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1860 – Istituto Provinciale dei Sordomuti Poveri Umberto I in Como

In Lombardia si era molto esteso l’interesse per l’educazione e l’istruzione dei sordomuti. Nella città di Como era sorto nel 1852 un Istituto per sorde, per opera delle suore della Carità (Canossiane) e dell’abate Serafino Balestra, cui la Curia aveva affidato la direzione dell’Istituto.
Lo scopo di detto Istituto era di raccogliere le sordomute per istruirle. Per tale istruzione, le suore avevano adottato il metodo mimico gestuale. Dal 1860 la direzione spirituale dell’Istituto fu assunta dal giovane abate Serafino Balestra, che volle adottare per l’istruzione delle sordomute il metodo della «Parola viva». Tale sistema, con cui faceva parlare in qualche modo i sordomuti, era per quei tempi una novità e commosse le Autorità pubbliche, che furono così convinte a realizzare un’opera pubblica per l’istruzione dei sordomuti, per cui fu costruito l’«Istituto Provinciale dei Sordomuti Poveri d’ambo i sessi», di Como, che fu eretto in ente morale con il Regio Decreto del 20 marzo 1865.
Nel 1892 il Comitato Promotore, presieduto da mons. Luigi Casanova, rettore del Pio Istituto Sordomuti di Milano, aprì un istituto privato maschile per sordi maschi in Borgo Vico, a Como, e per alcuni anni si ebbero due sezioni, che poi l’esperienza convinse ad unificare, così che l’Istituto maschile fu ceduto all’Opera Pia, con atto di Rogito del 9 giugno 1907, e fu sistemato, a Borgo Vico 104, nell’ex Villa Ala Ponzone, con annesso giardino ed orto, mentre la sezione femminile era sistemata nell’Istituto «Celesia», in Via Serafino Balestra 4.
Negli anni successivi, essendo considerevolmente aumentato il numero di sordomuti iscritti, delle province di Como e di Varese, fu progettato un nuovocomplesso scolastico, ampio e rispondente ai nuovi requisiti di legge, per cui fu acquistato dall’Opera un vasto terreno sul colle di Monte Olimpino, dove fu costruito l’Istituto femminile, inaugurata il 13 aprile 1913.
L’Istituto di Como, con Regio Decreto del 6 dicembre 1926, n. 2428, fu riconosciuto idoneo all’istruzione pubblica e parificata dei sordomuti e posto a carico dello Stato, mediante una convenzione con la medesima scuola, che pertanto si specializzò ulteriormente nell’istruzione Di conseguenza si rinnovò sia la disciplina didattica, sia l’addestramento professionale dei sordomuti.
L’istituzione della nuova provincia di Varese, che allora si staccò da quella di Como, obbligò a modificare lo Statuto dell’Istituto Provinciale, prevedendo l’aggregazione della Provincia di Varese, assumendo una parte quota e la compartecipazione del consiglio di Istituto. Il nuovo statuto fu approvato con il R.D. 18.7.1930.
I servizi e la gestione della sezione femminile dell’Istituto furono in carico alla Congregazione delle Suore Canossiane, che già di tale servizio si occupavano sin dall’apertura della scuola di Como. L’Istituto di Monte Olimpino divenne unica sede dell’Istituto Provinciale che funzionò, in conformità delle discipline scolastiche speciali, sia per la sezione maschile, sia per quella femminile, con distinti corsi professionali e con il Centro audiologico, fornito di moderne attrezzature per l’educazione fonetica ed acustica.
Dal 1977, a causa dell’inserimento dei sordi, come di tutti gli handicappati, nella scuola ordinaria, l’Opera Pia si trovò di fronte al problema del forte calo di iscrizioni di alunni sordi e, nel 1978, ha cessato l’attività scolastica per sordi, cedendo l’edificio di Monte Olimpino, alla Regione Lombardia, che lo ha poi trasformato in Centro di Formazione Professionale… per giovani normodotati.



Istituto Provinciale Umberto I di Monte Olimpio

Ex Istituto Provinciale di Borgo Vico – (Foto di Renzo Corti)

L’ABATE SERAFINO BALESTRA

Nato a Boggio di Lugano, in Svizzera, nel 1856 e ordinato sacerdote nel 1856, prima di iniziare l’apostolato verso i sordomuti, fu insegnante di filosofia nel seminario di Como, egli è considerato uno dei pionieri dell’Educazione dei sordomuti. Fu al seminario di Como che egli incontrò per la prima volta alcune sordomute ospiti dalle suore Canossiane. Poi i suoi superiori ecclesiastici, comprendendo la predisposizione di Balestra verso i minorati dell’udito, gli proposero di dirigere lo stesso Istituto delle Canossiane.
Il Balestra, grande viaggiatore e studioso delle esperienze fatte in altri paesi, specialmente Parigi, Vienna, Amsterdam e Madrid, era diventato un convinto assertore del «metodo orale» che ha sperimentato positivamente con le sordomute dell’Istituto da lui diretto negli anni dal 1860 al 1865, quando fu nominato presidente dell’Opera Pia Istituto Provinciale Sordomuti, carica che mantenne sino alla sua morte.
Nel 1867, a Parigi, Balestra consegui l’attestato di abilitazione all’istruzione ai sordomuti, poi a Siena, confidò le sue esperienze al Padre Pendola, che a sua volta era pure stato più volte all’estero, presso gli Istituti per sordi in Germania e in Svizzera, il quale fu interessato a quanto Balestra asseriva sull’articolazione delle parole e in seguito – mentre anche al Pio Istituto Sordomuti di Milano già si discuteva di quel nuovo sistema abilitativo tra gli altri Educatori, fra cui i maestri Forni e Tarra, – Pendola nel 1873 decise di convocare a Siena il primo congresso nazionale degli educatori dei sordi
Al 2° Congresso Internazionale degli Educatori dei Sordi, tenutosi a Milano nel 1880, Balestra fu, con il Tarra, l’animatore dello stesso, in cui relazionò delle sue esperienze esponendo le proprie convinzioni relative al metodo dell’oralismo, ed anche per il suo apporto il Congresso deliberò sull’opportunità di adottare il metodo orale, nell’educazione dei sordomuti, al posto di quello mimico-gestuale fino allora usato in quasi tutti gli Istituti in Italia.
In relazione all’ammissione dei bambini sordi in Istituto, Balestra sosteneva la necessità che fosse precoce, non oltre i cinque anni, e questa tendenza è sempre stata consigliata successivamente, per ambientare adeguatamente i piccoli.
Oltre che maestro, egli fu pure un valente pedagogista per i sordi, anche se fu da alcuni criticato ed ebbe divergenze per le metodologie che applicava, ma che fermamente sostenne..
Nel 1881 partì per Buenos Aires, dove era stato invitato dal governo argentino per fondare colà un Istituto per sordomuti. Morì in quel lontano paese il 26 ottobre 1886, solo e quasi dimenticato da tutti, in Italia. Ma più tardi gli educatori cominciarono a comprendere il valore del suo operato per educare i sordomuti. Per testimoniare e riconoscere il suo impegno pedagogico, gli eressero un monumento ed il Comune di Como intestò al suo nome via dove ebbe sede il primo Istituto femminile, Via Serafino Balestra. Anche gli studiosi odierni riconoscono come attuali molti progetti che aveva predisposto l’educatore Balestra.
Dopo 78 anni dalla sua morte, le spoglie dell’Abate Balestra sono state traslate in Italia, dove hanno avuto un riconoscimento postumo.

SUORE CANOSSIANE

Le suore Canossiane, sono le “Figlie della Carità”, congregazione fondata da Santa Maddalena dei marchesi Canossa di Verona, ed operano in forma caritatevole per tutta l’Italia, anche per i sordomuti.
Inizialmente, esse fondarono l’Istituto di Cremona e successivamente quello di Como. Presso l‘Istituto di Como, esse raccolsero alcune sordomute a partire dal 1852, e quel loro Istituto fu elevato ad Opera pubblica a partire dal 1865, quand’era direttore l’abate Balestra.
Le Suore svolsero opera di maestre per l’educazione delle sordomute e peri servizi di guardaroba e di cucina per le due sezioni, maschile e femminile, dell’Istituto Provinciale Sordomuti, esplicando le varie mansioni in umiltà e carità, come ispirato dalla fondatrice della Congregazione.
Nel 1977, avendo cessato l’attività educatrice verso i sordomuti, la Congregazione lasciò l’Istituto del Monte Olimpino e le suore tornarono nella loro primitiva casa in Via Balestra, sede dell’’Istituto “Celesia”.

CASA DI RIPOSO “CELESIA” PER LE SORDOMUTE ADULTE

Oggi le Suore canossiane di Como non operano più per l’istruzione dei sordomuti, ma perseguono con dedizione, secondo lo spirito della Congregazione, per la scuola cattolica e per altre opere.
In una parte del loro Istituto, in Via Balestra, dov’era stata ospitata, dal 1852 al 1913, la scuola per sordomute, ora funziona una Casa di riposo, dove sono ospitate sordomute anziane, che qui trovano comprensione e carità.

NOTE RIEPILOGATIVE

1852- Apertura della prima scuola per sordomute, ad opera delle Suore Canossiane, in Via Celesia (ora Via Balestra);

1860 – L’abate Serafino Balestra assume la direzione dell’ Istituto di Via Celesia.

1865 – L’Istituto per sordomute è eretto in Ente morale con R.D. 20.3.1865;

1892 – E’ istituito un ‘altro Istituto per sordomuti in Borgo Vico ad opera di una commissione presieduta da Luigi Casanova;

1907 – Unificazione dei due istituti di Como in unica gestione da parte dell’Istituto Provinciale Sordomuti di Via Balestra;

1910 – Costruzione di un nuovo Istituto per sordomuti in Monte Olimpino, a Como;

1913 – Inaugurazione della sezione femminile in Monte Olimpino e della sezione maschile in Borgo Vico

1926 – Riconoscimento della scuola pubblica parificata, con R.D. 16.12.1926;

1930 – Modificazioni allo Statuto, approvato con R.D. 18.7.30, per specificare che la Provincia di Varese (ex circondariale) compartecipa alla quota dell’Opera Pia;

1950 – Autorizzata l’apertura della scuola materna

1960 – Unica sede per l’’Istituto Sordomuti di Monte Olimpino

1978 – Cessazione dell’attività didattica all’Istituto di Monte Olimpino. Il suo patrimonio è ceduto alla Regione Lombardia, che lo destina ad attività a favore dei normoudenti.

DIRETTORI

Abate Prof. Serafino Balestra1860 – 1888
Don Prof. Alcide Valli1888 – ….
Can. Moia Francesco…. – 1925
Don prof. Monti Angelo1925 – ….

LE SUPERIORE DELLE SUORE CANOSSIANE DI COMO
Non è possibile elencare tutte le suore canossiane succedutesi a Como, ma va a tutte loro il vivo più vivo apprezzamento per la loro opera educativa ed assistenziale per i sordomuti, a partire dall’ottocento.

Si conoscono queste superiore dei primi tempi:

Madre GiuseppinaFogliani
Madre Rosa Borghi
Madre Giulia Moresi (fino al 1913 e della sede di Monte Olimpino)
Madre Luigi Scotti
Madre Luigi De Giacomi
Madre Ida Albonico
Madre Frigerio Giuseppina.

Franco Zatini is040 (1991)

«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini

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