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Sordi, 4mila solo in Emilia-Romagna. Si punta allo sport per integrarli

Le protesi acustiche di Marta, una bimba di Ravenna, formano un cuore nella foto scattata dal suo papà Mario. Qui la sua storia
“La strada dell’integrazione sociale delle persone sorde è percorribile e passa anche dall’esperienza sportiva che sgretola la barriera tra sordo e udente. E nel 65° anniversario dello sport sordo modenese c’è la testimonianza di una lunga tradizione della disciplina sportiva silenziosa anche nella nostra regione, dove calcio e pallavolo diventano strumenti per rimuovere le barriere della comunicazione e per evitare l’esclusione e l’isolamento”. Lo ha detto a Modena la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini, presente ai festeggiamenti per il 65° anniversario della Fondazione del “Movimento sportivosordo” modenese.

“Come Regione – ha sottolinea ancora la vicepresidente – stiamo lavorando proprio per mettere in campo azioni concrete affinché l’integrazione sia effettiva e garantita in ogni ambito della vita quotidiana: dai servizi sociali e sanitari fino all’accesso, all’informazione e alla comunicazione e assicurare alle persone non udenti una partecipazione reale ed effettiva alla vita democratica della nostra regione”.

In Regione Emilia-Romagna si stima vivano circa 4mila persone affette da sordità grave o profonda, che hanno riscontrano difficoltà nell’apprendere naturalmente la lingua parlata o che hanno dovuto ricorrere a specifiche forme di apprendimento. Tra gli interventi maggiormente significativi, un provvedimento del 2011, che introduce lo Screening neonatale delle sordità riservato a tutti i bambini nati negli ospedali della regione e l’assistenza precoce e multidisciplinare di quelli risultati sordi allo screening. Per quest’ultimi, oltre ad un adeguato sostegno e supporto informativo alle loro famiglie, il Servizio sanitario regionale prevede l’applicazione della protesi e, quando necessario, l’impianto cocleare (un dispositivo elettronico, molto sofisticato in grado di sostituire il funzionamento dell’orecchio interno), oltre ad uno specifico percorso di abilitazione e inclusione. Emiliaromagnamamma ha più volte approfondito il tema grazie all’associazione “L’Orecchio Magico” di Ravenna.

Redazione Emilia-Romagna Mamma

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