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Fatti per arte parlanti. Il 160° del Pio Istituto Sordi di Milano

160° del Pio Istituto Sordi di Milano, «Fatti per arte parlanti». Per onorare i 160 anni di vita del Pio Istituto Sordi di Milano, il Consiglio di Amministrazione dello stesso «… ha ritenuto doveroso e giusto fare memoria della figura di Don Giulio Tarra… che dedicò tutta la propria vita al Pio Istituto e all’istruzione dei sordomuti…», e ha delegato ad Anna Debè, giovane ricercatrice laureata in Pedagogia – disciplina che studia i processi dell’educazione e della formazione umana – all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, di riscriverne la memoria, ed essa ha trattato una sintesi storiografica del Pio Istituto dei Sordomuti Poveri di Campagna, al tempo in cui era Rettore il Tarra, basandosi sulle informazioni a lei fornite ” … dai membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione dell’Istituto, da cui essa ha tratto una sintesi storiografica del Tarra su un volumetto di 102 pagine, formato 14,5×21, dal titolo enigmatico, «Fatti per Arte Parlanti» che lascia perplessi gli studiosi di storia dei sordi.

Il volume è stampato da EDUCatt, l’Ente per il Diritto allo Studio Universitario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Nella prefazione al volumetto, il Presidente del Pio Istituto, Daniele Donzelli, afferma che nel libro sono elencate le vicende sulla storia del Pio Istituto dei Sordi, mentre nell’Introduzione l’autrice riproduce integralmente quanto di Don Giulio Tarra, aveva scritto nel 1914, per Conto del Comune di Milano, in occasione del XXV dalla dipartita, la maestra Angelica Boldrini, presentando ai suoi piccoli lettori «… la storia di un bambino divenuto educatore…», ritenendo che il religioso Tarra «… promosse il passaggio da un’educazione dei sordomuti concepita come “arte”, a una invece dai solidi caratteri propri della “scienza”».

Da pagina 13 alla pagina 90 il libro è suddiviso in  nove succinti capitoli, dove la Debè descrive ai lettori la storia di Giulio Tarra ripresa dalle documentazioni a lei fornite e conservate nell’archivio del Pio Istituto. La storia inizia da «Infanzia e giovinezza di Giulio Tarra», nato a Milano nel 1832, elenca gli studi da lui intrapresi, fino al Seminario per le Missioni Estere, che lo affascinavano.

Il secondo capitolo è dedicato alle origini del Pio Istituto, fondato in contrapposizione all’Imperial Regio Istituto, fondato nel 1805 per sordomuti “di civile condizione” (che potevano pagare la retta), mentre l’Istituto Pio, inaugurato nel 1853, era per “sordomuti poveri di campagna”.

L’autrice narra quindi “Il primo contatto di Tarra con l’Opera per i sordomuti”, cui segue la sintesi dell’Istruzione dei sordomuti nell’Italia dell’Ottocento, passando da Metodo orale e mimico-gestuale, per arrivare al fondamentale Congresso di Milano del 1880, dove il Tarra è stato incaricato a presiederlo, perorando la causa del “metodo orale puro”, che “… deve essere preferito a quello della mimica per l’educazione e l’istruzione de’ sordomuti …”.

Nel capitolo successivo, Le linee educative nel Pio Istituto di Milano, si fa presente che in quella scuola erano ammessi «… bambini e ragazzi  non udenti residenti sul territorio della Diocesi di Milano, di età compresa fra i 9 e i 14 anni e appartenenti a nuclei familiari in condizioni di miserabilità, per cui il Tarra ribadiva che «… non s’ammette da noi il sordomuto agiato …- e – ne sono parimenti esclusi quei sordastri che godano d’un grado d’udito bastevole per venire educati altrove…».

Tarra è stato anche un fecondo scrittore e nel capitolo I libri di lettura del Tarra la Debè fa presente che i testi del Tarra si riferivano a questioni per l’educazione e l’istruzione dei fanciulli sordomuti.

Nell’ultimo capitolo, prima della conclusione, si fa riferimento alla «Scuola speciale “Giulio Tarra” per sordomuti» che, aperta nel 1916 sotto la direzione di Rosa Marelli Vergani, già assistente al Pio Istituto,  quella scuola si estese, e la sede operativa di viale Zara 100, a Milano, divenne un Centro di coordinamento e di organizzazione per l’inserimento scolastico dei non udenti.

Nella conclusione, si riporta un sintetico scritto di padre Tommaso Pendola, delle Scuole Pie di Siena, il quale dichiara di non averlo mai potuto avvicinare, ma ha seguendo i suoi lavori, ne ha potuto apprezzare la “bontà d’animo”, con cui non  cercò di fondersi esclusivamente sulla carità evangelica, ma fu illuminato dallo studio della ricerca, che lo portò a confrontarsi con esperti   istitutori di diverse nazionalità.
Marco Lué – re192

AUTORE: Anna Debè
TITOLO: Fatti per arte parlanti
Don Giulio Tarra e l’educazione dei sordomuti nella seconda metà dell’Ottocento.
Milano, 2014, Ed. EDUCatt – 102 pp.

PER SAPERE DI PIU’
Pio Istituto Sordi di Milano

Fondazione Pio Istituto Sordi Milano

160° Anniversario della Fondazione Istituto

Fin qui, ho recensito senza commenti personali il libro di Anna Debè, ma dopo aver chiuso la recensione, ritengo che l’esame di un libro è rivolto ai potenziali lettori e quindi la sua funzione deve essere quella di aiutarli a decidere se leggere un libro o no, in tal modo il maestro aiuta l’allievo a riconoscere che la propria verità è solo un’opinione che va sottoposta a verifica.

Avendo letto e recensito diversi volumi storiografici che proprio il Pio Istituto aveva lasciato in eredità all’Ente Nazionale Sordi di Milano, il riassunto della pedagoga Anna Debè mi sembra mancante di alcune nozioni fondamentali, che si possono trovare solo sui libri scritti da chi aveva conosciuto direttamente Tarra, e non solo dai racconti poco precisi dell’ultimo Rettore del Pio Istituto o di un ex allievo che poco o nulla sa di Don Giulio Tarra: Carlo Perini, in “Vita di Giulio Tarra” descrive che «… tutti i sordomuti parlano, nelle scuole del Tarra… eppure c’erano degli uomini che dubitavano del metodo orale puro!», e a proposito del Congresso di Milano del 1880, bisogna aver letto gli atti di quel Congresso, stilati da Pasquale Fornari, citato dalla Debè, ma come semplice partecipante all’evento, il quale a conclusione degli Atti cita testualmente che «… fra tante osservazioni, emendamenti, proposte e dichiarazioni, una cosa è chiarissima, che la questione non è chiarita!», quindi mi rammarico che nel libro su Giulio Tarra, si siano tralasciate nozioni fondamentali.
Marco Lué

«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini

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