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Assistenti di comunicazione” a scuola per i bambini sordi (Newsletter della Storia dei Sordi n. 444 dell’ 11 marzo 2008)

Assistenti di comunicazione a scuola per i bambini sordi. Un progetto di collaborazione tra l’Ente Nazionale Sordi e la Provincia di Roma asssicura un servizio permanente a circa 520 bambini in 180 diversi istituti: dal nido alle superiori. 230 soltanto presso l’Istituto statale d’istruzione specializzata per sordi “Magarotto”

ROMA – L’inserimento scolastico degli alunni sordi favorito dalla figura dell’assistente alla comunicazione, specificamente formato per le difficoltà delle persone non udenti, è stato il tema del convegno “Comunicazione: una scuola di integrazione. L’integrazione scolastica nella Provincia di Roma” che si è svolto sabato scorso nella capitale presso il Centro Congressi S. Lucia. L’iniziativa promossa dall’Ente Nazionale Sordi – Sezione Provinciale di Roma, ha costituito l’occasione per fare il punto su un’attività, avviata per 6 bambini nel 1999 che è stata allargata a 20 nel 2001, a 60 nel 2002, estesa a 120 alunni nel 2003 e attraverso il confronto e la collaborazione tra l’Ens e la Provincia di Roma in questi ultimi 4 anni è diventato un servizio permanente per circa 520 bambini in 180 diversi istituti. Dal nido alle superiori, con prevalenza nella fascia d’età che riguarda le elementari e medie, sono attualmente 290 i bambini e gli studenti, che ciascuno per 17 ore settimanali usufruiscono del servizio nelle scuole pubbliche di Roma e Provincia. Inoltre, altri 230 ne beneficiano presso l’Istituto Statale d’Istruzione Specializzata per Sordi “Magarotto” di Roma. La strutturazione dell’attività ha consentito un parziale consolidamento della posizione lavorativa degli operatori. Dopo una fase iniziale di assoluto precariato, infatti, gli Assistenti alla Comunicazione coinvolti nel progetto sono oggi inseriti in un contratto nazionale a tempo determinato.

“Il progetto di Assistente alla Comunicazione per sordi realizzato nelle scuole della provincia di Roma grazie alla collaborazione tra l’Ens e l’Assessorato alle Politiche sociali è un modello per l’Italia – ha sottolineato Ida Collu, presidente nazionale dell’Ens – attraverso l’uso della lingua italiana dei segni, del bilinguismo e anche dell’oralismo, lo scopo è di dare agli alunni sordi un ponte comunicativo in grado di facilitare l’apprendimento e l’inserimento con i compagni. L’obiettivo, infatti, è quello di favorire un percorso scolastico adatto ai bambini per avviare un progetto di integrazione nella vita che porterà beneficio a loro ma anche all’intera società. Questi ragazzi diventeranno adulti più autonomi e per loro diminuiranno i costi collettivi di assistenza e cure”. “Fino a 4 anni fa c’era una situazione grave per gli operatori – ha spiegato Agostino Rifici, vicepresidente dell’Ens sezione di Roma – Gli Assistenti alla Comunicazione operavano in condizioni di assoluta precarietà, con contratti rinnovati di mese in mese, con il pagamento spesso ritardato degli stipendi. In questi anni abbiamo lavorato per soddisfare le esigenze di ogni ragazzo sordo e siamo stati in grado di dare una risposta che ha migliorato la qualità e l’efficienza del servizio passando soprattutto dal riconoscimento della professionalità degli operatori. Abbiamo fatto molto ma bisogna continuare a migliorare le condizioni di lavoro degli assistenti alla comunicazione, molti di loro infatti sono costretti ad abbandonare perché è ancora una professione che non consente di mantenersi”.

“Il lavoro di questi anni è stato incentrato sugli interessi delle persone sorde e sulla qualità del servizio da erogare ai ragazzi – ha sottolineato Claudio Cecchini, Assessore uscente alle Politiche Sociali e della Famiglia della Provincia di Roma – Dalle poche unità dei primi anni 2000 ci sono oggi 180 assistenti alla comunicazione per sordi che lavorano in altrettanti istituti scolastici e questo a fronte di un investimento da parte della provincia che negli ultimi 4 anni è passato da poche migliaia di euro a 2.400.000 euro. In mancanza di una normativa nazionale bisogna ora sollecitare la Regione Lazio all’approvazione di una legge che dia dignità al ruolo dell’assistente alla comunicazione”.”Nei primi anni, anche per mancanza di organizzazione istituzionale, non c’era la possibilità di stanziare fondi specifici e gli Assistenti alla Comunicazione per sordi non avevano contratto erano liberi professionisti con pagamenti posticipati e ritardati – ha spiegato Alessandro De Luca, responsabile per l’Ens Roma del Servizio – Poi il numero degli operatori è cresciuto e con l’impegno dell’Assessore Cecchini al reperimento dei fondi necessari, nell’anno scolastico 2004-5 l’Ens Roma ha potuto realizzare il primo contratto a progetto. Nel 2005 c’è stato il primo bando, vinto dall’Ens, che ha comportato che la Provincia avesse già stanziato specifici fondi per il servizio. In collaborazione con la Cgil fu deciso di applicare agli Assistenti alla Comunicazione il contratto collettivo nazionale delle cooperative sociali a tempo determinato. Questo è stato il punto di svolta che ha garantito agli operatori uno stipendio regolare, il pagamento dei contributi e tutele come la malattia, le ferie, la maternità. Il servizio, che a Roma ha nella Provincia l’unico referente per tutti i gradi d’istruzione (cosa che non sempre avviene nel resto del Paese) attualmente copre tutte le richieste pervenute ed è anche in grado di inviare un supplente in caso di assenza dell’Assistente. Per migliorare la qualità e l’efficacia del progetto è auspicabile l’aumento, sia delle ore di presenza a scuola per il momento 17 a fronte di un orario scolastico che arriva anche a 40 ore settimanali, sia della retribuzione netta per l’operatore che è diminuita per i costi del contratto”. (Francesca Mezzelani)

(4 marzo 2008 superabile.it) – nw444


Newsletter della Storia dei Sordi n. 444  dell’ 11 marzo 2008

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