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Conosciamo la nostra “Storia”:. A Genova nel 1920 il 1° Convegno Nazionale dei Sordomuti

Sapevo per averlo “orecchiato con gli occhi” che nel 1920 si era tenuto a Genova iI 1° Convegno Nazionale dei sordomuti, ma ho dovuto trovare, e leggere da cima a fondo, gli Atti dello stesso simposio, stesi dal prof. Giulio Ferreri, allora Direttore dell’Istituto Statale Sordomuti di Milano, e stampati lo stesso anno 1920 dalla “Premiata Tipografia Sociale” di Genova, per rendermi conto della grande importanza epocale di quel Convegno. Quel prezioso testo, era stato riposto in un faldone, quando, nell’anno 2000, il Pio Istituto Sordi di Milano aveva ceduto i volumi della preziosa Biblioteca storica all’Associazione “Benefica- Cardano” di Milano, con altri importanti documenti antichi, ma purtroppo quei preziosi attestati erano stati accatastati, senza valutarli, in un soppalco della Biblioteca  “Benefica-Cardano”.
Avendo ora letto gli Atti del Convegno Nazionale indetto per la prima volta, a Genova, dai sordi italiani, ho potuto scoprire molti particolari che ignoravo, compresa l’importanza strategica di quell’evento, che ora ritengo  opportuno sia conosciuto da tutti i sordi, e dagli “amici dei sordi” italiani. Ho letto con crescente interesse quelle 90 pagine, in formato 16,5×24, che ora raccolgo in una succinta, ma spero esauriente recensione.
Quel Congresso, annota nella Prefazione il Ferreri, «… segna la data in cui i sordomuti italiani hanno sentito, al giusto momento, di avere una coscienza civile». Il Congresso era stato istituito, secondo i promotori, per affrontare innanzi tutto due temi fondamentali per i Sordomuti: il diritto all’istruzione primaria di tutti i sordi e il loro accesso nel mondo del lavoro.

I preliminari di quel Congresso furono avviati nell’aprile 1919, quando la Commissione Operativa, formata dai Dirigenti dell’Associazione “Assarotti” di Genova inviò una circolare  alle Associazioni italiane fra i Sordomuti allora operanti in Italia, in cui si chiedeva, precisando essere la prima volta «…che noi sordomuti formuleremo in faccia al mondo degli udenti, a noi così ostile, un preciso programma … » e ponendo ai destinatari della missiva la domanda se fosse utile indire quel Convegno. Le risposte furono tutte affermative e incoraggianti, quindi il 16 agosto 1919 si tenne, nella “Sala Corradi” di Genova una Seduta preparatoria, dove fu letto, quindi discusso e infine approvato, lo Statuto da adottare per il Convegno. Quindi, a norma di quello Statuto, si era passati alla elezione del Comitato Esecutivo, eleggendo  per acclamazione, presidente Giuseppe Enrico Prestini, di Milano, i vice-presidenti Edoardo Orengo, di Genova, Cesare Silvestri di Roma, Granaglia  Giuseppe, di Torino, e Antonio Perocchio di Alessandria. Segretario Generale è confermato Emilio Masetti, a Cassiere il sig. G.B. Riva., mentre a Consiglieri sono eletti, per la parte finanziaria, G. Ghiglione, E. Lissoni e R. Corradi, e per il ramo tecnico G. Ottonello, C. Arata ed Emilio Molinari.

Il Presidente Prestini, ringraziando per l’onore conferitogli, fa presente che quel titolo va oltre la sua modesta persona, «… per innalzarsi fino alla “G. Cardano”, alla Associazione che rappresento!».
I Consiglieri Antonello e Molinari espongono le relazioni che citeranno al Convegno, rispettivamente su «Il Lavoro per i Sordomuti» e «La Scuola dei Sordomuti».

La preparazione al Convegno è meticolosa, con un “Appello” lanciato dal Comitato promotore di Genova e una “Circolare di propaganda” redatta dall’Associazione “G. Cardano”, firmata da G.E Prestini, mentre le adesioni superarono le più rosee aspettative, con oltre 400 partecipanti registrati il giorno 8 settembre  1920 all’inaugurazione del Convegno, tenutosi nella superba e storica Aula Magna della Regia Università di Genova. Al banco della presidenza, il presidente Giuseppe Enrico Prestini  e il Segretario Generale E. Masetti ricevono le Autorità.

Dopo gli auspici di circostanza espressi dalle Autorità politiche, il segretario dell’Associazione “Paolo Basso” di Torino, Giuseppe Granaglia, pronuncia un accorato discorso : «Prima di tutto è doveroso riconoscerlo: l’iniziativa di questo primo Convegno Nazionale dei Sordomuti spetta all’Associazione “Ottavio Assarotti” di Genova, e perciò essa si è resa oltremodo benemerita della classe dei Sordomuti. Grati dobbiamo essergliene, quindi credo interpretare il pensiero di voi, inviando ai promotori un grazie di cuore».
La prima tesi, «Sul lavoro dei sordomuti», tenuta da Giuseppe Granaglia, è significativo che l’oratore sordo piemontese faccia presente che «…si è compreso il valore e la forza dell’unione, la potenza dell’organizzazione in tutti i campi, in tutte le idee, in tutte le classi: la storia ammonisce che unione significa indipendenza, libertà, forza e dignità…» per cui «… il fondamento delle nostre disagiate condizioni sociali sta appunto nel fatto che non essendo noi uniti, come lo dovremmo, e isolati come lo siamo, non possediamo la forza di farci valere, e di vincere tutti gli ostacoli, in rapporto alle nostre attitudini intellettuali e lavorative!» 
I lavori si concludono con questo Ordine del Giorno:
I Sordomuti italiani, riuniti in 1° Convegno Nazionale in Genova l’8 settembre 1920, auspici le Associazioni Italiane frasi Sordomuti, udita la Relazione sul Lavoro rispetto ai Sordomuti e apprese le conclusioni dei Relatori, fanno voti:
1. Che il Sordomuto sia trattato, rispetto all’assicurabilità e invalidità sul lavoro, alla pari dell’operaio normale, colla applicazione degli stessi doveri e diritti;
2. Che siano riformate e modernizzate le Scuole d’arte esistenti negli Istituti e create delle nuove, dove non esistono, allo scopo di fornire ai Sordomuti operai quegli elementi tecnici che sono necessari, sia per le varie forme di mestieri che possono aver scelto, sia per mettere in evidenza le loro varie attitudini, onde permettere loro di dedicarsi a mestieri più lucrativi;
3. Che siano istituite colonie agricole e campi sperimentali nelle località dove maggiormente ne è riconosciuta la necessità;
4. Che sia affidata, possibilmente, la direzione delle scuole d’arte e mestieri a Sordomuti adulti, che abbiano la capacità e la pratica occorrenti
Messo ai voti, dopo discussione, l’Ordine del Giorno è approvato quasi all’unanimità.

La seconda tesi, «La Scuola del Sordomuto», è esposta dal sordo Francesco Micheloni, di Roma, il quale fa presente, innanzitutto, che nella scuola «… in Italia ci sono difficoltà di indole storica, perché fino a ieri erano sempre stati i maestri ad occuparsi delle cose nostre, poiché noi sordi fummo sempre divisi. … Senza andare a tempi remoti, basta ricordare che lo stesso tema fu discusso al Congresso Internazionale dei Maestri dei Sordomuti, tenutosi a Milano nel 1880, e in tutti i Congressi nazionali che si susseguirono negli ultimi quarant’anni, ma tutti i deliberati rimasero lettera morta!». La prima esigenza era allora l’Istruzione obbligatoria, per la cui applicazione, anche da Sordomuti, «… furono sparsi fiumi d’inchiostro».

Purtroppo, secondo il relatore «… gli Istituti, coll’attuale loro indirizzo, non corrispondono agli intenti pei quali furono fondati, che è l’istruzione e l’elevamento morale e sociale del Sordomuto», si impone quindi una riforma per una istruzione pratica. E a questo si potrà arrivare quando le Scuole saranno dirette da persone competenti. Grave e complessa è poi la questione dei Maestri e «… la riforma dei Maestri, che si connette a quella delle Direzioni delle Scuole, dovrà essere il primo compito dell’Ispettorato Centrale, ma “è incontrovertibile il diritto di noi sordi a discutere i difetti dell’applicazione di un metodo”», per cui si è chiusa con un grande applauso la discussione sulla Tesi e l’approvazione dell’Ordine del Giorno, che si conclude con questa mozione:
1. Il Governo provveda definitivamente alla nostra Scuola, avviandosi verso l’istruzione obbligatoria e conseguentemente riformi l’art. 340 del Codice, concedendo al Sordomuto l’eguaglianza civile;
2. Il Governo avochi a sé tutti gli Istituti e le Scuole per i Sordomuti, riunendole sotto un Ispettorato competente, che uniformi il loro indirizzo didattico;
3. Gli Educatori di Sordomuti prendendo in seria considerazione i voti di questo Convegno, riformino il metodo di istruzione;
4. Non sia concesso alcun diploma di magistero nelle Scuole normali specialiste a chi non conosce il gesto, o non abbia almeno una speciale e chiara espressività mimica;
5. Nei laboratori e nelle officine, dove sai istruiscano i sordomuti, sia adottata la mimica come mezzo principale d’apprendimento.
Il presidente del Convegno, Giuseppe Enrico Prestini,, prima di dichiarare chiusi i lavori, propone all’Assemblea di  designare per il 1922, la città di Roma come sede del 2° Convegno Nazionale. E siccome nel 1924 ricorrerà il 50° anniversario della”Girolamo Cardano”, essa si riterrà fiera di essere scelta a sede del 1° Congresso Nazionale dei Sordomuti.
La proposta fu accettata fra grandi applausi.
Marco Luè
PER SAPERE DI PIU’
«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it
“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini

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