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Il Beato Lorenzino Sossio e il miracolo della parola

IL BEATO LORENZINO SOSSIO E IL MIRACOLO DELLA PAROLA

Nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, in Marostica, c’è una grande cappella laterale in onore di Lorenzino Sossio, con la sua urna e i dipinti; la forte devozione popolare depone ancora fiori e candele al suo altare. Anche il soffitto della parrocchiale vede effigiato il Beato Lorenzino.  A lui rimane a tutt’oggi intestata la via che fiancheggia la chiesa e una scuola materna, retta dalle suore. Rimane pure il capitello in fondo alla strada a lui dedicata.

Nel borgo natale di Valrovina, dove si conservano alcune reliquie del beato,  la via principale reca il nome del Beato Lorenzino; quadri che lo effigiano sono nella chiesa di Sant’Ambrogio, specie sul soffitto; un’edicola a monte della chiesa è dedicata al piccolo martire ed in esso un quadro ricorda il primo miracolo della parola, a soli dieci giorni d’età.

Pio IX nel 1870, a beneficio del clero di Padova e di Vicenza, concesse l’ufficiatura propria del Beato Lorenzino Sossio, fissando al 15 aprile la sua festa liturgica.

Tuttavia il sito www.santiebeati.it ci avverte che ora “Il culto liturgico ufficiale ora è stato abbandonato a norma delle disposizioni postconciliari, come del resto è avvenuto anche per Simone di Trento. Si celebra invece ancora, purtroppo, e con grande solennità, la festa esterna nella seconda domenica dopo Pasqua”.

La miracolosa storia del Beato Lorenzino la possiamo leggere nel sopracitato sito “santiebeati.it” ma anche in altri come http://www.sitoveneto.org/beato_lorenzino_martire.html e anche nel Blog Centro Studi Giuseppe Federici che tra l’altro ci racconta:

”Il Beato Lorenzino Sossio (o Fossa o Fosser o De Lorenzoni) nacque nella contrada di Valrovina (frazione di Bassano del Grappa) nel 1480. Il padre, milite della Serenissima, dopo una sola notte di matrimonio, fu costretto a partire per la guerra; tornato dopo nove mesi trovò la moglie con in braccio il neonato di dieci giorni appena. Credendosi tradito e colto da improvvisa gelosia, sguainò la spada e minacciò di uccidere la sposa, che, devota della Santissima Vergine, ne invocò la protezione nel pericolo.

Ed ecco il primo miracolo:
l’infante di soli dieci giorni s’interpose,
afferrò con le mani la spada del padre,
e gli disse: ”Fermati, padre mio, ch’io sono tuo figlio
”.

Cinque anni dopo, il 5 aprile 1485, questo fanciullo venne attirato in una località isolata e barbaramente assassinato da alcuni individui, forse giudei…

Un miracolo del genere, di un neonato che parla per salvare la madre, lo troviamo anche nella storia di Sant’Antonio da Padova.

P.Vincenzo Di Blasio – re022 – 27 settembre 2012

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