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Ricordando Padre Luigi Desio dei Figli di Maria. Educatore dei Sordi

In ricordo di Padre Desio, la Fondazione Pio Pavoni di Brescia ha organizzato un incontro per far conoscere a tutti la figura di questo sacerdote che per anni si è speso in favore dei sordi di Brescia. Erano presenti i numerosi partecipanti, per commemorare la persona che anche in quegli anni ha garantito ai sordi di Brescia i servizi e la visibilità che meritano.  A tutti i presenti é stato distribuito un opuscolo ricco di ricordi e di testimonianze di chi in quegli anni ha goduto della Sua vicinanza.

Le lettere disegnate sulla carta come opere d’arte in miniatura. Una calligrafia d’altri tempi. Leggendo le pagine scritte da Padre Luigi Desio (1921-2011) si ha l’impressione di fare un salto nel passato. Un passato che racconta storie di sordi, che, grazie al sostegno di questo instancabile sacerdote, hanno potuto studiare e trovare un lavoro, inserendosi a pieno titolo in una società che spesso lascia indietro chi incontra delle difficoltà.

In ricordo di Padre Luigi Desio, direttore per 18 anni del Pio Istituto Pavoni, nasce una piccola raccolta di scritti, intitolata
prigioniero dei sordi? Si! Come un uccello è prigioniero del cielo

Alcuni di questi testi sono testimonianza di chi lo ha conosciuto, ha lavorato con lui o, semplicemente, ha ricevuto da lui un cenno di speranza. Altri sono testi redatti dallo stesso Padre Desio, nel corso di anni e anni di lavoro a contatto con le persone sorde.

La cerimonia commemorativa si é svolta il 29 gennaio 2012 presso il salone della Fondazione Pio Istituto Pavoni in Via Castellini, Brescia.

INFO:

Associazione Genitori dei Sordi Bresciani

Fondazione Pavoni

Recensione di Marco Lué


IL RICORDO. L’intervento del sindaco all’incontro voluto da Pavoiani
L’omaggio della città alla concretezza dell’amato padre Desio.
Paroli e Fappani hanno ricordato Ie opere del religioso scomparso: «Esempio per tutti noi»

«La grandezza di un uomo si misura quando lascia concretezza. E padre Desio ha lasciato molto della sua opera. Brescia ha ancora da imparare da lui». Le parole del sindaco Adriano Paroli hanno aperto ieri (29 gennaio n.d.r.) l’incontro in omaggio di Luigi Desio scomparso nel luglio dello scorso anno, direttore fra il 1952 e il 1972 del Pio Istituto Pavoni, con la scuola per i sordi. Fu lui che ne 1984, tornato  a Brescia da un periodo romano, dopo sette anni dalla chiusura della scuola resa inutile dalla nuova frequenza nelle classi pubbliche, ridiede vitalità all’istituto in collaborazione con l’Ente nazionale sordi e l’Associazione dei genitori dei sordi. Oggi, per merito suo,presso la Fondazione di via Castellini opera un centro che supporta Ie famiglie e accompagna i bambini nel percorso scolastico dall’asilo all’università. Ha un cda di cinque membri nominati dalla Provincia, tre diretti, due su nomina dell’Ens e dei genitori; segretario è Carlo Fiori. «E’ stato padre Desio a dare voce a chi non può parlare, suoni a chi non può sentire.

E’ lui che ha dato speranze.

Che ha ridato la gioia di vivere a chi era immerso in un mondo senza rumori».

Così sta scritto nella prefazione di un libro a lui dedicato, distribuito al folto pubblico che si è assiepato nella sala riunioni, divenuta insufficiente.

A portare la loro testimonianza alcuni relatori, presenti anche nel volume, il presidente della Fondazione Mario Rinaldini, Franco Pedrali già presidente dell’Ens, l’attuale presidente provinciale Paolo Girardi, Paolo Venturelli, presidente dell’Associazione genitori dei sordi.

OSPITI D’ONORE, il Sindaco e Mario Fappani già presidente del Solco. Paroli ha parlato del suo legame lontano con il Pavoni quando, nel 1991 neofita della battaglia elettorale, fu invitato nella sede a spiegare i suoi scopi e Ie sue idee, ricevendo l’appoggio desiderato. «Da allora ho sempre seguito con attenzione e amicizia la preziosa attività dell’istituto e della Fondazione dal ruolo insostituibile in città. Esperienze come queste fanno capire che l’uomo sta sopra a tutte le difficoltà».

Anche Fappani ha ricordato le difficoltà degli inizi, il pericolo corso di una soppressione dopo la legge 517 del  1977 che aboliva le scuole speciali.

«Sono stati superati  quei momenti, si supereranno anche i problemi dell’oggi legati alla crisi. Ce lo insegnano giganti della bontà come Desio: il vicinato, la solidarietà, la generosità alla fine sono vincenti».

Nel libro viene rammentata l’onorificenza intitolata a Umberto Gnutti all’interno del Premio Bulloni, attribuita a padre Desio nel 1999 nell’auditorium di San Barnaba. Ma le soddisfazioni più belle sono sempre arrivate dai giovani.

Come nel 1997 allorché, di cinque ragazzi audiolesi diplomati seguiti dalla fondazione, tre si iscrissero all’università. Erano i primi e comincio così l’impegno di aiuto fino agli studi di massimo livello.

Magda Biglia da BresciaOggi 30 gennaio 2012

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