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Handimatica 2010 – VIII mostra-convegno nazionale 25-27 novembre

TURISMO, COMUNICAZIONE, MOBILITÀ
A HANDIMATICA LE NOVITÀ HI-TECH AL SERVIZIO DEI DISABILI

Percorsi interattivi, videoguide per tutti, dispositivi per non udenti: le novità dell’ottavo salone per l’integrazione e l’autonomia, in programma a Bologna dal 25 al 27 novembre

Dispositivi che consentono alle persone non udenti di comunicare con tutti. Sistemi integrati che rendono sicuro muoversi in città anche a chi non ci vede. E poi videoguide per un turismo davvero accessibile. Dal tempo libero alla mobilità, le tecnologie per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità sono in mostra all’ottava edizione di Handimatica, il principale appuntamento italiano del settore in programma a Bologna dal 25 al 27 novembre presso l’Istituto e la Fondazione Aldini Valeriani (via Sario Bassanelli 9).

Numerose le novità dell’area espositiva, a cui partecipano oltre quaranta tra aziende produttrici di ausili, associazioni non profit, istituzioni ed enti di ricerca. Tra queste Omnia Com, che a Handimatica porta il prototipo di U-esse-B, un apparecchio che racchiude, nelle dimensioni e nella forma di una chiavetta per pc, il meglio della tecnologia per la comunicazione e la mette al servizio di non udenti e persone con difficoltà di verbalizzazione. “Fino a oggi – dice l’amministratore Salvo Bosco – la comunicazione per i sordi e per i muti è stata frammentaria e di difficile gestione perché necessitava di molti strumenti a seconda della persona con cui si volesse comunicare. Con U-esse-B, invece, comunicare sarà facile e immediato: basterà selezionare da una rubrica la persona da contattare e il software sceglierà in automatico il modo migliore per farlo”.

U-esse-B è infatti un po’ un telefono, un po’ un cellulare, un po’ un fax e un po’ un computer. Innanzitutto si può telefonare utilizzando il Dts, il dispositivo sviluppato nel 1964 dal fisico statunitense Robert Weitbrecht, che per la prima volta ha permesso ai non udenti di rompere la barriera dell’isolamento grazie a una linea telefonica, un monitor e una tastiera alfabetica. Attraverso la connessione internet, U-esse-B consente poi di inviare e ricevere fax, e-mail e sms (sia in formato testuale che in voce sintetizzata), di chattare con i più diffusi programma di instant messaging (da Facebook chat a Msn, da Yahoo messenger a Icq) e anche di fare videochiamate.

A Handimatica fa il debutto nella sua versione definitiva anche Sesamonet, un sistema di navigazione per non vedenti frutto della collaborazione tra l’“Institute for the protection and the security of the citizen” del Joint Research Centre della Commissione europea, il centro di ricerca Cattid dell’Università La Sapienza e l’Ibm. Presentato come prototipo allo Smau del 2009, Sesamonet consente di realizzare cammini interattivi in grado di “guidare” i non vedenti attraverso segnali sonori. Come? Sfruttando le potenzialità della tecnologia Rfid, l’identificazione a radio frequenza. Sesamonet è infatti composto da un lettore a radio frequenza integrato all’interno di un normale bastone per non vedenti, da un sentiero di “tag”, cioè di piccoli trasmettitori installati sotto la pavimentazione di un percorso, e poi da un software integrato in uno smartphone, che trasforma i segnali trasmessi dai tag in messaggi audio con tutte le informazioni per muoversi in sicurezza, evitando ostacoli ed altre barriere architettoniche. Ma non solo, perché, se combinato con la soluzione Ibm Act (Accessibility city tag), Sesamonet può dare in tempo reale informazioni sugli uffici e i negozi accessibili più vicini.

La novità per il tempo libero arriva invece dalla Provincia di Bologna con la sua videoguida per visitare in autonomia la città delle Due torri e conoscerne la storia, i monumenti più interessanti e gli aneddoti più curiosi. Poco più grande di un iPhone, con schermo lcd da 3,5 pollici, tastiera a rilievo, Gps e due auricolari per le visite in coppia, “la videoguida – spiega l’assessore Graziano Prantoni – è stata concepita secondo l’approccio del ‘design for all’, in modo da tener conto, in un unico strumento uguale per tutti, delle diverse esigenze dei fruitori. Anche, naturalmente, di chi ha disabilità visive, uditive, motorie o cognitive”.

Attraverso testi, audio, riprese, fotografie e video in lingua dei segni, la videoguida permette infatti di conoscere il centro di Bologna, seguendo un percorso di un’ottantina di minuti che tocca i palazzi principali, le chiese più suggestive e i musei più interessanti della città. Il percorso è diviso in 21 tappe corrispondenti ad altrettanti testi, scritti con un lessico e una sintassi semplici, ma non banali. Ogni testo viene letto o, meglio, interpretato da due attori, che rendono piacevole e interessante l’ascolto anche ai turisti con disabilità visive. Per gli utenti con disabilità uditive, invece, il testo scorre nel display della videoguida, mentre per le persone con dislessia l’effetto “karaoke” sottolinea ogni parola man mano che viene letta. Durante gli ascolti, sullo schermo della videoguida appaiono inoltre sessantacinque fotografie (che permettono di individuare subito non solo i palazzi e le chiese che si incontrano, ma anche gli ingressi accessibili, a volte nascosti, di alcuni monumenti) e, a comando, sedici video che raccontano, nella lingua italiana dei segni, alcune curiosità sulla storia bolognese. C’è pure un video dalla Torre degli Asinelli, che mostra il panorama a chi non possa – o semplicemente non voglia – salire i 498 gradini che portano ai 97 metri di altezza della cima.

A Handimatica, spazio poi alle soluzioni più innovative per lo studio, per il lavoro e per la domotica. In mostra, tra l’altro, lettori di giornali, software per il riconoscimento dei testi, programmi e dispositivi multimediali per il gioco e quelli per la didattica, utili anche per conseguire la patente europea del computer. E poi personal assistant portatili che permettono a chi non può parlare di esprimersi con voce sintetica di alta qualità e banchi elettronici simili a quelli tradizionali, ma dotati di un pc touch screen in modo da consentire agli alunni disabili di sfruttare metodologie di apprendimento alternative.

Handimatica 

HANDImatica è organizzata dalla Fondazione Asphi Onlus (Avviamento e sviluppo di progetti per ridurre l’handicap mediante l’informatica)  sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica e con i patrocini di Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari opportunità, Ministero per la Pubblica amministrazione e l’innovazione, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Ministero della Gioventù, Italia Lavoro, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Bologna, Comune di Bologna, Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna e Segretariato sociale Rai.
In collaborazione con: Aifi (Associazione italiana fisioterapisti), Aiorao (Associazione italiana ortottisti assistenti di oftalmologia), Aito (Associazione italiana dei terapisti occupazionali) e Fli (Federazione logopedisti italiani).
Supervisione scientifica: Università degli Studi di Bologna – Facoltà di Scienze della formazione

 

A HANDIMATICA SI VA A SCUOLA DI ROBOTICA

Alla mostra-convegno sulle tecnologie per l’autonomia di Bologna, due laboratori per insegnare a stimolare le abilità dei bambini disabili attraverso la costruzione di robot. Appuntamento il 25 e il 26 novembre

Stimolare la creatività dei bambini disabili e favorire il superamento delle differenze attraverso la costruzione di robot in grado di interagire con l’ambiente e con i loro piccoli inventori. L’idea è della Scuola di robotica, associazione non profit genovese a metà tra scienza e solidarietà, che utilizza la robotica nella sua veste forse meno conosciuta, quella educativa, organizzando laboratori per le scuole. Come farli l’associazione lo spiegherà a Handimatica, la mostra-convegno sulle tecnologie per la disabilità in programma dal 25 al 27 novembre a Bologna presso l’Istituto e la Fondazione Aldini Valeriani (via Sario Bassanelli 9). Qui la Scuola di robotica condurrà due appuntamenti per maestri e professori delle scuole primarie e secondarie, uno dedicato specificatamente all’autismo (il 25 novembre alle ore 15), l’altro sull’integrazione scolastica (il 26 novembre alle ore 10).

“La robotica è un insieme di talenti e discipline – spiega Emanuele Micheli, giovane ingegnere del consiglio direttivo dell’associazione -. E’ tecnica, informatica, elettronica, ma è anche design, creatività e narrazione. E’ la scienza della collaborazione per eccellenza e da qui siamo partiti per ideare i nostri laboratori”.

Nei laboratori i bambini vengono coinvolti nella costruzione in team di piccoli robot. Si parte dall’ideazione, che può prendere spunto dall’arte (come le “macchine inutili” di Bruno Monari) o più spesso dalla fantasia: così, c’è chi vuole un robot “che balli e pulisca”, qualcun altro “che lo aiuti e lo faccia divertire”. Dagli schizzi e dalla stesura dei manuali di uso, si passa all’assemblaggio, in cui si utilizzano i mattoncini hi-tech del Lego WeDo, con i loro sensori e snodi motorizzati che vengono programmati al computer per eseguire semplici movimenti (alzarsi, muoversi, accendere luci) in risposta alle azioni dei bimbi.

“I bambini con autismo in genere sono attratti dalle tecnologie – continua Micheli – e per loro è rassicurante vedere che a un’azione corrisponde una reazione”. Ma non c’è il rischio che durante il laboratorio il bambino autistico si chiuda ulteriormente in se stesso e si relazioni solo con il robot? “No, perché sin dall’ideazione i bambini sono chiamati a collaborare tra di loro e con gli insegnanti. E poi inseriamo il robot in una narrazione in modo da stimolarli ulteriormente a interagire con l’ambiente esterno”.

La collaborazione è al centro anche dei laboratori per l’integrazione scolastica, in cui i bambini, con e senza disabilità, si aiutano l’un l’altro nel progettare i robot. “Dal prototipo al montaggio, tutti i bambini collaborano tra di loro. Ognuno lo fa secondo le sue abilità, c’è chi disegna, chi si occupa della programmazione. In questo modo imparano a riconoscere le intelligenze e i talenti degli altri compagni”.

A HANDIMATICA UN SIMULATORE 3D PER CONOSCERE LA DISABILITÀ

Si chiama ComeSe il “serious game” interattivo sviluppato da Asphi e Koala Games. Ambienti in 3D, avatar, guide virtuali e livelli da superare, calandosi nei panni di chi ha difficoltà visive e uditive. L’anteprima a Bologna dal 25 al 27 novembre

Calarsi in prima persona nella disabilità visiva o uditiva e scoprire, in un ambiente interattivo in 3D, quali difficoltà deve superare chi non vede o non sente bene, per comunicare, muoversi, studiare o lavorare. Si chiama ComeSe il simulatore virtuale che la Fondazione Asphi presenta in un laboratorio organizzato a Bologna in occasione dell’ottava edizione di Handimatica, la mostra-convegno sulle tecnologie per la disabilità in programma dal 25 al 27 novembre presso l’Istituto e la Fondazione Aldini Valeriani (via Sario Bassanelli 9).

“Il laboratorio si svolgerà con sessioni ripetute ogni ora per tutti e tre i giorni di Handimatica – dice Piero Cecchini di Asphi -. Basterà iscriversi nello stand per iniziare un percorso che, a partire da esperienze percettive, emotive ed emozionali in un ambiente reale, porterà il visitatore ad immergersi in una realtà virtuale dove sperimentare le difficoltà che vivono le persone con limitazioni sensoriali visive e uditive”.

L’obiettivo del laboratorio? Intanto sensibilizzare chi disabile non è. “Ma ne abbiamo uno più ambizioso – aggiunge Cecchini -: far capire che anche attraverso le tecnologie digitali è possibile modificare gli ambienti e i contesti di vita, rendendoli accessibili e migliorando la propria autonomia e le possibilità di partecipazione”.

“Il laboratorio inizia con una fase preliminare di sensibilizzazione sulle difficoltà visive e uditive – spiega Cecchini -. Poi si passa al computer, dove si viene calati in un ambiente virtuale interattivo simile ad un ufficio, in cui ci si dovrà muovere accompagnati da una guida virtuale, provando, nei panni di un avatar, situazioni di temporanea limitazione alla vista e all’udito. Ci saranno ostacoli da superare e obiettivi da raggiungere, per esempio esplorare stanze sfocate o illuminate parzialmente, prendere un libro, riconoscere delle parole e per farlo si dovranno trovare strumenti e ausili che possano essere di aiuto”.

Nel secondo livello la situazione si complica. L’ambiente infatti è quello di un’aula scolastica e il visitatore virtuale affronterà nuove alterazioni sensoriali, con l’obiettivo di seguire una lezione. “Non sarà però un’aula tradizionale – sottolinea Cecchini -, ma un’aula digitale con lavagna interattiva multimediale e pc sul banco di ogni studente, che permetteranno, con alcuni accorgimenti, di superare le limitazioni alla vista e all’udito”.

Evoluzione digitale del progetto “Simulando”, ComeSe è stato ideato da Asphi ed è realizzato in collaborazione con la software-house italiana Koala Games: “La logica è quella di un ‘serious game’ – conclude Cecchini -, un simulatore con spiccate finalità educative. Quella che presenteremo a Handimatica sarà la ‘demo’ su aspetti visivi e uditivi, ma abbiamo intenzione di arrivare a una versione completa che  esplori anche altre tipologie di disabilità e che possa essere un utile supporto nelle attività formative vere e proprie, rivolte soprattutto al mondo della scuola”.

Le informazioni e il programma dettagliato di Handimatica sono disponibili sul sito www.handimatica.com.

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