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Miss Deaf World a Ilaria Galbusera. Per la prima volta della Storia dei Sordi in Italia

I successi e i progetti di Ilaria  (Intervista a Ilaria Galbusera)

Aveva suscitato interesse e anche fatto discutere, nei mesi scorsi, il Concorso “Miss Italia Sorda” di Caserta, al quale, tra gli ospiti d’onore, era presente Ilaria Galbusera, incoronata a Praga “Miss Deaf World”, ovvero “Miss Mondo Sorda”. In questa bella intervista curata per il nostro sito da Marta Pellizzi, conosciamo una giovane donna che con le sue varie attività – dallo studio ai Concorsi di Miss, dallo sport al teatro – intende «far capire che una persona sorda non è inferiore a una udente» e che «con la forza di volontà si può arrivare davvero in alto»

Ilaria Galbusera viene incoronata «Miss Mondo Sorda 2011» a Praga. Ilaria, sei da poco reduce dal Concorso “Miss Italia Sorda” di Caserta. Cos’è stata per te questa esperienza?

«Sono stata invitata a “Miss Italia Sorda” come ospite d’onore e ho avuto la possibilità di trascorrere quattro giorni a stretto contatto con le partecipanti, condividendo con loro emozioni, gioie, ansie e paure, e collaborando con tutto lo staff.

Ero presente alle prove e ho visto nascere poco per volta questo importante evento; assistere alla finale è stato per me doppiamente emozionante e toccante. Avendo alle spalle un’esperienza di questo tipo, riuscivo a comprendere gli stati d’animo delle ragazze sul palco, la loro agitazione e le loro sensazioni. L’esperienza è stata indimenticabile, mi ha regalato molto, bellissimi ricordi e tanta nostalgia, una volta tornata a casa, ma soprattutto mi ha dato la possibilità di conoscere nuove persone».

Il concorso che si è tenuto a Caserta non è quindi il solo a cui hai partecipato. Sei infatti “Miss Mondo Sorda“. Come vivi questo impegno?

«Sono stata incoronata Miss Deaf World 2011 l’8 luglio a Praga e vorrei che questa vittoria fosse di esempio e incentivo a tutti i ragazzi che vivono nella mia condizione. C’è un mondo lì fuori che vale la pena di scoprire e di vivere. La sordità non dev’essere un limite. Vivo questo impegno come una “missione”. Vorrei cioè riuscire, anche nel mio piccolo, a far capire che una persona sorda non è inferiore a una udente; con la forza di volontà si può arrivare davvero in alto».

La tua disabilità quanto influenza la tua vita e in questo caso come ha influenzato le tue scelte rispetto ai concorsi di bellezza?

«Fortunatamente ho avuto una famiglia forte alle mie spalle che mi ha aiutata e mi aiuta ancora oggi. La mia disabilità ha ovviamente influenzato la mia vita. La società, infatti, vive ancora oggi su pregiudizi e inutili stereotipi sulle persone sorde. Si è ancora molto “ignoranti” sulla sordità, si sa ancora davvero troppo poco, non si è consapevoli delle difficoltà che una persona sorda incontra nel mondo… Il fatto di apparire “normali”, poi, è penalizzante, perché di una persona sorda non capisci che è tale finché non ti relazioni, non è una disabilità “visibile”; è necessario informare, far capire, comunicare, per poter abbattere queste enormi barriere.

Più che influenzato, la mia disabilità mi ha “costretto” a partecipare a questo tipo di concorsi: è difficile, infatti, per una ragazza sorda, partecipare a concorsi per persone “normali”».

Tu studi, che università frequenti?

«Frequento il Corso di Economia e Gestione dei Beni Culturali e dello Spettacolo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dopo avere preso il diploma al Liceo Scientifico Lussana di Bergamo».

Come riesci a seguire le lezioni? Hai un tutor?

«Il passaggio dalle superiori all’università è stato difficile e netto. Al liceo ero affiancata per diciotto ore settimanali da un assistente di sostegno e da un educatore tecnico, che nel corso delle lezioni mi aiutavano con gli appunti e mi supportavano ogniqualvolta non avessi capito o mi fosse sfuggita una frase. All’università non ho nessuno dei due; mi siedo nelle prime file, avviso il professore della mia presenza e mi aiuto con la lettura labiale. Così facendo, però, non posso permettermi di abbassare la testa per prendere appunti (cosa scontata per gli udenti), perché perderei il resto della frase. E diventa un bel problema anche quando il professore si gira di spalle o cammina per l’aula!

Purtroppo la mia università non dispone di alcun tutor/interprete LIS/assistente (il LIS è la Lingua dei Segni Italiana, n.d.r.) che mi possa affiancare, se non in sede d’esame o se non a mie spese. Questa è la  situazione presente anche in molte altre università, i “tagli” finiscono sempre per penalizzarci.

Nonostante tutto, però, il Servizio Disabili, l’Ufficio dell’Università Cattolica preposto all’aiuto e al sostegno di persone appunto “disabili”, ha un ottimo riguardo nei miei confronti,  si è instaurata una bella collaborazione e si cerca di risolvere ogni tipo di problema. Nel frattempo, con tanta pazienza, buona volontà e tanti sacrifici, sto portando avanti il mio percorso universitario».

Appare davvero incredibile – vale qui la pena sottolineare – come nel 2011, per le persone con disabilità, studiare sia ancora troppo spesso una “vera impresa”, fatta di sacrifici e di rinunce. Ed è intollerabile che nonstante le difficoltà, una persona disabile debba anche sforzarsi per ottenere ciò che le dovrebbe essere garantito. Di questo passo il rischio è quello di avere sempre meno studenti con disabilità  nelle università, anche se forse questo non importa poi molto alle Istituzioni…

Ti senti penalizzata rispetto ai tuoi coetanei e compagni di università?

Un’altra bella immagine di Ilaria Galbusera «Obiettivamente e oggettivamente si, ma solo per quanto riguarda il “seguire le lezioni”; per loro è scontato poter prendere appunti ascoltando il professore senza guardarlo. Io devo sprecare il doppio delle energie: non devo perderlo di vista, memorizzare le frasi e nei momenti di pausa scrivere. Fortunatamente ho a che fare con  persone meravigliose che hanno compreso la mia situazione e che in qualche modo mi aiutano offrendomi i loro appunti da fotocopiare. A loro vanno i miei più sinceri ringraziamenti».

Oltre agli studi e a Miss Deaf World, quali sono attualmente gli altri tuoi interessi?

«Mi piace molto la recitazione in teatro, l’ho fatto per anni, entrando anche a far parte della compagnia teatrale del mio liceo. Attualmente, con grande dispiacere, questo interesse è stato messo un po’ da parte, a fronte dei nuovi impegni. Quando però tutto si sarà “calmato”, vorrei poter riprendere e perfezionare questa passione. Inoltre, amo tutto ciò che riguarda l’arte, i viaggi, le letture, la moda, i film, lo sport in generale… Diciamo che sono una persona eclettica!».

Sei anche una sportiva. Quale disciplina pratichi?

«Gioco a pallavolo da quando avevo 11 anni, dopo avere provato diversi sport. Mi sono appassionata a questo sport seguendo le “gesta” di mio fratello; è lui che mi ha spronato a provarci ed è lui che mi ha convinto ad accettare la convocazione in Nazionale Sorde. Da sette anni, infatti, disputo anche il Campionato Non Udenti».

Fino ad ora quali sono stati i risultati che hai ottenuto in campo sportivo?

«Con la maglia della USSB Bergamo abbiamo vinto due scudetti e nel beach volley sono riuscita, in coppia con Sara Batresi, a conquistare il tricolore nel 2008.

Il mio primo impegno con la maglia azzurra è stato nel 2007 ai Campionati Europei in Belgio. Successivamente, nel 2009, è arrivata la convocazione per le Deaflympics (Olimpiadi Silenziose) a Taipei, nell’isola di Taiwan, appuntamento che rischiai di saltare a causa di un grave infortunio al ginocchio sinistro. Ma la tenacia e la tanta voglia di partire fecero sì che in cinque mesi riuscissi  a recuperare completamente, meritandomi la fiducia dell’allenatore e potendo così aggregarmi al gruppo.

Le Deaflympics sono uno dei ricordi che conservo più gelosamente. Il risultato più emozionante, però, è stato anche quello più recente, vale a dire la medaglia d’argento agli ultimi Europei di Antalya, in Turchia, con la conquista del pass per le Deaflympics di Budapest del 2013. Da troppo tempo la nostra pallavolo non raggiungeva un risultato così prestigioso, esattamente dal bronzo del 1999. Sono davvero orgogliosa di far parte di questo gruppo».

Hai altri progetti e interessi che stai portando avanti?

«Intanto no, mi sembra di essere già abbastanza impegnata. Dal punto di vista sportivo, continuando il discorso precedente, mi sto e ci stiamo allenando per le prossime Olimpiadi Silenziose e per i Giochi Mondiali, che si svolgeranno ad agosto dell’anno prossimo in Bulgaria. Ci teniamo a mantenere il nostro ruolo di vicecampioni d’Europa!

Intendo poi continuare l’impegno di Miss, finché me ne sarà data la possibilità, perché è un’esperienza nuova che voglio vivere fino in fondo. E ovviamente intendo portare avanti la mia carriera universitaria, perché l’istruzione è molto importante».

Cosa vedi nel tuo futuro?

«Mi piacerebbe riprendere, come ho già detto, la strada della recitazione. Ho in cantiere, in collaborazione con la mia insegnante di teatro, un  progetto di integrazione rivolto ai bambini e ai ragazzi sordi e udenti. Lo scopo ultimo è, grazie al teatro e alla recitazione, poter imparare a relazionarsi con persone “diverse”. Attualmente il progetto è “congelato” per mancanza di fondi. Per ultimo, ma non meno importante, intendo laurearmi».

Grazie Ilaria per avere accettato di rispondere alle nostre domande, sono sicura che le tue parole faranno riflettere su svariati temi. (Marta Pellizzi)

Marta Pellizzi, nostra collaboratrice che ha curato per Superando la presente intervista a Ilaria Galbusera, è una giovane donna ipovedente che ha recentemente lanciato il Progetto ALLforFASHION. La bellezza, seppur diversa, è sempre bellezza, per favorire l’inclusione nel mondo della moda delle persone con disabilità, fornendo loro una formazione e anche una possibilità di socializzazione e conoscenza. Se ne legga ampiamente nel nostro sito cliccando qui.

Del Concorso Miss Italia Sorda il nostro sito si è occupato anche all’interno di un’analisi curata da Simona Lancioni (cliccare qui)

Fonte: superando.it 7 ottobre 2011


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