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Occhio alle mani.

OCCHIO ALLE MANI.
La lingua dei segni in III C. Annotazioni tecniche delle maestre

Esistono tantissime lingue al mondo: alcune usano parole lunghissime, altre hanno (quasi) solo parole di una sillaba, in certe lingue ci sono tanti suoni, in altre non più di sette o otto, ma ci sono anche lingue che funzionano senza nessun suono e che usano movimenti delle mani nello spazio ed espressioni del viso per costruire segni che, come le parole, si legano tra loro a formare frasi. Sono le lingue dei segni, che storicamente si sono sviluppate nelle varie comunità di sordi del mondo. Non sono tutte uguali (non più di quanto lo siano l’italiano e l’inglese, ad esempio), ma nessuna di esse usa i suoni per comunicare.

Gli studi che si occupano di definire le lingue e il loro funzionamento (la linguistica), ci dicono che una lingua è un sistema di simboli e di regole grammaticali condiviso da una comunità e che permette di esprimere qualsiasi tipo di pensiero.

In Italia tanti sordi, le loro famiglie, i loro amici usano la Lingua dei Segni Italiana (LIS) per raccontare cose importanti o buffe, per risolvere problemi di matematica, per spiegare cosa è successo ai dinosauri, o come si fa il risotto ai formaggi. Non è necessario, quindi, usare la voce per avere una lingua: l’importante è avere dei simboli e una grammatica. Esistono vari vocabolari dei segni LIS (il Radutzky è il più importante), e ci sono anche dei libri di grammatica, che spiegano come si costruiscono le frasi, perché la Lingua dei Segni Italiana funziona in modo molto diverso dall’italiano. Per certi aspetti, somiglia al cinese.

In III C, tutti (chi più, chi meno: chi segnando a tutto spiano, chi zoppicando tra un segno e l’altro) usiamo la LIS accanto all’italiano (e in questo caso accanto è la distanza fisica tra la bocca che parla e le mani che segnano).

Collage di riflessioni sparse dei bambini.
Tutti i giorni, dalla prima, in classe c’è Laura, che traduce quello che dicono le maestre in Lingua dei Segni.

L’anno scorso abbiamo fatto anche un corso di LIS, il martedì pomeriggio. Le prime volte è stato faticosissimo.  Non eravamo abituati a guardare la maestra, senza poterle staccare gli occhi di dosso, ma se non si parla e si segna soltanto, bisogna fare così.

È bello essere capaci di segnare (così posso sapere due lingue): è una cosa nuova (prima di andare a scuola non conoscevo questa lingua), è un meccanismo di mani (mi piace fare i segni con le mani), ci sono dei segni divertenti e particolari (a me piacciono tantissimo i colori), e poi è utile anche per comunicare a distanza con le maestre o con i compagni.

La Lingua dei segni in III C
Per ricordare più facilmente i segni, spesso utilizziamo le foto e stiamo costruendo un piccolo dizionario con nomi di persona, animale e cosa, azioni e colori.

Guardate cosa riusciamo a fare …

Dalla IIIC:
Maria, Maria, Alice, Alice, Matteo Jhosmery, Roberto, Sarah, Christian, Stian, Nicolas, Zaccaria, Eleonora, Rebecca, Aya, Francesca e Giulia.

Laura, Roberta, Luisa, Clotilde, Anna e Maria.

nw067 – 9 aprile 2012

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