Iscriviti: Feed RSS

Il metodo dell’educazione dei sordi: ieri, oggi e domani?

L’opera “I minorati dell’udito – Storia e metodi delle scuole speciali”, l’autore: Luigi Libero Selva (1919-2006), sacerdote della Piccola Missione per i Sordomuti, aveva dato alle stampe, nel 1970, un interessante opuscolo sulla “Storia e metodi delle scuole speciali” specificatamente riferito all’educazione scolastica dei minorati dell’udito, edito dalla Scuola Tipografica Sordomuti di Bologna e raccolto in 215 pagine nel formato 14,5×21, suddiviso in un capitolo introduttivo per sintetizzare le sue ricerche generali, e in quattro “parti” con capitolati e appendici estesi.

L’autore ha inteso quel suo lavoro come «… un quadro dell’educazione degli otologopatici e della loro rivalutazione sociale ….».

Padre Selva ha rimarcato che «E’ compito della Storia avvertire l’assillo della scuola speciale che, scoprendo le proprie insufficienze, indaga, ricerca, esperimenta soluzioni possibili a vecchi problemi e nuove tecniche per un insegnamento più efficace …».

Nel primo capitolo, “Documenti dell’antichità”, Selva riassume i primi accenni sul sordo tratti dalla letteratura greca di Erodoto, di Stele, di Platone, e di Aristotele, e a quella successiva latina di Lucrezio, di Plinio il Vecchio, di Aulo Cornelio Celso e di Giustiniano.

Nel capitolo secondo, il prelato fa riferimento ai testi dei primi secoli della cristianità, in particolare dal Vangelo di San Marco, con “Effetà”, di S. Paolo e in particolare S. Agostino, le cui opere crearono richiami all’argomento dell’udito e, per allora, all’ «…impossibilità di dare al sordo la cognizione religiosa», ma quell’interpretazione, probabilmente malintesa nelle reali intenzioni del Santo, fu poi ripresa da un commentatore tedesco, per avversare l’azione apostolica da poco intrapresa, nel 1700, dal De L’Epée.

A quel punto, Selva riporta che i manuali storici introducono il discorso su Gerolamo Cardano (1501-1576), che per primo intuì e affermò, su un piano teorico, la possibilità dell’istruzione dei sordi, ma anche in Spagna un altro religioso del Cinquecento, Pedro Ponce (1510-1584), riuscì da par suo a istruire due giovinetti sordi, mentre il Cardano (matematico, medico, astrologo e fisico) ebbe l’esperienza diretta di un figlio sordomuto, e quindi volle occuparsi di sordità e di sordomuti, lasciando poi diversi testi scritti sui suoi studi e sull’istruzione da impartire a chi non ode, ma le teorie del Cardano furono  applicate, in Italia, solo dopo due secoli, quando iniziarono a funzionare le prime scuole italiane per sordomuti. S’iniziava così, in quel periodo, a istruire alcuni sordi, in diversi Stati d’Europa.

Nella parte terza, il fatto concreto è costituito dal riconoscimento, da parte dei Governi, delle scuole pubbliche di Parigi, in Francia, e di Lipsia, in Germania, dove il monaco francese De L’Epèe (1712-1789) e il tedesco Samuel Heinicke (1729 -1790) ebbero divergenze sulla questione del metodo da utilizzare per istruire i sordomuti, il metodo segnico, o quello della “parola pura”, tramite la lettura labiale.

La quarta parte «Periodo dell’evoluzione del metodo orale», è suddivisa in otto capitolati, che partono dal “Congresso di Milano “(1880), che aprì la strada verso “La scuola speciale vista attraverso i Congressi Internazionali”, e logicamente “Congressi e Convegni in Italia”, per scoprire le “Figure di educatori Italiani” – da Tommaso Pendola a Giulio Ferreri, a Giovanni Terruzzi, a Riccardo Arpaia, non dimenticando  gli educatori allora ancora viventi, da Alessandro Gaddi, a Guido Francocci, a Igino Conti, a Decio Scuri, ad Arturo Elmi, a Osvaldo Tosti e Armando Grimaldi.

Il capitolo quinto ha per titolo “I privi di udito nella legislazione”, dove l’autore fa notare che «… finché non fu chiara l’educabilità del minorato dell’udito, i legislatori continuavano a sostenere della sua incapacità giuridica», e fu grazie al De L’Epèe che si poté appurare l’educabilità dell’anacusico, e la legislazione, da allora, annotò i termini di “Penale e civile” anche per i sordi, e dal 1859 (legge Casati) ci fu la prima legge dello Stato Italiano unitario, diretta all’ordinamento delle scuole di ogni ordine e grado, anche se solo nel 1923 (Legge Gentile) l’obbligatorietà scolastica poté comprendere tutti i sordi italiani, e il capitolo successivo, sesto, tratta dello “Stato attuale dell’istruzione in Italia”, cioè nel 1970, e il capitolo settimo, “Organizzazione dell’insegnamento speciale” elenca le innovazioni verificatesi anche nelle scuole speciali per sordi, con un’appendice sulla “Pluralità di metodi nelle Scuole americane”, “Il globalismo nella nostra didattica speciale”, “Il metodo orale acustico” e “L’educazione precoce e il ruolo della famiglia”.

Il capitolo ottavo della parte quarta tratta brevemente dell’Ente Nazionale Sordi (ENS), dove il testo si conclude esattamente con questa dichiarazione: «… Accanto a quei nomi dei secoli passati, si possono scrivere quelli di Antonio Magarotto (1891-1966), Vittorio Ieralla (1903-1982), Francesco Rubino (1907-1979), Giovanni De Carlis (1901-1979), uomini che, superato ogni handicap conseguente alla sordità, hanno voluto e saputo dare vita ad un organismo efficiente per assicurare l’integrazione dei sordi nella società».
Marco Luè

PER SAPERE DI PIU’
P. Luigi Libero Selva

P.Arturo Elmi

Abate Carlo Michele De L’Epèe

Samuele Heinicke

________________________
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it
“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini

Canali Tematici

Archivio Articoli

Articoli recenti

Articoli più popolari

Tag