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Lettera a una logopedista… ma utile a tutti noi.

Lettera a una logopedista… ma utile a tutti noi.
Lettera  ad  una logopedista  è  un  libricino di appena 100 pagine.  È stato  edito nel 1996 dalle  Edizioni Kappa di Roma.

L’attento editore  Armando di testi  di pedagogia e di psicologia  sulle tematiche  dei  disabili l’ha riproposto quindici anni dopo nella  sua collana medico-psico-pedagogica.  Renato  Pigliacampo, l’autore  del  libro, ben noto dalla comunità dei sordi italiani, forse malamente  compreso da taluni,  di  strada  ne  ha  fatta tanta, sino a rivestire l’incarico di docente nella  Facoltà di Scienze  della Formazione dell’Università  di Macerata.

L’impegno di Renato –  sia nella ricerca socio-psico-pedagogica e  linguistica – che nella poesia dove, secondo alcuni  critici letterari, è  maggiore la sua  capacità di «comunicazione» delle  emozioni,  non era  sfuggito al consiglio  direttivo dell’ENS durante la presidenza di  Ida Collu, tanto che   gli assegnato il  primo premio  per  la  Cultura dell’Ens. Il  suo lavoro scientifico è stato  tenace per l’associazione, avvenuto in momenti difficili, allorché aveva  la responsabilità  del Dipartimento SEU (Scuola-Educazione-Università); poi  partecipando, con  Franco Pedrali, alle  riunioni  della Consulta del MIUR. Renato non era il tipo di piegare il capo: teneva testa, con le  sue risposte ai massimi  studiosi italiani, e le  sue  domande bloccavano  gli alti dirigenti del Ministero.

L’editore  Armando ha pubblicato, qualche anno fa,  un testo sull’esperienza che egli ebbe come componente  della  Consulta del MIUR, scritto con lo Pseudonimo   Scuola  di Silenzio, Lettera  ad una Ministro (e dintorni), Armando, Roma 2005.

Il testo è esaurito in poco tempo.  Ora, sempre l’editore  Armando, ripropone Lettera ad una logopedista.  Il libro, leggermente modificato dall’originale del 1996,  colpisce per  la capacità dell’autore di immedesimarsi nell’anima  del bambino  sordo.

Il libricino, come  dice lo stesso editore, più che essere edito in una collana pedagogica avrebbe dovuto far parte di una  collana di narrativa perché l’autore, poeta di fama, ha uno stile narrativo nel raccontare il litorale marchigiano, fra Civitanova Marche-Porto Recanati-Numana, che non ha uguali per capacità di narrare i paesaggi a livello visivo e, per  essere  convincente, lo scrittore ambienta l’ultima parte del testo in un paesino dei monti umbro-marchigiani,  per favorire il piccolo sordo alla scoperta del proprio Silenzio.

Le “lezioni” dello zio, un  eccentrico professore universitario in pensione, ritiratosi a Scheggia, un paese di confine fra Gubbio e Fabriano, ci permette di conoscere Renato Pigliacampo nell’estesa cultura pedagogica e  psicologica    attento ai bisogni dei bambini  sordi.

Egli, alla fine di Lettera, più  che prendere posizione sulla lingua che il bambino  sordo  dovrò «avere», si preoccupa che la società tutta  comprenda  i bisogni comunicativi dei sordi. In un momento difficilissimo per l’associazione/ENS italiana, leggere  questo volumetto, induce  a riflettere e a comprendere che, più che mai, il domani un nuovo appuntamento per domani dei sordi sarà migliore SE sapranno, loro stessi, scommettere  sui propri protagonisti.

Il testo è presente  nelle più importanti LIBRERIE italiane.

Armando Editore
Viale Trastevere, 236
Tel.06-5817245
Fax. 06-5818564
sito: www.armando.it
email: redazione@armando.it

Lettera ad una logopedista è un libriccino coinvolgente: il grido di un protagonista per liberare i simili dalla coercizione di apprendere a parlare verbalmente, traguardo che verrà poi etichettato con la definizione di normalità.
Renato Pigliacampo, sull’esempio del neuropsicologo statunitense Olivier Sacks, narratore scientifico delle proprie esperienze, o di racconti di pazienti che segue come medico, va oltre, rendendo emozionante il racconto con una inconsueta vena poetica. Chi legge la Lettera scopre una storia che potrebbe benissimo far parte di una collana di testi di letteratura moderna.
Renato Pigliacampo si conferma doviziosa Voce di protagonista, in una società dove, ormai, si recitano fittizie trame, prive di significazioni.

RENATO PIGLIACAMPO, incaricato di Psicologia del minorato sensoriale e di Lingua e Linguaggi per il sostegno all’Università di Macerata, è stato per un periodo di tempo insegnante in una scuola specializzata per sordi di Roma, poi psicologo dirigente in un’ASL della Regione Marche. Ha pubblicato studi e ricerche di Psicologia dell’età evolutiva, Pedagogia speciale e Psicologia sociale dei disabili, con particolare attenzione ai temi dei sordi e ipoacusici, di cui è riconosciuto tra i principali studiosi italiani. Per le nostre edizioni ha pubblicato: Lo Stato e la diversità (1983); Handicappati e pregiudizi: assistenza-lavoro-sessualità (1994); Lingua e linguaggio nel sordo (1998); Parole nel movimento. Psicolinguistica del sordo (2007); Nuovo dizionario della disabilità, dell’handicap e della riabilitazione (2009).

re152 – 17 novembre 2012

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