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Un ricordo speciale: Giugag, artista sordomuto Giuseppe Gaggioli (Newsletter della Storia dei Sordi n.380 del 13 dicembre 2007)

Sedici anni anni fa la morte di Giugag, gli occhi sinceri del Golfo. Artista sordomuto, ritrasse Follonica e Scarlino. Che ancora oggi non lo dimenticano.
Giugag è un artista sordomuto. Un talento dimenticato in periferia. Nasce alla Polveriera (allora comune di Zavorrano, oggi comprensorio amministrato da Scarlino) il 6 gennaio del 1925 da Angelo Gaggioli e Lola Bolognesi. Si trasferisce a Follonica, a Casetta Rossa, attuale via della Repubblica, quando ha solo pochi mesi.
La scuola la frequenta a Siena, all’Istituto Pendola. Qui impara a comunicare, a scrivere e a leggere, quindi ritorna nel Golfo durante il secondo conflitto mondiale. Vive con i genitori.
Sveglio, intelligente, buona cultura e ottima calligrafia, si diletta negli anni cinquanta con raccontini e poesie. La sua grande passione rimane però il disegno, che esegue a matita e carboncino: in età adulta finalmente si cimenta con la tempera e il colore ad olio (colori che molto spesso gli vengono regalati da amici e conoscenti, puntualmente ricambiati con opere che Giuseppe Gaggioli firma Giugag).
Giugag, però, non vende. Attraverso quelle “tavole” si sdebita per un piacere ricevuto, un aiuto; a volte le scambia con alimenti, pietanze. Allo stesso modo esaudisce le richieste di ristoratori e negozianti: in cambio di un modesto pasto, alle pareti di alcune attività di Follonica compaiono i suoi quadri. Belli, semplici, inconfondibili per lo stile che li caratterizza. Sono opere – scriveranno più tardi alcuni critici – dai cromatismi essenziali, “che trasmettono con vigore, all’osservatore attento, il sincero amore che Giuseppe ha per la sua terra”.
Ritrae la cittadina sul mare, un padule incontaminato, il volo dei germani, l’angolo solitario di un cala, la bilancia del pescatore, una spiaggia assolata con una superba pineta alle spalle. È sempre Follonica. Scatta foto con il pennello tra le mani. Sì, perché a causa del suo handicap non avrà mai un’occupazione stabile, nonostante il talento dimostrato anche in altri campi, per esempio lavoretti di piccola falegnameria.

A Giuseppe Follonica e Scarlino hanno sempre voluto bene. Lascia la propria abitazione, a Casetta Rossa, solo negli ultimi anni della propria vita, quando una precaria situazione di salute non gli permette più la piena autosufficienza. Nonostante le difficoltà e le forse esigue, continua a disegnare e dipingere fino alla fine dei suoi giorni; la sua ultima opera è rimasta incompiuta. Giugag si spegne all’ospedale Misericordia di Grosseto il 21 dicembre 2001.
È sepolto nel cimitero della sua amatissima Follonica. A distanza di sei anni dalla morte di Giuseppe, passata sotto silenzio, molti di coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato ci hanno chiesto di omaggiarlo così. Si ringrazia Giancarlo Grassi per foto e documenti.
Autore Gabriele Baldanzi – Fonte: Il Tirreno, 12 dicembre 2007

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