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Parlamento Ue in campo per riconoscimento lingua dei segni

31 lingue in Europa, favorire accesso a Erasmus. Riconoscere la lingua dei segni come parte dell’eredità multilinguistica e multiculturale dell’Europa. A chiederlo sono oltre 1.000 sordi giunti il 28 settembre a Bruxelles per la conferenza ‘Multilinguismo e pari diritti nella Ue: il ruolo del linguaggio dei segni’, una richiesta appoggiata anche da 65 eurodeputati di diversi gruppi politici e promossa da Helga Stevens, eurodeputata conservatrice fiamminga, sorda. “
Nella Ue ci sono 31 lingue dei segni”, ha affermato Helga Stevens in una conferenza stampa “sono un segno della ricchezza multiculturale dell’Europa che va riconosciuto e tutelato”. Tra sordi e familiari il linguaggio dei segni è una realtà per oltre un milione di cittadini nella Ue, ma per le persone affette da questo handicap l’accesso allo studio, e quindi al programma Erasmus, nonchè al dibattito politico rimane estremamente limitato. Un ostacolo è costituito dal numero di interpreti, solo 6.500 in tutta la Ue, che hanno concluso un percorso che richiede mediamente 7 anni di studi e di immersione nelle comunità di sordi.
“Il messaggio che vogliamo inviare è che le campagne possono aiutare”, ha affermato ancora Stevens, “il sistema politico non apporterà soluzioni da solo per le persone sorde, ciò è in mano delle Ong e della società civili, sta a loro chiedere soluzioni e senza fare compromessi”. (ANSA Europa)

Giornata europea delle lingue, nel sito ufficiale spazio al “linguaggio dei segni”. Nell’Unione 750mila sordi
(Bruxelles) “Si stima che nell’Ue ci siano 750mila sordi che usano la lingua dei segni. In media, gli utenti sordi nella lingua dei segni rappresentano circa lo 0,1% dell’intera popolazione in un dato Paese. Questo non include le persone che imparano la lingua dei segni come seconda lingua o i figli di genitori sordi”. In vista della Giornata europea delle lingue, che si celebra il 26 settembre, è stato predisposto da Ue e Consiglio d’Europa, un apposito sito, che introduce alla conoscenza della molteplicità degli idiomi parlati e scritti nel vecchio continente.

Una sezione apposita è dedicata al “linguaggio dei segni”, pienamente inserito tra le lingue utilizzate in Europa. Vi si scopre, ad esempio, che gli utilizzatori di tale modalità espressiva in Finlandia sono 5mila, in Francia 100mila.

Nel sito http://edl.ecml.at/ – tradotto in 34 idiomi – si legge ancora che non tutti gli utenti della lingua dei segni sono persone non udenti. “Figli di persone sorde spesso imparano a parlare con la lingua dei segni; utilizzata dai loro genitori, sarà la loro prima lingua. Inoltre, genitori e fratelli dei bambini sordi imparano la lingua dei segni per facilitare la comunicazione”. C’è una lingua dei segni universale? “No, non c’è. Ci sono molte varietà – è la spiegazione – e in realtà ci può essere più di una lingua dei segni in un Paese, così come per le lingue orali. Per esempio, ci sono due lingue dei segni in Belgio (francese e fiamminga) o in Spagna (lingua dei segni spagnola e catalana)”.
Fonte: agensir.it

In Europa 32 lingue dei segni, 145 interpreti: così si parla con i sordi
‘Multilinguismo e parità di diritti nell’Unione Europea: il ruolo delle lingue dei segni’: è il titolo del convegno che si è svolto nei giorni scorsi nell’Emiciclo del Parlamento Europeo di Bruxelles. Presenti più di 1.000 persone provenienti da tutto il continente, per un totale di 32 lingue dei segni e 24 lingue parlate rappresentate. Le barriere comunicative sono state abbattute dal grandissimo lavoro di 145 interpreti, che “hanno reso possibile questo spettacolo di inclusione e condivisione – riferisce l’Ens, presente all’incontro con una sua delegazione – Per un giorno gli occhi dell’Europa sono stati focalizzati sul mondo dei sordi, sull’identità e sulla cultura sorda, sulle lingue dei segni, sul ruolo degli interpreti, e tutto questo è stato possibile grazie all’Europarlamentare sorda Helga Stevens, promotrice ed organizzatrice del convegno. In particolare si è parlato dello stato del riconoscimento delle varie lingue dei segni in Europa e della necessità di prevedere per gli interpreti delle condizioni di lavoro appropriate, una formazione standardizzata a livello Europeo e il riconoscimento della professione in tutti gli Stati membri. Insomma, è stato un pomeriggio di studio ed approfondimento davvero interessante, ma soprattutto un esempio pratico di quel multilinguismo e multiculturalismo che è, o almeno dovrebbe essere, il vanto dell’Europa”

Al termine del convegno la delegazione dell’Ens ha incontrato alcuni membri della European Union of Deaf (EUD), tra cui il vice presidente Humberto Insolera, e per approfondire la situazione attuale delle varie comunità sorde europee e delle rispettive lingue dei segni. “Speriamo vivamente che questo evento storico rappresenti un ulteriore passo verso il riconoscimento della lingua dei segni italiana che aspettiamo da tanto tempo, trasformando così questi eventi eccezionali in normalità”.

Redattore Sociale

 
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