, «Parce Sepulto! La fine di una grande ingiustizia».
Infatti con decreto 12 dicembre 1938, predisposto dal  Ministero di Grazia e Giustizia On.le Arrigo Solmi, venne approvato il primo libro della riforma dei codici civili e sottoposto alla firma del Capo del Governo (Mussolini) e poi il Re d’Italia (Vittorio Emanuele III) lo promulgò.
La gioia dei Sordi italiani per l’abrogazione delle ingiuste norme che si protraevano fin dagli editti romani fu incontenibile: infatti fino ad allora tutte le leggi  condannavano sempre il sordomuto dalla nascita ad essere escluso dalla partecipazione alla vita civile in quanto considerato «inabilitato» come scritto all’art. 340 del vecchio codice «il sordomuto e il cieco dalla nascita giunti all’età maggiore, si reputeranno inabiliti di diritto, eccetto che il tribunale li abbia dichiarati abili a provvedere alle cose proprie»  approvato dal R.D. 25.6.1865 e promulgato a Firenze allora Capitale d’Italia.

Questa vittoria era il frutto delle lunghe battaglie dei sordomuti, attraverso le numerose tesi preparate dai noti sordi attraverso diversi contatti con le autorità del governo fascista On. Rocco, On. Grandi, On. Bodrero ecc., dall’inizio del primo convegno a Genova del 1920 e successivi convegni organizzati dalla Federazione italiana delle associazioni dei sordomuti e altrettanti diretti dall’Unione sordomuti nonostante le due associazioni non avessero mai buoni rapporti.

L’energica protesta contro il vecchio codice era stata coordinata dal noto educatore dei sordi prof. Giulio Ferreri, direttore dell’Istituto Statale di Milano che scrisse numerose opere a favore dei sordi adulti, in particolare dei sordomuti storici Giuseppe Enrico Prestini, Cesare Silvestri, Giuseppe Granaglia, Leopoldo Sebasti, Giovanni De Carlis, Vittorio Ieralla ed altri.

Furono scritte numerose relazioni sulla capacità del sordomuto «dalla nascita» (2) nel periodo dal 1920 al 1930, nonché Antonio Magarotto per la concreta dimostrazione delle loro capacità, fondò a proprie spese nel 1933 la scuola  grafica per sordomuti e colloca una trentina di sordomuti veneti in grosse aziende, nonostante le norme governative, ai fini assicurativi, proibissero impieghi nelle grosse aziende (3).

Grazie a loro alle lunghissime contestazioni, manifestazione e dimostrazioni comprovate per la liberazione del sordo dalla schiavitù delle norme giuridiche che lo escludevano, finalmente il nuovo codice sostituisce con l’art. 415 «… possono infine essere inabilitati i sordomuti e ciechi dalla nascita che non abbiano ricevuto una rieducazione sufficiente».

E’ questo il «fatto » più importante nella Storia dei Sordi sia sul piano politico  che sul piano morale. Per concludere l’Ente Nazionale Sordomuti, sorto per opera di A. Magarotto, è uno dei frutti dell’abrogazione del codice ci vile, in quando il sordo può autogestirsi, così come stabilito dalla commissione Giustizia del Senato della repubblica (4) in esame del riconoscimento legislativo su detto.

I silenti italiani oggi trovano ottime  condizioni rispetto a quelle dell’epoca. Non potremmo vivere assolutamente come oggi se non fossero state fatte queste lotte per la dignità e il diritto del Sordo. Quindi non dobbiamo dimenticare per nessuna ragione che siamo verso il 70° anniversario (2008) dell’abrogazione della ingiusta legge  nei confronti dei sordomuti.

E’ questo il primo passo del nostro lungo cammino verso le conquiste sociali per opera dei sordi (riconoscimento legislativo dell’Ente, istituzione della Scuola media e superiore, collocamento obbligatorio al lavoro dei sordi provvidenze economiche, pensioni ed indennità) ed altre normative privilegiate.

I sordi dell’epoca che stanno nei cieli ci aiutino a mantenere e consolidare le storiche conquiste. Dobbiamo tenere al di sopra di tutto e di tutti l’unità dei sordi italiani, sempre più che mai, per salvaguardare lo spirito e la volontà dei nostri pionieri e per il bene dei silenziosi d’Italia altrimenti si rischia di «declassificare al minimo» come ai vecchi tempi rispetto alle altre categorie perché siamo veramente un piccolo mondo.

Per una maggiore conoscenza di quanto detto esiste l’opuscoletto n. 43 di «materiali informativi» che raccoglie alcuni documenti riguardanti il famigerato codice civile, pubblicato nel 1993 a cura del servizio documentazione non udenti su «il codice civile e i non udenti» di Franco Zatini.

Note:
1) Giuseppe Enrico Prestini fu Presidente dell’Associazione Cardano di Milano dal 1914 e della Federazione Italiana delle Società di Mutuo Soccorso fra Sordomuti. Uno dei pionieri più noti del “Sordomutismo italiano”.
2) E’ molto importante distinguere quando detto “nato sordo” e “diventato sordo rispetto alle fasce dell’età evolutiva” perché non sono assolutamente uguali nelle caratteristiche del sordomutismo.
3) L’Opera Silente, 1938
4) Dagli Atti del Senato del 17 aprile 1942.

Franco Zatini nw243


Newsletter della Storia dei Sordi n. 243 del 10 maggio 2007

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