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Giulia: “Grazie alle mie amiche ho scoperto come canta chi non sente: danza”

Ascoltare la musica anche se si è sordi. Sembra impossibile, ma non lo è e lo dimostrano Micaela Candrilli, Giulia D’Orazio e Martina Romano, ventenni, amiche e compagne alla facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Iulm di Milano. “Ci siamo conosciute a lezione–racconta Giulia, unica normoudente del trio-. Subito ci siamo piaciute. E’ scattata una solidarietà reciproca: io le aiutavo quando avevano difficoltà a capire, loro quando mi perdevo qualche parola a lezione. Sanno leggere il labiale benissimo”. Le tre studentesse si trovano a dover realizzare un progetto per il corso di Comunicazione Multimediale. “Poteva essere l’occasione giusta per raccontare la Lis, la lingua dei segni italiana, che veicola i significati attraverso un sistema codificato di segni delle mani, espressioni del viso e movimenti del corpo. Non è una lingua universale, ma ha le sue radici nella cultura e nella comunità in cui nasce”.

Martina, Giulia e Micaela all'Università IULM

Martina, Giulia e Micaela all’Università IULM

All’inizio si cimentano con un passo di Catterdrale, di Raymond Carver, il celebre racconto di come un non vedente insegna ad un uomo come disegnare. Ma il risultato non le soddisfa, troppo poco diretto. La traduzione non rende. “Ci sembrava piatta, poco emotiva –spiega Giulia – Il nostro obiettivo era anche far capire la ricchezza e le potenzialità della Lis con qualcosa di immediato”. Dalla parola scritta passano a quella cantata. “Ho pensato alla musica: sapevo che la ascoltavano grazie alle vibrazioni sonore, ai segni e ai movimenti del corpo –ricorda Giulia-. Una volta Martina mi aveva cantato una canzone e ne ero rimasta affascinata. Sembrava una danza”.

In uno dei giardini di fronte all’Università si mettono a provare con un brano caricato su uno dei loro smartphone. Micaela, che ha sempre frequentato scuole pubbliche e conosce poco la lingua dei segni, è perplessa. Non pensa di riuscire a tradurre un’intera canzone. Martina, invece, conosce molto bene la Lis e la usa di più. Sarà lei a “segnare” il brano e lo racconteranno con un video. Scelgono la canzone L’ultima notte sulla terra di Federica Di Marcello, in arte Marlò, giovane cantante autoprodotta. “Ci piaceva l’idea di usare il brano di una coetanea e poi il testo era perfetto, parla di “ tante cose da dire e da fare”.

Il video, girato in bianco e nero, si apre con Giulia e Micaela che introducono la Lis attraverso una serie di cartelli. Poi parte la musica, accompagnata dai movimenti e dai segni di Martina, che continuano anche per qualche istante dopo la fine del brano “per rendere ancor più l’idea di come si ascolti la musica da sordi”. Alla fine della clip, le tre ragazze hanno riunito un gruppo di amici, ognuno “dice” una parola nella lingua dei segni. “Volevamo far capire che entrare nel mondo della Lis non è poi così difficile e anche imparando solo qualche cosa si può dare un grande aiuto a chi non può sentire”. “Purtroppo pochi si interessano a questa lingua – conclude Giulia-. E’ vero, non è semplice. Chi può parlare e ascoltare normalmente dà tante cose per scontate. L’amicizia con Micaela e Martina mi ha molto arricchita. Sono due ragazze eccezionali, che hanno saputo superare le difficoltà. Studiano, escono e vanno persino in discoteca, hanno tanti amici e fidanzati normoudenti. Hanno incontrato persone che si sono interessate al loro mondo e hanno saputo abbattere le barriere di quello che chiamiamo “diverso”. Non tutti i ragazzi con disabilità hanno la stessa forza e la stessa fortuna”.
Micol Sarfatti. Fonte: corriere.it

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