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Girolamo Cardano: «Crimen est!»

Girolamo Cardano: chi era costui?. Da quando sono entrato a far parte, come Consigliere Direttivo, dell’Associazione “Benefica-Cardano” di Milano, il 18 maggio 2014, mi sono impegnato per capire, conoscere e rendere nota la Storia di quella che è stata la prima “Associazione di Mutuo Soccorso” fra i sordomuti di Milano, poi si erano costituite in Italia altre associazioni simili e l’unica ancora in attività, sebbene con ben altre funzioni rispetto a quelle iniziali, è oggi l’Associazione milanese “Benefica-Cardano”

Le Società Operaie di Mutuo Soccorso (SOMS) furono associazioni, nate in Italia intorno alla seconda metà dell’XIX secolo.Le forme originarie videro la luce per sopperire alle carenze dello stato sociale ed aiutare così i lavoratori a darsi un primo apparato di difesa, trasferendo il rischio di eventi dannosi, come gli incidenti sul lavoro, la malattia o la perdita del posto di lavoro. Anche le Associazioni di sordi si diedero da fare per venire incontro ai bisogni dei loro simili!

Fino al 1954 le associazioni milanesi di Mutuo Soccorso fra i sordi erano due: la “Girolamo Cardano”, fondata nel 1874 da un gruppo di sordomuti fra i quali Felice Carbonera e Carlo Triaca, e la “Associazione Benefica Sordoparlanti”, fondata venti anni dopo, nel 1895, per iniziativa di Mons. Luigi Casanova, per aiutare gli ex-allievi dimessi dal Pio Istituto Sordomuti di Milano e della Lombardia.
Nel 1954, in seguito a una ristrutturazione organizzativa ricordata come “Patto di Milano”, le due Associazioni di Mutuo Soccorso si unificarono e assunsero la denominazione di “Associazione Benefica-G.Cardano” Sarebbe stato più logico chiamarla “Cardano-Benefica”, in omaggio a quella fondata primariamente, ma si era optato per un inusuale “ordine alfabetico”, invece di quello più realistico dell’ordinamento cronologico.
Mi sono chiesto più volte, ma le risposte prima avute erano state incomplete e insufficienti, anche chi e perché a quella prima Associazione fu imposto il nome di “Girolamo Cardano” (1501-1576), e solo recentemente ho avuto, da alcune diverse fonti, quelle risposte che servono a comprendere la figura del Cardano: “La sua carriera è una delle più affascinanti fra tutte le fantastiche carriere di uomini del Rinascimento”, così è ricordato dagli storici, e appartiene alla generazione successiva a quella di Leonardo da Vinci. «Ho insegnato a trasferire l’osservazione della natura nelle discipline e nelle tecniche operative. Questo non lo aveva mai tentato nessuno!», ha lasciato scritto nelle sue memorie il Cardano, ed il meglio che noi uomini abbiamo a portata di mano, è sapere come stanno realmente le cose.
Ho acquistato un volume recente su Girolamo Cardano, «Il Libro della mia vita», 201 pagine 13,5×21, tradotto dal latino e riassunto da Serafino Balduzzi, stampato nel 2014 da Luni Editrice di Roma, ma non trovo in quel volume nessun riferimento a “Il sordomuto e la sua istruzione”. Il Balduzzi, impostando il piccolo volumetto come fosse stato lo stesso Cardano a scrivere quel documento, fa un solo accenno alla parziale sordità del figlio primogenito del medico ingegnoso vissuto mezzo millennio prima: «Era sordo dall’orecchio destro» (pag. 75), eppure il Cardano, da sommo medico del suo tempo, nella sua vasta opera ha pure analizzato la sordità in tutti i suoi gradi, dalla nascita, all’età adulta.  Forse quel Balduzzi aveva scarsa familiarità con il latino, e non si è addentrato ad approfondire il testo.
Era stato Giuseppe Enrico Prestini – «… grande pioniere del sordomutismo italiano», – al tempo in cui fu presidente di quell’associazione di Mutuo Soccorso per i sordi milanesi, a proporre il nome del Cardano, che sapeva essere stato un eccelso medico, matematico, filosofo e insigne scopritore di tante altre conoscenze, al quale gli studiosi, a partire da Pasquale Fornari, a sua volta ” apostolo degli stessi sordomuti”, hanno pure appurato, traducendo dal latino le opere del Cardano – il quale ebbe un figlio con parziale sordità – una precisa dedica su «Il sordomuto e la sua istruzione», dove affermava convinto  avere anche i sordomuti «…una mente capace di istruzione …» ed essere perciò delitto «Crimen est!» il non farli istruire.
Se per un antropologo, la personalità del Cardano è fonte di studi psicologici per la nota, molto discussa, tesi del binomio genio-pazzia, per gli educatori dei sordi di quel primo Novecento, e per gli stessi sordomuti, il Cardano rimane il simbolo di quell’umanitaria genialità che originò la didattica per l’istruzione di chi non udiva, avendo affermato per primo la possibilità di istruire i sordomuti, propugnandone il diritto.
Pertanto si deve sempre risalire all’intuizione del Cardano, uomo di vastissima cultura, che precorse i tempi con delle intuizioni meravigliose, e attribuire a lui il merito dell’incentivo a un’opera di redenzione umana, specificatamente l’istruzione dei sordomuti, per cui è stato annoverato fra i benefattori dell’umanità.
Marco Luè


Lettera di Enrico Giuseppe Prestini, Presidente dell’Associazione Girolamo Cardano dei sordomuti d’Italia in data 5 Gennaio 1922 indirizzata ai politici.ONOREVOLI DEPUTATI PROVINCIALI
MILANO
Questa Associazione, che conta 47 anni di esistenza, fu fondata ed amministrata interamente da Sordomuti, assistiti da pochi e generosi loro amici udenti, coll’intento di assistere moralmente  e materialmente i Sordomuti, che appena conseguita quel poco di istruzione(che sempre si impartì e si impartisce quasi per privilegio), si trovano sbalestrati ed isolati nella vita sociale.
Essendo ormai superato, per i tempi, il concetto del mutuo soccorso, l’Associazione pur continuando l’applicazione ai propri associati dei più moderni postulati della previdenza, tende con ogni sforzo ad intensificare, colla Federazione Italiana delle Associazioni consorelle e della quale è pure Presidente il sottoscritto, la lotta per il riconoscimento del diritto dei sordomuti alla istruzione e del riconoscimento della loro posizione legale.In attesa di raggiungere tali riconoscimenti, è venuta nella determinazione di pondare una borsa di studio, da intitolare, per doverosa  riconoscenza a GIROLAMO CARDANO, che per primo, nella storia della nostra redenzione affermò essere delitto il non istruire il Sordomuto – “crimen est” -. Con questa borsa di studio verrebbe avviato all’istruzione un sordomuto di famiglia bisognosa, residente in centro privo di scuole od istituto speciale, colmando così in qualche modo la gravissima e dolorosa lacuna esistente nel campo della assistenza scolastica e sociale di una classe di cittadini, dei quali la società attuale ignora interamente il loro valore come elemento sociale,Per raggiungere rapidamente l’intento deve rivolgersi agli enti pubblici ed ai cittadini generosi, chiedendo loro in nome del misconosciuto diritto che hanno tutti i Sordomuti alla istruzione, (e sono quarantamila in Italia e dei quali solo la decima parte usufruisce della insufficiente istruzione che si impartisce loro attualmente, un dignitoso appoggio morale e finanziario che consenta a questa Associazione la realizzazione del fraterno gesto di solidarietà.A codesta Onorevole Deputazione Provinciale mi rivolgo quindi fiducioso perché voglia darci il suo concorso morale e finanziario in quella forma e con quelle modalità che riterrà opportune, iniziando per la prima la nobile e generosa gara in prò di una classe di cittadini che non chiede pietà. Bensì il riconoscimento legale dei diritti acquisiti dai così detti normali.In attesa di cortesi comunicazioni e ringraziando, con distinta osservanza mi rassegno.Dev.mo
IL PRESIDENTE
G.E. Prestini

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