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La volta di Amplifon: cambia il modo di vivere e riscoprire i suoni (Newsletter della Storia dei Sordi n. 525 del 24 giugno 2008)

L’azienda italiana leader nel mondo dei sistemi uditivi si trasforma e introduce un nuovo approccio per prendersi cura dell’udito. La svolta di Amplifon: cambia il modo di vivere e riscoprire i suoni.

Dal design del negozio alla qualità dei servizi, dall’accoglienza alle tecnologie più avanzate, Amplifon propone una “Store Experience” tutta da vivere e sentire

24 giugno 2008 – Fatevi questa domanda: quanti di voi, all’età di 58 anni, avrebbero ancora voglia di rinnovarsi, rimettersi in gioco, guardare avanti per non farsi cogliere impreparati e anzi anticipare il futuro? Senza per giunta che nulla vi obblighi a farlo, essendo già leader del vostro settore. Pochi, pochissimi lo farebbero, forse nessuno.
Amplifon, nata nel 1950, è leader mondiale nella distribuzione di sistemi uditivi (gli apparecchi acustici) e nella loro personalizzazione alle esigenze di coloro che soffrono di ipoacusia, il calo dell’udito. Eppure ha deciso di cambiare. Nel look dei suoi punti vendita e delle sue soluzioni uditive, nell’approccio alla cura, all’assistenza e ai servizi offerti ai suoi clienti in tutto il mondo.
E lo fa a Verona, con l’inaugurazione del nuovo negozio in occasione della quale organizza il “Concerto d’estate. Diamo vita ai suoni” presso il Teatro Filarmonico con il patrocinio del Comune di Verona e di Telefono Azzurro.
La rivoluzione è appena cominciata. Come sottolinea Franco Moscetti, Amministratore Delegato del Gruppo Amplifon “I nostri concorrenti saranno obbligati a seguirci. Del resto, è un po’ il nostro destino da sempre: dalla nostra nascita, 58 anni fa, a oggi è sempre stato così, noi avanti a illustrare la via maestra in questo campo, gli altri a inseguire. È il compito dei leader: percorrere strade prima degli altri” – continua Moscetti “La nostra battaglia sarà vinta quando riusciremo a convincere il cliente che la sua difficoltà psicologica a mostrare ad altri un problema d’udito non ha più ragion d’essere”.
Gli ingredienti del cambiamento?
Emozione: Amplifon “Store Experiece”
Amplifon mette il cliente al centro dei suoi servizi proponendogli un’esperienza ricca e positiva dove il negozio non è più un ambiente anonimo, spartano e freddo, ma è un momento emozionale, accogliente come deve essere la tappa di arrivo del lungo processo di maturazione che porta alla ricerca di una soluzione uditiva, un luogo dove la marca Amplifon e la professionalità dei suoi esperti dialogano in modo coerente, rafforzandosi vicendevolmente.
“Ultimamente per il nostro marchio è stato studiato ed affermato a livello mondiale un unico payoff “Bringing sound to life” – racconta Haluk Terzioglu, Chief Marketing Executive di Amplifon, responsabile del progetto – E il negozio è espressione del marchio, la sua anima, lo spazio in cui vive. Nel negozio si deve ricevere un’accoglienza e un’attenzione tali da sentirsi a proprio agio –  si deve parlare di un problema serio con semplicità in quanto la soluzione c’è e i professionisti di Amplifon sanno trovarla. Entrare in un negozio non si deve più fare controvoglia e il negozio non deve più essere visto come un ambulatorio, ma – continua Terzioglu – deve offrire il miglior prodotto adatto alla propria esigenza, insieme all’esperienza dell’audioprotesista, forte della sua continua formazione sia tecnica che relazionale”.
Come confermano le ricerche, il nuovo negozio Amplifon è ora il luogo in cui il cliente non è piu’ trattato da paziente, ma diventa una persona da servire in base alle sue esigenze, che si sente ascoltato e a proprio agio.
Anche l’audioprotesista che, pur rimanendo il riferimento principale per il cliente nelle attività specialistiche, viene affiancato da una nuova figura, il “client manager” che svolge attività di cura del cliente a 360 gradi (informazione, accoglienza, vendita accessori, prima assistenza, attività di post sales, etc) acquisendo un ruolo chiave nel servizio al cliente.

Il nuovo “concept store”, di cui quello inaugurato oggi a Verona rappresenta il primo negozio pilota, è luminoso e confortevole, funzionale e moderno, piacevole e accogliente, come emerge dalle ricerche di mercato fatte sul consumatore. Ogni elemento, ogni spazio, è stato studiato per creare dei percorsi per il cliente e rispondere a diverse esigenze:
o dalla vetrina, trasparente ma discreta, per attrarre e informare, rispettando al tempo stesso la privacy e l’intimità di chi entra per trovare una soluzione al proprio deficit uditivo
o all’area education in cui vengono esposti i prodotti e descritti i 3 passi (incontrare, risolvere, gioire) per tornare finalmente a godere dell’udito ritrovato
o all’area retail in cui è esposta una vasta gamma di accessori che il cliente può liberamente provare e dove (nell’innovation wall) si trovano anche gli apparecchi acustici di ultima generazione
o all’ingresso, con una reception accogliente e confortevole assistita da personale qualificato
o alla “private area”, uno spazio più raccolto e dedicato per un primo screening e per completare il processo informativo una volta acquistato l’ apparecchio acustico (assistenza, garanzie, appuntamenti, etc.)
o alla “waiting room” per rilassarsi sorseggiando un caffè e attendendo di essere visitato dallo specialista, nelle apposite “solution room”
o e infine alle “solution room”, le stanze dove il cliente incontra l’esperto Amplifon e dove vengono svolti gli esami e i test tecnici per la scelta del prodotto più idoneo, con tecnologie e strumentazione qualificata e esclusiva come Amplifit®
Oltre all’organizzazione degli spazi, tutte le componenti dello store sono studiate nei minimi dettagli. Per esempio la pavimentazione: il parquet della zona d’ingresso, lascia il posto alla moquette nella “zona waiting”, più calda, accogliente e in grado di attutire i suoni. Stessa attenzione per le luci: da intensa nella zona d’ingresso, a soffusa e controllata nella “zona waiting” per conciliare il relax e smorzare l’ansia. In definitiva, “un’esperienza” esclusiva, tangibile e intangibile, razionale, ma anche emozionale.

Innovazione scientifica: Amplifit
E’ l’anima scientifica e tecnologica della rivoluzione Amplifon. Si chiama Amplifit® ed è un sistema ideato e utilizzato in esclusiva da Amplifon per individuare la soluzione più indicata e personalizzarla secondo le più infinitesimali esigenze del cliente. La sua nuova versione, Amplifit®New Generation, disponibile in anteprima presso lo store di Verona, spinge ancora più in là il livello già elevatissimo di prestazioni del sistema. Facendo risultare inesorabilmente datati tutti gli altri sistemi cui eravamo abituati. Il nuovo tool consente di simulare con la massima fedeltà scene di vita reale (a casa, al supermercato, a teatro e altro ancora), scelte personalmente dal cliente perché più vicine al suo vissuto. Di lì all’abbinamento con l’apparecchio acustico più adatto al singolo, per l’audioprotesista Amplifon il passo è breve e ultrasemplice.

Tecnologia all’avanguardia: Tek e Vibe
La tradizione consolidata Amplifon degli apparecchi acustici digitali si spinge all’estremo delle prestazioni. Nell’era del Bluetooth e del Wi-Fi, i vecchi dispositivi acustici diventano strumenti capaci di porsi al centro di un sistema multimediale che coinvolge tutti gli apparecchi hi-tech della nostra vita quotidiana: con un dispositivo come il nuovissimo Tek, per esempio, è possibile parlare al cellulare in sicurezza anche mentre si guida, ascoltare la musica dall’impianto stereo di casa o dall’iPod, seguire un programma alla Tv, direttamente dall’apparecchio acustico.
Tutto con un semplice tocco di polpastrello. E con una qualità sonora veramente elevata.
E la rivoluzione continua con Vibe, un gioiello di pochi grammi e millimetri che racchiude lo stato dell’arte della qualità audio, senza rinunciare allo stile. Dov’è scritto che chi ha problemi di udito non possa avere un suo gusto estetico, una passione per la moda, il piacere delle cose belle? Da nessuna parte.
Ecco perché Amplifon ha pensato anche a questo aspetto: basta con i dispositivi acustici del passato, largo ad apparecchi minuscoli, colorati e così “cool” da poter tranquillamente essere confusi con un orecchino trendy o il più sbarazzino dei piercing. Collocato nell’elice, la piega più esterna del padiglione auricolare, passa del tutto inosservato. A meno che non si voglia farlo notare: scegliendo, per esempio, le tinte più “cool” o “aggressive” tra le 19 a disposizione. E cambiandole ogni volta che si vuole, a seconda dell’abito o perfino dell’umore.

Amplifit ® New Generation
Nasce il nuovo sistema ideato da Amplifon per  l’applicazione protesica

Cos’è
Amplifit® è la metodologia ideata da Amplifon per la scelta, l’adattamento e la regolazione dell’apparecchio acustico. Sviluppato secondo le indicazioni della psicoacustica e con la collaborazione di centri universitari in Europa e negli Stati Uniti, Amplifit® rappresenta un decisivo passo avanti nell’accertamento delle necessità di ascolto e nell’applicazione e adattamento dell’apparecchio acustico.

Perché
– Per accertare le esigenze di ascolto dell’utente
– Per scegliere ed applicare l’apparecchio acustico più in linea con le proprie esigenze
– Per adattare e regolare l’apparecchio acustico secondo parametri personalizzati al 100%
– Per effettuare successive regolazioni dell’apparecchio acustico anche nel lungo periodo e massimizzare così l’efficacia e i benefici protesici

La svolta: Amplifit® si rinnova. Nasce Amplifit® New Generation
Nel 2006 Amplifon avvia un approfondito processo di ricerca a livello internazionale con l’intento di valutare la funzionalità di Amplifit® raccogliendo in modo sistematico il parere degli audioprotesisti, degli specialisti ORL e degli utenti finali.
Obiettivo: implementare il sistema per garantire standard qualitativi ancora più elevati.
Il processo di ricerca e sviluppo del nuovo applicativo ha visto una prima fase di interviste in Italia, Olanda, Francia, Germania e Svizzera a consumatori, ORL e audioprotesisti, per valutare il feed-back sull’attuale sistema e individuare eventuali opportunità di sviluppo e implementazione. Grazie a questa ricerca preliminare si è giunti all’identificazione di tre componenti chiave del sistema, suscettibili di miglioramento:
– il software, ovvero l’interfaccia del sistema
– l’hardware, ovvero le caratteristiche tecniche e funzionali del sistema
– lo space, ovvero lo spazio fisico all’interno del negozio dove Amplifit® si colloca

Si è successivamente lavorato su ogni singolo elemento creando: un nuovo software, decisamente più facile, intuitivo e flessibile, un nuovo sistema hardware, per implementare l’ascolto delle scene di vita reale (elemento chiave del sistema) e un nuovo spazio dedicato ad Amplifit® nella stanza dell’audioprotesista all’interno del negozio, rendendolo decisamente più funzionale e confortevole. Tutto ciò è stato ulteriormente testato in Francia, Italia e Olanda sui consumatori e gli audioprotesisti, in modo da verificarne la bontà ed il risultato è stato molto soddisfacente: pazienti e audiprotesisti sono concordi nel valutare positivamente il nuovo sistema Amplifit®.

Come funziona
Le implicazioni derivanti dal deficit uditivo sono diverse per ciascun individuo. C’è chi ha difficoltà a percepire i toni gravi e chi i toni acuti, chi non sente il trillo del telefono e chi non capisce le parole dei film in tv. Anche la soluzione è diversa per ognuno. Per questo, a differenza dei tradizionali esami audiometrici, che quantificano la perdita uditiva, Amplifit® presenta scene di vita reale, con filmati d’alta qualità (circa 30 secondi per ciascuna sequenza). La prova è molto coinvolgente e si svolge in modo interattivo, con paziente e audioprotesista seduti fianco a fianco.

Sul monitor di un computer vengono riprodotte scene di diverse situazioni (casa, svago, lavoro, trasporti, natura) per un totale di sei tipologie sonore (immagine 1):

1. Parlato in quiete
2. Parlato nel rumore
3. Parlato con riverbero
4. Suoni deboli
5. Suoni forti
6. Suoni musicali
EImmagine 1 – Esempio scena

Rispetto alla versione precedente del sistema che prevedeva una scelta tra decine di scene diverse, il nuovo applicativo è impostato invece su una selezione di 6 scene predefinite (immagine 2), per ognuna di queste categorie. Le scene sono state selezionate tra quelle indicate come più significative sia dagli audioprotesisti che dagli utenti. Il sistema è comunque altamente flessibile e consente all’audioprotesista di modificare la playlist, selezionando altre scene .
Amplifit® New Generation consente inoltre una migliore riproduzione acustica delle scene di vita reale: grazie ad un accurato lavoro da parte di tecnici e ingegneri del suono, è infatti stato migliorato l’hardware del sistema, in modo da rendere i suoni  ascoltati realistici.                                      Immagine 2 – Selezione scene

Al termine della prova il computer traccia un grafico dei dati, che viene memorizzato e costituisce il profilo uditivo del paziente. Rispetto alla versione precedente, Amplifit® New Generation presenta un layout grafico del profilo uditivo (immagine 3) di più facile ed immediata lettura soprattutto per l’utente finale.

Il profilo dell’utente è rappresentato graficamente dal tracciato evidenziato all’interno del cerchio, mentre il cerchio rappresenta l’udito di un soggetto normoudente.

Si ottiene così una rappresentazione molto intuitiva ed efficace dell’ udito del paziente a diretto confronto con l’udito normale.
Immagine 3 – Profilo uditivo

In base all’entità della perdita uditiva, il paziente può decidere insieme all’audiprotesista di procedere all’applicazione di un apparecchio acustico, scegliendo quello più adatto alle sue esigenze a seconda del profilo uditivo delineato con l’ausilio di Amplifit®.

Il nuovo sistema consente all’audioprotesista di visualizzare a fianco del profilo uditivo dell’utente, le categorie di apparecchi acustici disponibili e selezionare quella che ritiene più adatta a risolvere il deficit uditivo delineato grazie al test (immagine 4).
Immagine 4 – Schermata audioprotesista

Dopo aver applicato l’apparecchio acustico è previsto un periodo di acclimatazione, che può variare da soggetto a soggetto, al termine del quale il paziente torna al centro Amplifon per sottoporsi di nuovo al test Amplifit®. Il paziente stesso ha la possibilità di verificare, in prima persona, i propri risultati d’ascolto. Il nuovo applicativo consente di visualizzare in modo immediato in un’unica schermata i risultati di ogni singola sessione a cui si sottopone periodicamente il cliente.
Sia utente che audioprotesista possono così avere un’idea immediata di quali sono le aree dove il miglioramento è più evidente e quelle in cui invece è necessario intervenire in modo ancora più mirato (immagine 5).

Immagine 5 – Risultati assessment

Amplifit® New Generation consente di stampare al termine di ogni assessment la scheda clinica completa dell’utente, che può quindi portarla a casa con sé in modo da poter condividere con i suoi familiari e con il proprio specialista l’esito della prova.

I vantaggi
Rispetto ai tradizionali esami audiometrici e rispetto anche alla precedente versione del sistema, Amplifit® New Generation offre un approccio innovativo al processo di protesizzazione, garantendo sia all’audioprotesista che all’utente significativi vantaggi:
– Interattività: l’utente è parte attiva del processo di protesizzazione
– Personalizzazione: il nuovo sistema consente di simulare scene di vita reale scelte personalmente dal paziente perché più vicine al suo vissuto. Anche la successiva scelta e adattamento dell’apparecchio acustico sono personalizzati al 100% rispetto alle esigenze del paziente
– Flessibilità e facilità d’uso
– Mood più accattivante

Dove lo si trova
Il nuovo Amplifit® si trova attualmente solo presso la filiale Amplifon di Verona.
Successivamente è prevista l’implementazione presso le altre filiali Amplifon sul territorio.

Per ulteriori informazioni:
www.amplifon.it
numero verde 800-44 44 44


Ipoacusia: vero e falso

L’ipoacusia colpisce soltanto gli anziani?
FALSO.
Il 30% della popolazione oltre i 65 anni ha difficoltà uditive. Comunque il problema interessa indistintamente tutte le fasce di età, per esempio un bambino ogni mille presenta deficit uditivi.

Basta ascoltare la musica a volume alto anche solo una volta per rischiare un deficit di udito?
VERO.
Sia i rumori intensi di breve durata (trauma acustico acuto) come la musica ad altissimo volume, concerto rock, discoteca, sia l’esposizione prolungata a rumori di intensità inferiore (trauma acustico cronico) possono determinare deficit uditivi permanenti.

Avere un udito buono dipende dai geni?
VERO
Una ricerca statunitense pubblicata sulla rivista “Journal of Gerontology: Medical Sciences”, ha dimostrato come, a parità di età, nelle ipoacusie di grado lieve il 66% dei pazienti presenta una determinata mappa genetica che risulta solo nel 50% dei soggetti con sordità grave. Inoltre, i ricercatori americani hanno stabilito che una perdita dell’udito anche lieve può, indirettamente, portare a un declino della performance cognitiva. Questo avviene perché il cervello riceve meno informazioni sonore e di conseguenza regrediscono alcune aree cerebrali.

L’udito si può proteggere anche… a tavola?
VERO
Secondo uno studio della Michigan University, il vino rosso sarebbe in grado di prevenire la diminuzione uditiva tipica dell’età avanzata (presbiacusia). Il merito sarebbe del Resveratolo presente nell’uva, che rallenta la formazione dei radicali liberi, le “scorie” dell’organismo responsabili dell’invecchiamento e del danneggiamento, tra l’altro, delle cellule ciliate presenti nella parte più interna dell’orecchio.

Masticare il chewing gum protegge l’orecchio?
VERO.
Lo ha dimostrato una ricerca realizzata dalla Clinica Otorinolaringoiatrica di Utrecht, in Olanda, secondo la quale la probabilità di sviluppare una otite media si riduce del 40% in coloro che masticano abitualmente il chewing gum. Il motivo starebbe nella masticazione che aumentando la salivazione, aumenta il numero delle deglutizioni con aumento dell’attività dei muscoli orofacciali che controllano l’apertura della Tuba di Eustachio, il canale che garantisce il collegamento tra bocca e orecchio medio. Inoltre, quando si mastica una gomma in genere si respira dal naso, altro fattore utile a mantenere in salute naso e bocca, quindi, di conseguenza, l’orecchio.

Il deficit uditivo non potrà mai più essere recuperato?
FALSO.
La ricerca in questo campo sta raggiungendo risultati impensabili fino a pochi anni fa. Un pool di scienziati tra i quali alcuni italiani dell’Università di Pisa e Ferrara ha dimostrato che si possono ripristinare le funzioni uditive perdute riattivando le cellule staminali dell’orecchio interno – già presenti, ma “addormentate” – attraverso altre cellule della stessa famiglia che funzionano da attivatori. Questo tipo di ricerche sono state effettuate solo su animali, attualmente la possibilità di sperimentazione nell’uomo è ancora remota.


Apparecchi acustici: vero e falso

Meglio portare i capelli lunghi, per nasconderli meglio?
FALSO. La tecnologia di oggi riesce a contenere le dimensioni degli apparecchi acustici a livelli tali da renderli praticamente invisibili. Se dunque un tempo potevano legittimamente apparire antiestetici – specie per le pazienti – a causa della loro presenza ingombrante intorno all’orecchio, oggi sono minuscoli e quasi spariscono alla vista esterna.

Hanno bisogno di una manutenzione lunga e complicata?
FALSO. Le operazioni di pulizia e disinfezione sono facili e rapide. Basta seguire i consigli che l’audioprotesista fornisce al momento della consegna definitiva ai quali basta aggiungere semplici interventi di buon senso, come per esempio verificare che le batterie non si siano esaurite.

Permettono di ascoltare la musica o il telefonino senza problemi?
VERO. Attraverso la tecnologia bluetooth, gli apparecchi acustici digitali di ultima generazione consentono di “dialogare” con i principali dispositivi elettronici divenuti ormai così frequenti nella vita di tutti i giorni: dal cellulare all’iPod.

Nonostante i progressi tecnologici, la qualità sonora non è ancora perfetta?
FALSO. La riproduzione dell’intensità del suono assicurata dai modelli in commercio è elevata e la riproduzione acustica di  alta qualità. Ma per ottenere da questi apparecchi risultati così validi, è fondamentale che siano adattati al tipo di ipoacusia del paziente, alla sua soggettiva percezione dei livelli sonori, alle caratteristiche anatomiche del suo orecchio e al suo contesto di vita.

Comunicato Stampa dell’Amplion – nw525


Newsletter della Storia dei Sordi n. 525 del 24 giugno 2008

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