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Impianto cocleare, una risposta sempre più efficace alla sordità dei bambini

Il punto della situazione sulle cure e i trattamenti in occasione della Giornata mondiale del sordo. L’intervista a Pasquale Marsella

Protesi acustica, impianto cocleare e interventi chirurgici all’orecchio. Sono questi, attualmente, i rimedi per permettere a chi soffre di sordità di recuperare la funzionalità dell’apparato uditivo. L’ospedale pediatrico Bambino Gesù è uno dei Centri di riferimento di III livello indicati dalla Regione Lazio per la presa in carico, la definizione diagnostica e il trattamento dei bambini sordi. Esegue circa 250 interventi chirurgici all’anno. Di questi, circa 60 sono per installare un impianto cocleare e la maggior parte viene effettuata su pazienti con meno di tre anni di età. Anche se non ci sono dati precisi, si stima che, ogni anno, fra i nuovi nati, da 1 a 5 su mille soffra di questo problema. In occasione della Giornata mondiale del sordo, che si celebra l’ultima domenica di settembre, abbiamo fatto il punto della situazione con il dottor Pasquale Marsella, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Audiologia ed Otochirurgia.

Dottor Marsella, si sa con precisione quanti sono i minori sordi in Italia?
“Purtroppo non abbiamo un dato preciso perché non c’è ancora un sistema di screening uditivo a livello nazionale. Nel Lazio questa attività è iniziata in maniera istituzionale di recente, nel 2013, quindi abbiamo ancora pochi dati. Secondo le stime della Regione ogni anno nascono 50-60 bambini con ipoacusia neurosensoriale (cioè un malfunzionamento dell’apparato auditivo causato da un problema alla coclea o al nervo acustico, per cui è necessario ricorrere a un impianto cocleare). Stando a questo dato, i minori con sordità nel Lazio sarebbero circa 2 mila. Per quanto riguarda il dato nazionale, invece, secondo l’Istat nascono in media 500 bambini con ipoacusia neurosensoriale e quindi i minori con sordità nel nostro paese sarebbero circa 23 mila”.

Come ci si accorge che un bambino ha dei gravi problemi di udito?
“Vorrei sottolineare che non sono i genitori ad essere chiamati a questo compito, perché non è assolutamente facile accorgersene, soprattutto nella primissima età. È il Sistema Sanitario a doversene occupare, attraverso lo screening audiologico alla nascita (per i bambini nati sordi) e con la vigilanza del pediatra (per chi manifesta problemi di udito ad insorgenza nei primi anni di vita) che deve prontamente far fare gli approfondimenti del caso appena ha il sospetto che il paziente soffra di ipoacusia”.

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Quali sono le principali cause della sordità nei bambini?
“Per quanto riguarda le ipoacusie neurosensoriali, per la maggior parte le cause sono di origine genetica. Nel 50% dei casi il problema si manifesta alla nascita, per il 30%, invece, l’insorgenza è tardiva. I bambini sordi per cause non genetiche, rappresentano il 15-20% del totale, in questi casi il problema insorge a seguito infezioni materne prima della nascita (ad esempio il citomegalovirus), infezioni perinatali, cioè contratte dal neonato durante il parto o sofferenze perinatali (ad esempio l’ipossia o l’ittero), infezioni post-natali (come parotite o meningite). Queste sono tutte problematiche che molto spesso si verificano in epoca prelinguale (cioè quando il bambino non ha iniziato a parlare) e quindi, in assenza di un percorso riabilitativo, il bambino colpito diventa sordomuto. Esistono poi le ipoacusie trasmissive, in cui la compromissione che determina il deficit sensoriale non riguarda la coclea ma l’orecchio esterno (padiglione auricolare, timpano e catena di ossicini)”.

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Quali sono i trattamenti nelle sordità trasmissive?
“Per quanto riguarda le ipoacusie trasmissive, ci sono molte patologie infettive e molte malformazioni che possono portare alla sordità, gran parte di queste però possono essere risolte chirurgicamente. Ad esempio nelle otiti medie croniche, sia semplici sia colesteatomatose, si ricorre alle timpano- ed ossiculo-plastiche, mentre nel trattamento delle otomastoiditi acute o croniche si ricorre alla mastoidectomia”.

In quali casi si ricorre a un impianto cocleare?
“Per le ipoacusie neurosensoriali gravi e per quelle profonde, cioè quelle in cui è danneggiata la coclea o chiocciola. Le ipoacusie vengono distinte in 4 livelli: lievi, medie, gravi e profonde. Mentre le prime due possono essere gestite grazie alle protesi acustiche, per le restanti si ricorre all’impianto cocleare, dopo aver dimostrato l’inefficacia della protesi acustica. A differenza di queste ultime che fanno arrivare il suono amplificato alla coclea, l’impianto cocleare sostituisce la coclea stessa, quando non funziona, convertendo i suoni in stimoli elettrici e trasmettendoli al nervo acustico”.

Negli ultimi anni, ci sono state evoluzioni significative nella tecnologia dell’impianto cocleare? 
“Sia la tecnologia che la medicina nel corso degli anni ha fatto dei passi in avanti molto significativi, a tal punto che oggi siamo in grado di prevenire il sordomutismo. Ovviamente se viene diagnosticato e trattato e tempo. In particolare la tecnologia dell’impianto cocleare è in continua evoluzione. I device sono sempre più precisi nell’elaborazione del suono. Ormai sono anche in grado di collegarsi wireless a smartphone e tv, permettendo a chi utilizza questi dispositivi di ascoltare i suoni direttamente da queste fonti in maniera molto migliore rispetto al passato. Inoltre le dimensioni dell’impianto sono sempre più ridotte e questo ha fatto sì che l’intervento chirurgico per posizionare questi device sia sempre più soft. Quindici anni fa per installare un impianto cocleare occorrevano 4 ore di intervento, oggi per quest’operazione si impiega poco più di un’ora, le tecniche chirurgiche sono mininvasive e l’inserimento degli elettrodi all’interno coclea permette di conservare spesso le strutture anatomiche ed i residui uditivi del paziente”.

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L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù ha scelto per i bambini che si sottopongono a un intervento per installare l’impianto cocleare un percorso terapeutico che coinvolge diversi professionisti, per quale motivo?
“Per garantire una presa in carico del paziente a 360 gradi. Il Bambino Gesù, nelle sue sedi di Roma e Palidoro, ha creato un centro multispecialistico che presta un’attenzione particolare a tutti gli aspetti della sordità. Per questo si avvale da un’equipe composta da 5 specialisti ORL /Audiologi, 8 tecnici audiometristi, 3 logopedisti, 1 psicologa/counselor e 4 tra segretarie ed infermiere professionali dedicate all’accoglienza ed all’assistenza del piccolo paziente e della famiglia intera. Ci sono quindi più di 20 professionisti che costituiscono il cuore del team per gli impianti cocleari che si dedicano totalmente ai bambini sordi, ma la nostra unità può contare anche su tutti gli altri esperti presenti nella struttura, in particolare su genetisti, radiologi, cardiologi e anestesisti a loro volta esperti nel trattamento dei più piccoli. Grazie a questa organizzazione siamo in grado di gestire pazienti con problematiche complesse, ovvero che soffrono di altre patologie oltre alla sordità: neonati fortemente prematuri e sottopeso, trapiantati di cuore o altri organi, pazienti con patologie associate di altri distretti: neurologico, muscolare o sistemico. Lavorare circondati da specialisti esperti nel trattamento delle diverse patologie infantili, all’interno di una delle realtà sanitarie più importanti d’Europa in campo pediatrico, costituisce un grande valore aggiunto per i pazienti”.

Fonte: ospedalebambinogesu.it

PER SAPERE DI PIU’

Impianto cocleare

L’Audiovestibologia di Varese è un fiore all’occhiello della sanità lombarda e nazionale. La struttura ospedaliera, diretta dalla dottoressa Cristofari, si occupa della diagnosi e cura di sordità e vertigini
L’Audiovestibologia, diretta dalla dottoressa Eliana Cristofari, è una struttura ospedaliera dedicata alla diagnosi e cura di sordità e vertigini. La Direzione prevede il prossimo trasferimento del reparto dall’attuale padiglione all’interno dell’ospedale del Ponte per garantire piena integrazione fra i professionisti. È proprio la dott.ssa Cristofari a raccontarci questa eccellenza, fiore all’occhiello della sanità lombarda e nazionale.

«La sordità congenita colpisce circa 1 bimbo su mille nuovi nati e la percentuale aumenta a circa 10/1000 nel caso si tratti di prematuri o neonati con altre patologie associate».

Screening prima di tutto

Il programma di screening neonatale, avviato ufficialmente nel 2012 grazie alla collaborazione con la Neonatologia diretta dal prof. Massimo Agosti, consente oggi di individuare precocemente tutti i bambini a rischio di sordità e concludere la diagnosi entro il terzo mese di vita come indicato dalle linee guida internazionali. Laddove emerga una sordità invalidante il neonato viene avviato immediatamente alla protesizzazione acustica e preso in carico dal punto di vista abilitativo con un programma a 360° con il pieno coinvolgimento della famiglia ed in particolare della mamma che diventa la vera riabilitatrice del suo piccolo.
Un sistema di videoconferenza consente agli operatori del Centro di seguire i piccoli direttamente nelle loro case, monitorando il loro sviluppo comunicativo nel contesto familiare. Attualmente sono attive circa 200 videoconferenze in tutta Italia. L’Audiovestibologia di Varese, infatti, richiama pazienti da tutta Italia e dall’estero grazie anche al riconoscimento scientifico ottenuto negli anni sia in ambito nazionale che internazionale. L’AGUAV, Associazione Genitori e Utenti dell’Audiovestibologia, e la FAV, Fondazione Audiologica Varese, hanno consentito nel tempo di creare una fitta rete di rapporti con le istituzioni locali, regionali e nazionali così da sostenere, secondo il principio della sussidiarietà, il reparto.

Nei bambini sordi profondi la fine del percorso prevede l’impianto cocleare, noto anche “orecchio bionico”, che può essere applicato già a 10 mesi di vita e consente il ripristino della funzione della coclea malata ed il completo recupero del bambino che potrà così considerarsi normoudente e normocomunicante. Attualmente Varese è il primo centro italiano per numero complessivo di impianti cocleari applicati che negli ultimi 20 anni sfiorando i 1600.

Riabilitazione ad ogni età

Poiché la sordità può colpire in qualsiasi epoca della vita, l’Audiovestibologia riserva programmi specifici dedicati alla riabilitazione dei sordi di ogni età che giungono a Varese da molte regioni italiane. Un team affiatato ed addestrato costituito da medici, tecnici di audiometria e audioprotesi, logopediste, pedagogiste, infermiere e personale amministrativo garantisce un’assistenza a 360 gradi.

Per gli adulti è stata consolidata la collaborazione con la Neurologia e la Geriatria per la nota correlazione tra sordità e la demenza senile. Il sostegno ottenuto da molti benefattori e dal Pio Istituto dei Sordi di Milano garantisce alla Fondazione Audiologica, giovani risorse che si dedicano all’assistenza e alla ricerca, producendo moltissimi dati che forniranno nel tempo utili elementi di studio e riflessione per gli esperti del campo.

Inoltre sono state fornite due strutture abitative per i pazienti che arrivano da lontano e tra poco, grazie all’associazione “Il ponte del Sorriso”, saranno disponibili molti appartamenti per tutti gli utenti piccoli e grandi della Struttura che provengono da tutte le Regioni italiane.

Valeria Deste. Fonte: laprovinciadivarese.it

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L’impianto cocleare

 

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