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Giovanni Corrado Amman

Giovanni Corrado Amman. Fu detto “Il fondatore del Metodo Orale”, ma questo onorifico titolo gli fu conferito per dilatazione di merito e quasi per compenso alla sua opera didattica e scientifica. Egli, infatti, non fu il primo educatore dei sordomuti con la oralità dell’espressione, con lo esercizio dell’imitazione dei moti fisiologici dell’apparato vocale, ché tale procedimento tattile-visivo-fonetico era stato precedentemente e sapientemente usato dall’abate benedettino Pedro Ponce de Leon e da altri insigni studiosi, tra i quali, oltre il Wallis e l’Holder, va annoverato Giovanni Bulwer che, riconoscendo l’utilità d’istruire il sordomuto e di dargli l’abilità della lettura delle parole dai movimenti linguo-labiali, scrisse il “Philicophus” che si traduce “L’amico del sordo” e che resta, nei riguardi della lettura labiale, l’opera pedagogica, se non fondamentale, degna tuttavia del massimo apprezzamento. Già del resto, il geniale scienziato pavese Gerolamo Cardano aveva conclamato il diritto del sordomuto ad essere istruito e l’obbligo della società di istruirlo e Fabrizio d’Acquapendente, seguito da una onorata schiera di nostri concittadini, aveva dato col suo “Trattato della loquela” illustrazione scientifica agli organi della parola, al fenomeno emissivo della voce e alle anomalie della fonesi e della pronuncia.

Compiuta per dovere di onestà, questa rievocazione rapida e parziale delle altrui benemerenze e dell’indiscutibile primato degli italiani nella valutazione umana del sordomutismo, è giusto e doveroso nel terzo centenario della sua nascita commemorare l’autore del “Sordus loquens”, e così ricordare ai sordomuti e ai loro insegnanti quanto Egli contribuì con gli atti e gli scritti a dare precisazione descrittiva al procedimento logico fonetico per cui il “surdus” diventa “loquens”, e così il verbum, parola-idea, fiorisce anche su labbra prima silenziose per dare all’anima la sua divina, ma pur connaturata, espansività.

Giovanni Corrado Amman, nato in svizzera, a Sciaffusa, nel 1669, visse a lungo in Olanda; era medico, ma non limitò la sua attività all’esercizio professionale; anzi si dedicò con intensa assiduità e profondità a studi teorici e a ricerche pratiche di anatomia, di fisiologia e di fonetica realizzando felici esperienze e traducendole in elaborati che costituivano essenze in caduche di dottrine e lasciarono orme che l’usura del tempo e il susseguirsi delle evoluzioni non sono valsi a cancellare.

Quando ebbe occasione d’incontrare fanciulli minorati dell’udito, si mise con impegno ad iniziarne l’educazione e, in applicazione alle sue conoscenze scientifiche regolando il ritmo respiratorio, l’emissione del fiato, il senso vibro-tattile, ottenne la produzione vocale.

Poi, con le studiate aperture muscolari e mandibolari e gli opportuni impedimenti della lingua, dei denti, delle labbra alla corrente sonora, riuscì a far emettere, con l’adozione del metodo sillabico, i vari fonemi, che subito unì nella formazione delle parole, e queste nella composizione delle proposizioni. In tal guisa imprese, se non il primo, certamente il più grande impulso e l’inarrestabile abbrivo all’educazione del sordomuto per mezzo del linguaggio parlato perfezionandolo con l’esercizio della lettura labiale in sostituzione della mancata audibilità. Né s’indugiò per inseguire la purezza e la esatta fonetica in ripetizioni snervanti e dannose, ma, consapevole della necessità per la coscienza umana di accogliere, conservare e fondere il maggior numero possibile di acquisizioni concettuali, procedeva oltre, aspettando poi il momento opportuno per emendare, levigare e perfezionare; (prassi da troppi oggi dimenticata!).

E’ vero che consimili risultati aveva raggiunto P.Ponce, che fu senza dubbio l’iniziatore del metodo orale; però mancò al benedettino il merito di mettere gli altri in condizione di conoscere e imitare le sue esperienze; l’Amman, invece, non solo non si circondò di ridicoli segreti, come fece l’ebreo tedesco di Lipsia, ma diffuse con larga generosità il contenuto della sua metodica educativa dando rilievo e serietà dottrinale, con pubblicazioni d’inestimabile pregio, alle approssimative conoscenze vagamente pervenutegli.

Trattò della configurazione fisiologia dell’organo vocale e del processo respiratorio-fonetico con particolari disquisizioni  sull’origine della loquela, sulla ancora non sono ben definitiva struttura degli alfabeti e infine sulla pratica didattica per condurre i sordi e i difettosi di pronuncia alla normale espressione locativa.
Questo invero è il contenuto dell’opera fondamentale dell’Amman da Lui scritta nel 1692 e intitolata in “Surdus loquens” che poi riprodusse con opportune precisazioni e amplificazioni sulla “Dissertazione della loquela”, edita nel 1700.

Tale opera, che Giulio Ferreri definì “un vero capolavoro della letteratura speciale sia pel fondamento scientifico che la informa, sia per la precisa esposizione del procedimento” valse appunto all’Amman la qualifica di Fondatore, perché Egli in effetto fu del Metodo Orale il geniale assertore, il metodico e sicuro espositore e, per noi, il vero e glorioso maestro che giganteggia nella storia della pedagogia emendatrice.

Non il passare degli anni, né la evoluzione progressiva delle scienze e nemmeno i nuovi studi e i nuovi tentativi delle sollecitazioni metodiche, che vogliono concorrere ad affrettare e a rendere più solide e feconde le conquiste ideologiche e spirituali del sordomuto, possono togliere o semplicemente attenuare il valore soverchiante e operante del linguaggio parlato, che rimane il sestante più sicuro per l’orientamento animico e il migliore congegno dell’umana valutazione e della conseguibile elevatezza morale.

Noi stessi, che il metodo educativo illustrato e vivificato dallo Amman desideriamo aggiungere il valido tributo di altre forme espressive, tendiamo onestamente a dare a quel metodo la più rapida e fertile elasticità, sicché esso divenga sempre più e sempre meglio strumento d’arricchimento di intelletto e di spirito.
Questo è il nostro costante e attivo pensiero e “honni soit qui mal y pense”.

Intanto ricordiamo con riconoscente reverenza l’educatore-medico che alla Scuola emendatrice, dal Ponce umilmente iniziata, dette vittoriosa attuazione pratica e scientifica, onde il sordomuto, costretto da secoli per l’incomprensione aristotelica in una iniqua e soffocante svalutazione umana, poté finalmente avanzare a grandi giornate per la strada maestra del riscatto e della verità.

Fonte: “Nel terzo centenario di Johann Konrad Amman (1669-1969)

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