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Santuario di Beata Vergine de «La Rotonda» di Pumenengo in Bergamo
Una immaginetta del 1951 narra la prodigiosa guarigione di un sordo-muto di Calino avvenuta secoli fa. Quale sorpresa dunque, a conclusione dell’Anno del Rosario e a distanza di alcuni secoli, conoscere la storia della guarigione di un calinese e che ha dato origine nientemeno ad un Santuario, sulla strada per Caravaggio nei pressi di Calcio (Bergamo).
La nostra Parrocchia che quest’anno ha organizzato diversi pellegrinaggi mariani (l’ultimo in ordina di tempo a Tirano – So – il 12 Ottobre scorso) viene ora a conoscenza di questo fatto prodigioso di Pumenengo, a mezz’ora di strada da Calino, ed essendo, ripeto, sorprendente e meraviglioso merita quindi di essere raccontato e portato alla conoscenza di tutti.
Come siamo venuti a saperlo ora?
Liliana Martinelli, la cuoca del nostro Asilo, tramite un’anziana amica di Cazzago la quale, questa estate, le raccontava di un pellegrinaggio effettuato tanto tempo fa con il Parroco di allora, Don Amadio Pedersoli, in un paese del cremonese (Pumenengo è diocesi di Cremona ma provincia di Bergamo) dove si ricordava in quel Santuario, il fatto accaduto ad un sordo-muto da poco tempo trasferitosi da Calino a Pumenengo.
L’amica, dopo affannose ricerche fatte in casa trova l’immaginetta originale, dimenticata in un libro, datata 24 Luglio 1951 con approvazione ecclesiastica da parte del Vicario Generale Sac. Luigi Vigna, nella quale è descritto in tutti i particolari il fatto storico da un lato, e nell’altro la preghiera rivolta alla Vergine Santa di Pumenengo, mentre sul davanti è raffigurata la Madonna in piedi (e senza il bimbo Gesù) che, china, colloquia con il contadino protagonista del fatto e inginocchiato ai suoi piedi.
Dopo aver fotocopiato l’immaginetta (ed in seguito restituita alla proprietaria) l’ho mostrata, parlandone, al nostro Parroco don Luigi il quale ha dato la sua disponibilità, in ambito parrocchiale, per una visita al Santuario stesso nella prossima primavera.
Mi sono informato presso alcuni fra i più anziani del paese i quali ricordano di aver sentito parlare di questi proprietari terrieri a Calino (i Zamboni); solo uno però si ricorda di aver visto un quadro raffiguranti la Madonna di Pumenengo.
Interpellato anche don Cosimo di Iseo, che sappiamo molto devoto e frequentatore di Santuari mariani, mi ha risposto per iscritto: “sulle notizie circa il Santuario di Pumenengo, i suoi riferimenti calinesi sono ricordati da una lapide antica posta nel Santuario stesso. Vi sono andato una quindicina di anni fa e mi pare di aver informato qualcuno sul fatto, ma poi non vi abbiamo dato importanza. Invece lo merita”.
Casi pure don Riccardo mi ha detto al riguardo: “Penso che ci andrò anch’io, appena sarò in Italia, perché mi sento ancora un po’ di Calino…”. Anche il prof. Gabriele Archetti, ricercatore, scrittore e cultore di storia antica, si interesserà in proposito presso gli archivi vescovili. Non mi ha ancora risposto invece, dal settembre scorso, il Parroco di Pumenengo, al quale avevo chiesto notizie più aggiornate sul Santuario.
Mentre Franco Invernizzi di Calino, originario di Pumenengo, mi ha assicurato che il Santuario posto in campagna, è tuttora aperto e funzionante e che ogni anno si svolge una processione da Calcio a Pumenengo, in quanto si dice che la Madonna, quando è apparsa, rivolgesse le sguardo verso il paese di Calcio.
In attesa di visitarlo, idealmente possiamo già gemellarci con Pumenengo in quanto il nostro paese ha alcuni motivi in comune: il nostro santuario di S. Stefano e le molto “grazie” lassù sul colle ricordato; i nobili Calini che all’epoca hanno dato origine al Santuario e al nostro paese (ora sono i Conti Maggi) poi la campagna, i vigneti ecc… e soprattutto il concittadino, Francesco Zamboni, umile contadino graziato a Pumenengo che, grazie a lui continua tuttora, dopo secoli, la devozione, la venerazione ma più di tutto la preghiera filiale nei due Santuari verso la Madre del Cielo e madre dell’intera umanità di tutti i tempi.
A proposito del nostro Santuario di S. Stefano, ancora questa estate scorsa c’è stata una piccola ma interessante scoperta “storica” che molti a tutt’oggi non sapevamo, e che conferma ulteriormente l’appartenenza del Santuario, nel passato, ai nobili Calini.
Il solerte custode “pro tempore” del Santario, Roberto Ferrari, assieme al gruppo di amiche volontarie per la pulizia, nel togliere il quadro ad olio raffigurante il martirio di S. Stefano, posto sull’altare principale, ha notato sul retro, in basso, una dedica dell’autore, prima sconosciuta, scritta ad inchiostro nero e in corsivo.
Ero presente anch’io e pertanto ho preso nota per voi; la dedica è la seguente:
“Girolamo Zoli di Brescia dipinse questo quadro di S. Stefano per commissione della nobile signora Contessa Paolina Calini nata Liggeri l’anno 1839”.
Ci auguriamo che i nipoti Maggi (o chi per essi), come promesso, provvedano al più presto alla custodia del Santuario che, assieme al Palazzo della Fattoria, dove è in atto il restauro conservativo, sono patrimonio d’arte, cultura e storia cui è ricco il nostro paese.
Narra la storia che il 24 maggio 1585, quasi un secolo e mezzo dopo l’apparizione della B. Vergine a Caravaggio, avvenuta come è noto il 26 maggio 1432, ad un sordomuto di Calino, trasferitosi da poco a Pumenengo e di nome Zamboni Francesco, apparve la Madonna, e gli impose di invitare il proprietario del fondo, conte Francesco Barbò, di erigerLe un tempio dove allora esisteva una semplice cappelletta campestre.
Il sordomuto, riacquista improvvisamente la favella, compiva la celeste missione comprovando in se stesso la verità di quanto asseriva; onde il piissimo Signore, convinto, si affrettava ad effettuare il desiderio della Vergine Santissima, e a tre anni (nel 1588) col concorso del conte Antonio Secco, uno dei Condomini di Calcio e con le offerte del popolo di Pumenengo, dava costruito il sacro edificio.
La Madonna mostrò subito di gradire tanta prontezza nell’aderire al suo volere col concedere molte grazie, delle quali stavano a testimoniare centinaia di tavolette votive che ornavano le pareti del tempio.
La pietà e la munificenza della Nob. Famiglia Barbò, patrona del magnifico tempio, lo aveva pure fornito abbondantemente di dote e lo restaurò più volte. Nel 1873 il conte Giacomo, riparatolo a nuovo, vi aggiungeva sulla sommità della cupola una statua dorata che il tempo in breve consumò perché di materiale non resistente. A tutti è noto il doloroso abbandono in cui fu lasciato il Santuario durante la guerra e nell’immediato dopoguerra. Dopo 10 anni di pratiche laboriose, nel gennaio 1932, il Parroco e la Fabbriceria ebbero la consolazione di firmare un istrumento in forza del quale la Nob. Famiglia Barbò disponeva un capitale per la riattazione del tempio e per un parziale adempimento degli oneri di culto, rinunziando altresì a qualunque diritto di patronato.
Nello stesso anno la R. Sovraintendenza dei monumenti di Milano procedeva alle opere di restauro con generoso concorso dei fedeli, i quali vollero pure il tempio sormontato da nuova statua della Vergine in rame dorato a perpetuo ricordo della rivendicazione del Santuario di Lei.
Ora, dalla riconoscente gratitudine del popolo per le grazie che la Divina Madre ha di nuovo ripreso a dispensare, si attende il concorso alla riparazione dei preziosi affreschi della cupola e dei cornicioni a stucco deperiti assai per le filtrazioni avvenute nel lungotempo della desolazione.
Santuario “LA ROTONDA” di Pumenengo (Bg) – 24050 Via Santuario – Tel. 0363-994026
ORAZIONE
Eccoci, o Vergine Maria,
genuflessi su questo terreno,
toccato dai vostri piedi
per annunziare agli uomini
che da qui volevate diffondere su di essi
le vostre benedizioni.
Deh! rivolgete anche a noi
i vostri occhi misericordiosi e,
nonostante le nostre infedeltà
che ora detestiamo
con tutta la forza delle anime nostre,
ottienici le grazie che tanto desideriamo.
Ave Maria
Vergine Benedetta,
noi crediamo nella vostra potenza,
e non dubitiamo che,
come donaste l’udito e la favella
al povero sordo-muto al quale appariste,
così potete sanare
ogni nostra infermità spirituale e corporale.
Deh! movetevi a compassione anche di noi,
che non siamo meno bisognosi
di quell’infelice,
e concedeteci le grazie che vi domandiamo.
Ave Maria
O mamma celeste,
che avete salvato dall’eterna perdizione
tanti poveri peccatori,
come avete salvato questo tempio
dalla rovina,
perché volete che tutti un giorno,
da voi protetti,
possiamo saziarci delle delizie del Paradiso,
degnatevi di venire in nostro soccorso.
Fate anche discendere copiose
le vostre benedizioni su tutte le persone
a noi care, sui Pastori della Chiesa
e su tutti i popoli della terra,
affinché regni nel mondo la vera pace
e presto si adempia il voto di Gesù
che si formi un solo ovile e un solo Pastore.
Ave Maria
Auxilium Christianorum, ora pro nobis
Beata Vergine del Santuario “La Rotonda” di Pumenengo, Bergamo a cura di Celeste Ferrari Parrocchia di San Michele Arcangelo in Calino
Lapide in Viale Santuario di Pumenengo: Il 24 maggio del 1585 MARIA SS. apparve qui e disse al vecchio campagnolo sordo-muto FRANCESCO ZAMBONI che qui per la prima volta acquistò l’udito “DIRAI AL TUO SIGNORE CHE QUI MI DEDICHI UN TEMPIO e di parve a tutto prodigio IL CONTE FRANCESCO BARBÒ e tutti cedettero.