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Dieci consigli per un’informazione corretta sui temi della disabilità

I disabili e i mass media. Dieci consigli per un’informazione corretta sui temi della disabilità.
Molte persone con disabilità vorrebbero un’informazione più seria e rispettosa della dignità degli individui e della profondità dei problemi. Io ho provato, da giornalista, a riassumere queste osservazioni sotto forma di “decalogo” senza alcuna pretesa di imposizione di nuove regole, ma solo con la speranza di suscitare, nei colleghi “non disabili”, un elemento di riflessione e di attenzione.
Uso il termine “persona con disabilità” perché è la corretta traduzione in italiano della locuzione internazionale utilizzata dall’Unione Europea e dallo European Disability Forum, ossia “people with disabilities”.
Ogni altra locuzione non è un sinonimo. In particolare ricordo che è ormai inaccettabile l’espressione “portatore di handicap” perché connota la persona in modo negativo, attribuendo l’handicap, ossia lo svantaggio, al suo essere in sé, e non a fattori esterni.

1. Considerare nell’informazione la persona con disabilità come fine e non come mezzo.

2. Considerare la disabilità come una situazione “normale” che può capitare a tutti nel corso dell’esistenza

3. Rispettare la “diversità” di ogni persona con disabilità: non esistono regole standard né situazioni identiche.

4. Scrivere (o parlare) di disabilità solo dopo aver verificato le notizie attingendo possibilmente alla fonte più documentata e imparziale.

5. Utilizzare le immagini, nuove o di archivio, solo quando sono indispensabili e comunque corredandole di didascalie corrette e non offensive della dignità della persona. Quando la persona oggetto dell’immagine è chiaramente riconoscibile, chiederne il consenso alla pubblicazione.

6. Ricorrere al parere dei genitori o dei familiari solo quando la persona disabile non è dichiaratamente ed evidentemente in grado di argomentare in modo autonomo, con i mezzi (anche tecnologici) a sua disposizione.

7. Avvicinare e consultare regolarmente, nell’ambito del lavoro informativo, le associazioni, le istituzioni e le fonti in grado di fornire notizie certe e documentate sulla disabilità e sulle sue problematiche.

8. Ospitare correttamente e tempestivamente le richieste di precisazione o di chiarimento in merito a notizie e articoli pubblicati o diffusi.

9. Considerare le persone disabili anche come possibile soggetto di informazione e non solo come oggetto di comunicazione.

10. Eliminare dal linguaggio giornalistico (e radiotelevisivo) locuzioni stereotipate, luoghi comuni, affermazioni pietistiche, generalizzazioni e banalizzazioni. Concepire titoli che riescano a essere efficaci e interessanti senza cadere nella volgarità o nell’ignoranza e rispettando il contenuto della notizia.

Autore: Franco Bomprezzi  – Fonte: bandieragialla.it (28.1.03)
in025 (2007)


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