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Scuola: Legge 517 a 30 anni dalla sua approvazione (Newsletter della Storia dei Sordi n. 244 dell’ 11 maggio 2007)

Secondo il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima, “è necessaria una nuova scuola, piu’ inclusiva, piu’ attenta ai bisogni di quell’utenza piu’ debole a cui, in termini di cura e accoglienza della persona, non abbiamo saputo ancora dare risposte soddisfacenti”. E’ quanto è emerso nel corso del Convegno ”Volare si puo’- Per un progetto di vita e il diritto alla cittadinanza delle persone con disabilita”, iniziativa dedicata alla legge 517, a 30 anni dalla sua approvazione, che, come ha sottolineato Rosa Mongillo, della Segreteria nazionale della Cisl Scuola , “è un’occasione per riflettere su quanto è stato fatto in questi trenta anni e su come va evolvendosi, se si evolve, il processo di integrazione nel nostro Paese”.
“La legge 517 del 1977 – ha richiamato Mongillo – fonda le sue radici nel documento Falcucci, che riorganizza la Scuola dell’obbligo per un’adeguata accoglienza e appunto di integrazione delle persone con disabilità, dal tempo scuola all’ingresso di nuovi linguaggi, alla cooperazione tra istituzioni scolastiche e servizi sanitari previsti sul territorio e stabilisce un principio fondante i soggetti con difficoltà di sviluppo, di apprendimento e di adattamento devono essere considerati protagonisti della propria crescita, protagonisti dunque, del proprio progetto di vita e protagonisti nell’esercitare il loro diritto ad una cittadinanza attiva e partecipata”.

“Ma bastano le buone leggi?” si chiede la Mongillo. “In questi ultimi anni –osserva- si sono prodotte una serie di “smagliature” che stanno causando un forte arretramento nella qualità dell’integrazione: la mancanza di un piano nazionale di formazione e aggiornamento dei docenti; una forte discrepanza tra organico di diritto e organico di fatto che non consente la continuità dei docenti a scapito del progetto didattico; l’utilizzo sempre più diffuso, dei docenti di sostegno per la sostituzione dei colleghi assenti; la diminuzione delle ore di sostegno per ogni alunno con disabilità; leggi-finanziarie che pesantemente si abbattono sulle risorse economiche e che vanno ad incidere anche sulla composizione delle classi, allontanandosi da quanto invece era stabilito nella 517 che prevedeva,in presenza di alunni con disabilità una media di 15-20 alunni per classe; edifici scolastici ancora non in regola con le più elementari norme previste per l’abbattimento delle barriere architettoniche”.

“Inoltre – prosegue – dobbiamo segnalare un allentamento di quella tensione sociale e culturale che aveva portato all’emanazione di leggi innovative, uniche in Europa. L’attuale società è sempre più propensa a preoccuparsi dell’immagine piuttosto che dell’essenziale,a vivere un privato piuttosto che essere coartefici di un progetto comune che tuteli e salvaguardi i diritti di ognuno e in particolare di chi è in difficoltà”.

“E’ necessario ripartire, ridare nuovo slancio -conclude la Mongillo – utilizzando un’occasione importante come la Convenzione Internazionale dei diritti delle persone con disabilità, firmata lo scorso 30 marzo anche dall’Italia”

Fonte: CISL Scuola 7 maggio 2007


L’integrazione scolastica, 30 anni dopo (Convegno 2 maggio 2007).

La legge 517 del 1977 per l’integrazione degli allievi in situazione di handicap nelle elementari e medie è stata un punto di svolta. In Cattolica un convegno  per discutere su quanto è stato fatto e quanto – molto – resta da fare

Dove nasce l’integrazione? Una domanda alla quale 30 anni fa i politici italiani hanno risposto con una legge. L’integrazione nasce tra i banchi di scuola. La legge è la numero 517, e consente l’accesso alle classi delle scuole elementari (art. 2) e medie inferiori (art. 7) degli allievi in situazione di handicap.

Inoltre prevede gli strumenti necessari per adempiere a tale obbligo: insegnanti di sostegno specializzati e numero di alunni per classe non superiore a 20, interventi specialistici dello Stato e degli Enti locali.

Ma a trenta anni di distanza dalla legge 517, quanto è stato realmente fatto per l’integrazione dai banchi di scuola, e quanto si può ancora fare? La discussione ha avuto luogo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano grazie al convegno Dalla legge 517 a oggi, 30 anni di integrazione scolastica: cosa abbiamo capito. Dopo i saluti del prorettore Maria Luisa De Natale, del Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, Michele Lenoci e del Direttore del dipartimento di Pedagogia, Cesare Scurati, la giornata di confronto ha prodotto molti spunti di riflessione grazie alle numerose testimonianze di docenti che hanno prodotto un approccio a 360°, partendo dalla storia della Legge 517 negli interventi di Andrea Canevaro (Università di Bologna) e di Maura Gelati (Università Milano-Bicocca), sino alle esigenze specifiche: deficit sensoriali a scuola (Roberta Caldin – Università di Padova), esigenze speciali (Dario Ianes – Università di Bolzano), diffiltà di apprendimento (Mariateresa Cairo – UCSC) o alle nuove “urgenze” (integrazione alunni disabili extracomunitari).

Sotto i riflettori anche il ruolo della famiglia (Simonetta Polenghi- UCSC) e quello dei servizi territoriali (Carlo Mozzanica – UCSC).

«La scuola deve poter accogliere tutti. E’ chiamata a guardare le diversità di ciascuno per fare in modo che si possano sviluppare le risorse che ognuno possiede» ha commentato Maura Gelati, una delle relatrici del convegno e docente dell’Università degli studi Milano-Bicocca. «La legge 517 del 1977 per l’integrazione scolastica fu anticipata dalla Relazione Falcucci. Quest’ultima fu un lavoro lungo, dettagliato, probabilmente più complesso della legge 517, ma fu il primo grande documento in cui vennero espressi vari punti di vista problematici e discutibili sui soggetti portatori di handicap. Fu un documento anticipatore dei tempi in cui venne siglato» continua Gelati «grazie ad esso si arrivò all’integrazione scolastica, in quanto proprio la legge del ‘77 abolì le classi differenziali nei primi anni scolastici, oltre che quelle definite “di aggiornamento” della scuola media e superiore».
Il convegno fortemente voluto dall’Università Cattolica è servito per capire cosa è stato fatto a trenta anni dalla legge sull’integrazione degli studenti disabili. Ma soprattutto dovrebbe servire per capire quanto ancora c’è da fare.

Mirko Nuzzolo – Alessandra Paroni Sterbini (Pubblicato: 07/05/2007 Fonte: Cattolica news Magazine online dell’Università Cattolica Milano) – nw241


 Newsletter della Storia dei Sordi n. 244 dell’ 11 maggio 2007

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