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1828 – Istituto Tommaso Pendola per i Sordomuti in Siena

Dopo qualche tempo di studio metodico l’Abate Tommaso Pendola cominciò ad educare alcuni sordomuti già seguiti dal Conte Celso Petrucci Bargagli (nota cascata di famiglia senese e fiorentina) nel 1824.
Il suo progetto si realizzò nel 1828 con la collaborazione di illustri personaggi senesi ed il nobile Grottanelli ne ideò la fondazione. Il Pendola fu il primo Direttore del Regio Istituto Sordomuti di Siena con tutti gli effetti giuridici in base al Regio Decreto Leopoldo II in data 9 luglio 1828 dopo di che aprì l’Istituto pubblico per sordomuti nella sede di Via San Pietro n.39 fino alla fine del giugno 1832 e successivamente nella sede dell’ex Convento di Santa Margherita (attuale Via T.Pendola 35-43) che fu acquistato dall’Opera stessa per poter accogliere almeno una cinquantina di sordomuti. Il Pendola pensò di istruire anche le sordomute ed aprì dal 1835 la sezione femminile dello stesso Istituto affidandone la Direzione alla Congregazione delle figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli che tenne fino alla chiusura avvenuta nel 1980 la sezione materna e quella femminile.

La sede della sezione femminile dell’Istituto Pendola (1990)

La situazione economica dell’Istituto attraversò un periodo difficile al momento della soppressione dell‘Istituto di Pisa quando tutti i sordomuti furono trasferiti a Siena ma tutto fu superato grazie alla generosa opera del Monte dei Paschi di Siena e dell’interessamento di Re Leopoldo II Granduca di Toscana.
L’Istituto senese diffuse la fama dell’istruzione metodica voluta dal Pendola sul metodo orale puro e tutti gli istituti italiani ed europei per sordomuti ammirarono l’opera di Siena.
I primi tempi nell’Istituto furono accolti i sordomuti a pagamento ossia quelli le cui famiglie erano disponibili o avevano degli illustri benefattori che si tacevano carico dei posti disponibili per i sordomuti, mentre lo Stato provvide ad un numero limitato di posti gratuiti per i sordomuti poveri aumentando poi il suo carico fino alla legge di istruzione obbligatoria dei sordomuti a totale carico dello Stato (1923), nonché degli Enti locali  (Legge comunale e provinciale).
Durante la vita del Pendola nell’istituto furono realizzati dei diversi lavori di ampliamento e funzionalità per raccoglimento dei sordomuti e delle sordomute per la loro istruzione ed altri lavori di adattamento furono fatti negli anni successivi nell’Istituto stesso nella sede dove e tuttora in Via Tommaso Pendola n.62 per la sezione maschile e n.37 per la sezione femminile.

La sede della sezione maschile dell’Istituto Pendola (1990)

L’istituto fu riconosciuto in Ente morale (Opera Pia) con la legge 3.6.1862 ed il regolamento dell’Istituto fu approvato con R.D. 7.4.1878 ed il contenuto del regolamento fu realizzato dalla volontà del Pendola per la necessaria finalità a favore dei sordomuti e dal 1897 fino ai giorni nostri lo statuto ha avuto validità ad eccezione dì una modificazione di cui si parla di seguito. Dopo la morte del fondatore il Consiglio di Amministrazione dell’Opera approvò la nuova denominazione in onore di Tommaso Pendola cosi il Regio Istituto «Pendola» per Sordomuti in Siena fu decretato da Re Umberto I in data 13.5.1883.

Negli anni trenta fu acquistata la nuova sede della Scuola materna a Livorno con annessa all’attività di colonia estiva per i sordi e la casa del lavoro per sordomute adulti in Siena (1907) fece parte dell’Ente morale amministrato dall’Istituto Pendola. L’Istituto ha accettato il lascito della nobile signora Emma Masson ved. Castellini che lasciò tutto il suo patrimonio (Villa Castellini con annessi fabbricati colonici ed un ampio terreno agricolo) per i sordomuti  (1964).
A causa della diminuzione degli allievi, fatto dovuto al progresso inserimento dei sordi nelle classi comuni, la gestione dell’Istituto si trovò nuovamente in difficoltà  grazie, anche, soprattutto alle divergenze politiche del Consiglio sull’Opera questo un periodo molto sofferto per l’Istituto Pendola.
Nell’anno 1980 l’attività scolastica fu soppressa e gli alunni restanti furono trasferiti all‘Istituto Gualandi ed altri Istituti più vicini ai luoghi di provenienza dei ragazzi stessi. Fu cessata la pubblicazione pedagogica più nota di tutto il mondo «L’Educazione dei sordomuti» ed era soppresso anche il giornalino per gli ex allievi «Piccolo Sordomuto».
Infine, il Ministero della Pubblica Istruzione toglieva anche l’autorizzazione per l’attività della scuola di metodo «Pendola».
Ma dopo le durissime e sofferte vicende nell’Opera ‘‘Pendola’’ fi¬nalmente è stato superato il rischio dell’estinzione, infatti il T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale) ha annullato la deliberazione della Regione Toscana, grazie ai legali ed alla generosa collaborazione del Prof. Marino Bennati e dei suoi collaboratori ed alle associazioni dei sordi e famiglie in difesa del patrimonio dell’Istituto per poter proseguire l’attività alle finalità dei non udenti nel moderno mondo di oggi (Centro rieducazione, casa di riposo per sorde, centro documentazione e ricerca, biblioteca pedagogica, corso biennale per la specializzazione sull’insegnamento ai minorati dell’udito, centro di cultura per i sordi, centro di coordinamento ecc.).
Ora finalmente l’Opera Pia Istituto Pendola può continuare l‘attività vitale svolta per oltre 165 anni nella città del Palio ed attualmente è in elaborazione la modernizzazione del programma a favore dei non udenti.

ABATE PROF. TOMMASO PENDOLA DELLE PIE SCUOLE CALASANZIANE (nato a Genova il 23 giugno1800 morto  a  Siena il 12 febbraio1883). Genovese di nascita e senese dì adozione vi visse infatti per 63 anni, il ragazzo si applicò allo studio, vivace, facile all’affetto, molto docile ma non trovò mai la sua vera allegria.
I genitori cercarono di distrarlo, invece il Pendola scelse l’abito religioso nell’Ordine degli Scolopi (la Congregazione fu fondata da San Giuseppe Calasanzio nel 1597 per l’educazione cristiana e gratuita) nel 1816 a Firenze e dopo 5 anni si trasferì, per l’insegnamento della matematica e filosofia, al Collegio «Tolomeo», fu in Siena e da quel periodo non lasciò più tale città. La sua vocazione missionaria per i sordomuti si manifestò quando egli vide per la prima volta dei sordomuti girovaghi fuori del suddetto «Tolomeo», fu preso da vera compassione perché trovò che erano completamente privi di istruzione, decise così studiare lo stato fisiologico del sordomuto ed iniziò con amore i primi contatti con i sordomuti nella sua prima scuola sperimentale. Il Pendola studiò gli scritti metodici dell’Abate parigino Sicard (successore di De L’Epée, primo direttore dell’Istituto parigino per sordomuti) dei quali egli non condivise tutto affermando che il sordo non aveva difficoltà ad imparare i nomi degli oggetti per condurli ad esprimersi in semplici frasi: “…che niente é difficile a chi vuole ed efficacemente vuole”. Andò quindi a Genova dal suo confratello Abate Assarotti per approfondire meglio studio e visitare i sordomuti istruiti da lui. Si interessò molto dello stato intellettuale del ‘sordomutismo’ e l’abate Assarotti incoraggiò la convinzione del Pendola sul suo insegnamento ai sordomuti il quale preferì il metodo di orale puro. Durante la sua direzione nell’istituto continuò ad insegnare filosofia nel collegio Tolomei e poi divenne Rettore (1839) fu chiamato poi come sostituto per l’insegnamento all’università di Siena per solo qualche anno ottenendo dopo il prestigioso incarico di “Rettore dell’Università di Siena” (1861-1865) dal Ministro P.I.
Padre Pendola mantenne con sforzo fino ai 1866 i suoi molteplici incarichi come Direttore dell’Istituto Sordomuti e rettore del Collegio, lo stesso Pendola fu anche Padre provinciale (Superiore) delle Congregazione Pie Scuole Fiorentine ma non resistette più di tre anni (1845/1848) per assolvere i compiti che lo obbligavano a lasciare la città di Siena ed i suoi amati figli sordi.
Comunque, dopo di che scelse di dedicarsi solo ai sordomuti in quanto l’opera divenne il punto di riferimento per l’importanza dell’istruzione e la moltiplicazione delle attività didattiche (la sezione maschile, la sezione femminile e gli allievi provenienti dalla soppressione dell’Istituto di Pisa), nonché i contatti con le massime autorità del Granduca, e poi del Regno d’Italia, e degli Istituti sparsi in tutta Europa per gli scambi delle esperienze pedagogiche.
Il Sommo Pontefice Gregorio XVI fece chiamare il Pendola a Roma per progettare l’istituzione per i sordomuti fondato da lui, e conoscendo la sua rarità  di sapienza e di carità, gli propose di venire a Roma per dirigere il Pontificio Istituto per sordomuti (1841) con il titolo da vescovado, ma il Pendola, piangendo per la mancanza di obbedienza, disse “Santo Padre, io avrei in Roma dei pupilli, mentre in Siena lascerei orfani i miei figli….”.-
Il Papa lo comprese e commosso lo lasciò tornare a Siena con la Sua apostolica benedizione.
Anche il Papa Pio IX, dopo gli impegni pontifici ad una cerimonia che si svolse in Siena (1857) volle visitare l’Istituto e rimase colpito dalle parola dei sordomuti ed esclamò: “Morto un Papa se ne fa un’altro; ma un altro Padre Pendola non si rifà”.
I fratelli Gualandi furono ricevuti da Pendola che li incoraggiò a fondare le scuole di Bologna e di Firenze (divenute poi la grande opera dei loro missionari) e li istruì all’insegnamento ai sordomuti come titolo di riconoscimento. L’amicizia tra il Pendola ed i fratelli Gualandi fu molto stimata e contribuì allo sviluppo del progetto scolastico.
Tra il noto educatore milanese Sac. Giulio Tarra del Pio Istituto Sordomuti ed il Pendola si instaurò una profonda amicizia con scambi scientifici sulla pedagogia per l’istruzione dei sordomuti. Anche lui, come il Pendola, era convinto che il sistema migliore per educare il sordo fosse il metodo orale puro.
Il Pendola  organizzò il primo congresso nazionale dei maestri dei sordomuti a Siena nel 1853 nel Collegio “Tolomei” ed alla conclusione dei lavori del Congresso venne riconosciuta la validità del metodo voluto del Pendola e poi confermato dal successivo importante Congresso Internazionale a Milano (1880) presieduto dal Tarra. Il Pendola aveva 80 anni non presenziò a Milano per lavori congressuali evitando il faticoso viaggio ma lo seguì a distanza per difendere la sua linea per bene dei sordomuti nella parola viva.
Come e’ noto con il Congresso di Milano si concluse il travaglio di Pendola per le divergenze metodiche ad unico metodo “Oralismo” sperimentato da anni dal Pendola (Siena), dal Tarra (Milano), dal Provolo (Verona) e dai dirigenti di altri Istituti Europei.
Questa fu una conclusione felice per il Pendola che poté andare in Paradiso con la certezza dì una scelta saggia e condivisa indistruttibilmente da tutti i grandi maestri degli istituti internazionali dei sordomuti.
Nel 1878 il Pendole fondò una scuola di metodo per il conseguimento di uno speciale diploma per l’insegnamento ai sordomuti e dopo tre anni, nonostante la sua età avanzata accettò l’incarico gravoso di presiedere la commissione nominata dallo Stato per progettare la legge sull’educazione dei sordomuti (1881).
Egli fu autore di numerose opere e saggi pedagogici e della rivista fondata da lui e degli epistolari con gli Educatori noti di tutto il mondo, ricoprì altri incarichi molto importanti oltre quelli sopradetti e tu insignito di numerosi titoli di riconoscimento e di cavalierato dei vari ordini civili e religiosi.
La vita di Pendola non fu facile e le sue lotte faticose anche se fatte con passione e gioia nelle vittorie, ma seppe ben distribuire il suo amore “Io ero nato per amare, educato ad amare e non sapea che amare”. Amò molto i suoi figli che gli erano sempre vicini, fu stimato dai cittadini senesi che lo salutavano con grande rispetto. Nei cinquant’anni di incarichi sia per i sordomuti sia per il Collegio dei Scolopi non pretese assolutamente niente e visse praticamente nella povertà ma la sua saggezza fu un’enorme ricchezza. Purtroppo Pendola non resse alla vecchiaia. L’ultimo anno della sua malattia il Sac.Tarra da Milano venne a trovarlo e gli parlò lungamente confortandolo con tutto il suo affetto e con l’amicizia profonda ed intime che li legava e prima della sua partenza il Pendola gli disse: “Una sola cosa mi dispiace: ed é di distaccarmi dei miei poveri sordomuti…”.
La morte di Pendola nella sua povera camera dell’Istituto fu un inconsolabile dolore per i sordomuti ai quali lasciò il suo prezioso testamento spirituale. Il funerale fu grandioso alla presenza delle massime autorità di tutta la città di Siena e dei sordomuti dai piccoli agli ex-allievi. Fu seppellito nel cimitero dei poveri con la semplice scrittura da lui dettata quando era in vita “Qui dorme in Gesù Cristo il Padre Tommaso Pendola delle Scuole Pie, nato in Genova il 23.6.1800 e morto in Siena il 12.2.1883 –  Pregate per Lui”.
Altre notizie bibliografiche ci sarebbero sul Pendola ma sono lunghe ed indescrivibili in tutto. La significa molto della storia di Pendola per i sordomuti, lui è il vero apostolo ed il grande maestro dei sordomuti. Nella nostra vita non potremo mai dimenticare il Pendola, il suo pensiero sul metodo è sempre valido oggi. Di fatto i suoi esempi ed i suoi messaggi sono moderni ed attuali sul sistema tecnico per l’insegnamento e la riabilitazione all’educazione dei sordomuti.
I suoi appunti sono ripescati dagli studiosi di oggi per i convegni ed i congressi sull’istruzione dei sordomuti.
Uno dei suoi scritti ribadisce che il sordo è una persona umana ed anima “È egli (il sordomuto) forse un’autonoma operante come una macchina, o… privo d’intelligenza,…? No: in lui vive un’anima che possiede la facoltà tutte proprie della umana natura; – a conoscere il vero, ad amare il bene; un’anima, che ha bisogno di essere affrancata dalla servitù del corpo per mezzo di una educazione che volga e sottomettere gli oggettivi e gli istinti alla legge della giustizia e carità”.

P.Luigi Pelliccioni d.S.P. (Primo Successore di P.Pendola)

NOBILE PETRUCCI BARAGLI
Il Cav. Gelso Petrucci Bargagli (molto noto, di casata nobile in Siena ed in Firenze) fu il primo ad interessarsi dei sordomuti, infatti alcuni sordomuti furono seguiti da Lui  prima di Pendola. Il suo interessato indusse Padre Pendola a realizzare le opere della storia dei sordomuti di Siena dal 1824.
La sua sorella Contessa Teresa Bargagli, anche lei educò alcune sordomute prima che venisse istituita la sezione femminile del Pio Istituto Sordomuti di Siena e continuò poi la sua opera gratuite per le sordomute nella nuova sezione dell’Istituto dal 1835, rimase sempre dedita alle medesime fino alla sua morte avvenuta nel 1893. Per quasi tutta la vita si dedicò alle sue dilette figlie nel suo amate Istituto.

PADRE GUIDO MEUCCI DELLE SCUOLE PIE
Fu il quinto direttore dell’Istituto Pendola di Siena, nato a Ponte Buggianese il 6 aprile 1881 da una famiglia di contadini, egli fu un ragazzo intelligente e laborioso negli studi. Da ragazzo stava cadendo nella piena del fiume Pescia riuscendo a salvarsi da sicuro annegamento. Sentendosi portato alla vita religiosa indossò l’abito degli Scolopi a Firenze (1897). Dopo un anno si trasferì a Siena dove cominciò la sua missione per i sordomuti nella scuola del Pendola nel 1900 dove rimase per quasi sessant’anni.
Il Padre Meucci venne ordinato sacerdote nel 1905, fu un appassionato lui metodo di istruzione che lui seguì per anni. Pubblicò i libri di anniversari di Pendola, sulle esperienze pedagogiche e sull’educazione religiosa dei sordomuti. I suoi scritti sono molto chiari e comprensivi, adattando la sua professionalità ad una lettura adatta per i sordi.
Il Consiglio d’Istituto affidò la direzione al Padre Meucci dal 31 agosto 1915, la sua lunga attività dedicata esclusivamente ai sordomuti fu stimata da tutti quanti lo conobbero e soprattutto dai sordomuti e dagli ex-allievi i quali continuarono scrivere l‘epistolario con padre Meucci e lui, nonostante i gravosi impegni quotidiani, rispose sempre con la raccomandazione della vita e della fede cristiana.
Fondò la nuova scuola materna per i sordomuti ad Antignano (Livorno) e le iniziative per i bambini in colonia estiva. Superò con coraggio i duri tempi dei fascismo e della guerra per la difesa dei suoi figli e con l’aiuto della preghiera a Dio affinché ai sordomuti non mancasse il necessario. Nella scuola lui continuò ad insegnare, vero maestro dei sordomuti e grande esperto di metodo e di profonda fede. Ideò il periodico “Piccolo sordomuto” (1934) pubblicato per gli alunni ed ex alunni del suo istituto per poter continuare i legami e le raccomandazione per il loro avvenire dopo la scuola. Scrisse interminabili e bellissimi articoli con frasi semplici compiaciute da tutti firmandosi con il soprannome di “GIEMME” poi  “MIGAMMA” per i suoi non udenti.  Il  suo  periodico  continuò fino agli anni settanta.
Molti sordi di oggi delle province di Grosseto, Lucca, Pisa, Massa e di altre Province lontane ricordano sempre le parole e l’opera di Meucci.
Fu superiore generale della Provincia Toscana della Congregazione delle scuole Pie per tre anni dal 1943 al 1945.
I sordomuti congedati dalla sua scuola salutavano sempre con molta stima Padre Meucci ed egli ricambiava sempre i saluti dicendo “ci vedremo in paradiso”. Quando lui seppe che la sua infermità gli avrebbe lasciato una menomazione fisica e con queste le difficoltà dì dirigere l’Istituto, costrinse ad accettare le sue dimissioni nonostante a pressanti inviti a rimanere alla direzione dai Consiglio d’Istituto. La sua decisione fu irrevocabile ed il 30 settembre 1946 lasciò la direzione.
Nell’Istituto P.Meucci si dedicò con amore ai suoi alunni, ma la sua salute peggiorò sempre di più ed egli preferì  ricoverarsi nella casa di riposo per non disturbare nessuno. Anche il Superiore generale della Congregazione venne a Siena e gli chiese se desiderava essere circondato dai suoi cari. Il nuovo direttore però rifiutò perchè sapeva che per lui sarebbe doloroso trasferirsi a Firenze.
In anni successivi la richiesta dei Meucci fu più forte e solo allora fu concesso il trasferimento a Firenze anche se il trasferimento avvenne con grande commozione. Fu ricoverato nella casa degli Scolopi “Pellegrino” nonostante il suo desiderio fosse di morire a Siena come Padre Pendola ma si rassegnò alla volontà di Dio. Nella casa degli Scolopi egli trascorreva il suo tempo nella preghiera e negli scritti dei suoi ricordi del passato con i sordomuti in Siena.
Alla mattina del 3 gennaio 1967, dopo aver celebrato la Santa Messa, venne colto da malore e tornò serenamente vicino a Gesù che lo portò  alla vita eterna a 86 anni con la rassegnazione di anni di sofferenze e di solitudine ma ricco di cose belle nel cuore. Riposa nel lontano cimitero di Siena. Il giornale fiorentino “La Nazione” pubblicò  l’avvenuto decesso e subito i sordomuti si unirono commossi ed in lacrime nei ricordo di Padre Meucci. Le Autorità senesi e gli alunni assistettero alla S. Messa in suffragio.

PADRE GIOVANNI BONUCCELLI DELLE SCUOLE PIE (1905-1980)
Ordinato sacerdote nell’Ordine degli Scolopi, fu a Siena come insegnante dei sordomuti. Fu Vice Direttore per molti anni e dopo prese il posto di P.Guido Meucci (suo predecessore) alla guida dell‘Istituto Pendola dal 1° ottobre 1946. Nella sua lunga esperienza metodica pubblicò molti scritti sull’educazione del sordomuto e relazioni per la scuola speciale. Fu considerato uno dei grandi educatori dei sordi d’Italia. Lasciò la direzione per motivi di età ma con tanta nostalgia del suo amato passato nell’Opera Pendola e spirò serenamente dopo 6 anni nel 1980.

PADRE OSVALDO TOSTI DELLE SCUOLE PIE
P.Tosti fu il successore di Padre Bonuccelli dal 1974, fu molto esperto nell’istruzione speciale e per anni fu il maestro dei sordomuti in Siena e conobbe da giovane P.Meucci e P.Bonuccelli. Purtroppo sotto la sua direzione dovette affrontare grosse difficoltà per la direzione dell’istituto perchè la progressiva diminuzione degli alunni e le ostilità dei dirigenti rappresentanti gli Enti locali nel Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pia Istituto Pendola presieduto da lui come da tutti i predecessori in base allo statuto voluto da Pendola. Per non continuare ulteriormente la resistenza preferì rassegnare le sue dimissioni dalla Direzione (1978) e ritirarsi completamente a Firenze nelle casa degli Scolopi  per meditare e dedicarsi ai suoi studi preferiti, ma nel suo cuore rimane un profondo dolore anche se é subentrata la rassegnazione alla volontà di Dio.

PADRE MARIO CORVI d.S.P.
Fu l’ultimo Direttore in veste di religioso, educatore dei sordi, che dal 1978 assunse, nonostante la sua età avanzata (80 anni) la direzione con tanto coraggio cercando la possibilità di rimediare la vitalità dell’Istituto per salvare il suo patrimonio storico, culturale e scolastico in Siena. L’amministrazione dell’Opera peggiorò ulteriormente mentre gli ultimi alunni furono costretti a trasferirsi altrove. Lui morì nella più disperata disorganizzazione dell’Istituto Pendola.

PROF. MARINO BENNATI
Fu insegnante specializzato per sordi dell’Istituto Pendola a poco tempo dalla chiusura dell‘Istituto (1980). È stato uno dei pochissimi che ha avuto il coraggio di intervenire e di lottare con molta sofferenza e per lunghi anni per salvare l’Opera di Pendola. Dopo un periodo di vuoto amministrativo (per la mancanza dei direttore e contemporaneamente anche del Presidente dell‘Opera) il Prof. Bennati è riuscito ad ottenere le sua nomina dal Capo dello Stato alla Direzione dell’Istituto con il D.P.R. del 19.3.1987 e poter così proseguire nell’opera dei suoi predecessori nonostante il malfunzionamento della gestione cercando di rimediare e riportare al prestigio il patrimonio dell’Istituto Pendola pur condividendo l’idea della modernizzazione dell’istruzione dei sordi ma mai dell’estinzione. Questo suo lavoro è stato veramente duro con la collaborazione delle associazioni di categoria e lo ha superato felicemente. Ora lui lavora a pieno titolo come direttore con un raro attaccamento ai non udenti.
Gli giunga il nostro augurio di poter fare sempre meglio. Si ricorda che il Pendola era uno dei pochi Istituti considerati “i migliori per l’istruzione dei Sordomuti”.

GLI ALTRI
Non é possibile scrivere la storia dei singoli operanti nell’Istituto Pendola, il pensiero di oggi va sempre anche a quelli di cui non è scritto niente ma che seppero contribuire sempre assieme ai noti protagonisti ai buon andamento dell’Istituto Pendola. Alcuni Padri Scolopi vissero nell’Opera di Siena essi sono: P. Pelliccioni, P. Banchi, P. Morbidi, P. Certini, P. Sbaragli, P.Ragazzini ecc. Particolarmente la Madre Maria De Alexandris diresse come maestra prima e poi superiora per 42 anni la scuola materna di Antignano (Livorno) dicendo sempre di essere pronta a tornare alla scuola nonostante la sua età.
P.Vittorio Banchi d.S.P.
(Terzo Direttore dell’Istituto)

L’EDUCAZIONE DEI SORDOMUTI
Il famoso periodico per la pedagogia speciale dei sordi fu fondato a Siena da tre Educatori zelanti dell’opera a favore dell’istruzione dei sordomuti di cui uno maestro proveniente dell’Istituto di Torino (Abate Prof.Anfossi), l’altro dal Pio Istituto milanese (Sac.Tarra) e l’ultimo senese del Regio Istituto (P.Pendola) nel 1872 e continuò la pubblicazione per oltre 83 anni dopo di che cessò la pubblicazione a causa della disfunzione dell’attività sotto pressioni politiche che non avevano valutato la consapevolezza delle opere di fatto in Siena.
Nel 1990 riprende la pubblicazione de “L’Educazione dei Sordi” con il primo numero della serie IX, diretta dal Prof. Marino Bennati, attuale direttore dell’Istituto Pendola di Siena.

NOTE DI EVIDENZA E RIEPILOGATIVE
1824  – I primi insegnamenti ai sordomuti (Gelso Petrucci Bargagli e P.Pendola);
1826 – Fondazione del “Pio Istituto Sordomuti” in Via S.Pietro e poi in Via delle Murarie;
1832 – Nella sede dell’ex Convento S.Margherita (ora Via  Pendola   35-37);
1835 – Nuova Sezione femminile;
1850 – Lavori di ristrutturazione e di ampliamento con spese  sostenute dallo Stato e dal Monte dei Paschi di Siena;
1862 – Erezione in Ente Morale con Legge del 3.6.1862;
1872 – Fondazione della rivista pedagogica speciale “L’Educazione del sordomuto”;
1878 – Statuto approvato con R.D. 7.8.1878 che veniva poi modificato nel 1897;
1880 – Costituzione della Scuola di Metodo per l’abilitazione all’insegnamento di sordomuti;
1883 –  Morte del fondatore ed intitolazione dell’Istituto in onore di Padre Tommaso Pendola con R.D. 13.5.1883;
1900 – Nuova sede della sezione maschile (Via Pendola n. 62);
1907 – Istituzione della Pia Casa Lavoro per sordomute;
1927 – Riconoscimento della Scuola pubblica per sordi con R.D. n. 341 del 17.2.1927;
1933 – Fondazione della scuola materna per sordi a Livorno:
1935 – Il primo periodico per ex-alunni “Il Piccolo Sordomuto”;
1977 – Soppressione della scuola di metodo “Pendola”;
1978 – Difficoltà di amministrazione dell’Opera Pia;
1979 – Soppressione dei periodici “L’Educazione del Sordomuto e Il piccolo Sordomuto”;
1980 – Chiusura delle sezioni materna, maschile e femminile;
1982 – Venne approvata dal Comune e della Provincia di Siena la proposta di estinzione dell’Opera Pia ‘Pendola’;
1984 – Le associazioni di categoria (sordomuti e famiglie dei sordi) ricorrono avverso la decisione della Regione Toscana;
1985 – II comitato governativo di controllo degli atti regionali annulla la deliberazione della Regione ed i1 T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale) respinge il ricorso delle Regione Toscana così l’Opera Pia “Istituto Pendola” era salva;
1987 – Nuove iniziative per la modificazione dello statuto approvato dalla Regione Toscana con delibera n. 464 dell’1.12.1987 così 1’opera centenaria di Pendola può continuare le sue finalità a favore dei non udenti;
1988 – Partecipazione della rappresentanza dì ex alunni e famiglie al Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pendola;

DIRETTORI DELL’ISTITUTO PENDOLA
1. P. Tommaso Pendola d.S.P. {Fondatore)dal 1828 al 1883
2. P. Luigi Pelliccioni d.S.P. dal 1883 al 1887
3. P. Vittorio Banchi d.S.P.  dal 1887 al 1916
4. P. Alfredo Morbidi d.S.P. dal 1916 al 1919
5. P. Guido Meucci d.S.P. dal 1919 al 1946
6. P. Giovanni Bonuccelli d.S.P. dal 1946 al 1974
7. P. Osvaldo Tosti d.S.P. dal 1974 al 1978
8. P. Mario Corvi d.S.P. dal 1978 al 1980
9. Prof. Marino Bennati (laico) dal 1987

LE ALTRE ISTITUZIONI DEL COLLEGAMENTO DEI PADRI SCOLOPI
Istituto Nazionale Sordomuti di Genova (1802)
Congregazione dei Padri Scolopi
Stabilimento dei Sordomuti di Livorno
(1815)
Regio Istituto dei Sordomuti di Pisa (1817)
Istituto Sordomuti di Imperia (1857)
Istituto “Giovan Battista Assarotti” di Chiavari (1874)
is010 (1991)


Pendola. Quale Destino?
Il giorno 16 settembre 1995 presso la sede sociale dell’ENS di Siena, si è svolto un importante incontro in presenza dei rappresentanti ENS nazionali, regionali e provinciali, nonché dai Presidenti dell’AS.F.A.S. e dall’AIES e dalle associazioni dei genitori della Toscana, per discutere sul grave problema che riguarda la futura destinazione dell’Istituto Pendola di Siena.
Alla fine della discussione é stato stilato un ordine del giorno che viene di seguito riportato integralmente.
O.d.g.
Il giorno 16 settembre 1995 alle ore 16 nella sede della Sezione Provinciale ENS di Siena si è riunita l’incontro dei Presidenti delle Sezioni Provinciali ENS della Toscana per esaminare l’attuale situazione dell’Istituto Pendola e le eventuali iniziative da prendere.
Sono altresì presenti il dott. Cesare Magarotto, Segretario Nazionale ENS; il Cav. Angelo Convito, Presidente dell’Associazione Famiglie dei Sordi di Siena; il Cav.Pier Luigi Rossi, Presidente del Comitato Regionale ENS per la Toscana, il Prof. Marino Bennati, il direttore dell’Istituto Pendola, il Prof. Mauro Guerrini, consigliere della Commissione Amministratrice del pendola, quale rappresentante degli utenti, e il sig. Franco Zatini, Membro del Consiglio Direttivo ENS.
Apre i lavori il Cav.Rossi che auspica una sempre più stretta collaborazione tra ASFAS ed ENS.
Il Cav. Convito illustra l’attuale situazione del Pendola ed invita ad essere compatti, perché non è ammissibile quello che sta accadendo, anche perché penalizzerebbe fortemente i Sordi e le loro famiglie.
Segue un’approfondita e partecipata discussione e vengono esaminate le possibili iniziative da prendere, perché l’Istituto Pendola è un patrimonio di tutti i Sordi italiani.
Viene anche discusso sulla necessità di iniziare, comunque, una serie di servizi per dare risposte concrete alle famiglie che da tempo chiedono qualcosa di valido. Il Prof. Bennati illustra quanto si ritiene possibile attivare, facendo presente, però, che è necessario un impegno anche economicamente di tutti.
A conclusione dei lavori, i presenti votano all’unanimità il seguente odg:
1. situazione “Istituto Pendola”
– Preso atto della situazione, che vede la Commissione Amministratrice e del Comune di Siena impegnati a modificare sostanzialmente lo Statuto dell’Istituto, provocando di fatto la fine delle finalità storiche del Pendola;
– Valutato opportuno e necessario quanto in questi mesi hanno svolto sia ASFAS che la Sezione Provinciale ENS di Siena a livello di opinione pubblica ed in sede legale;
– Ritenuto assolutamente indispensabile non perdere il notevole patrimonio della Pendola, che deve essere messo a disposizione di tutti i sordi italiani;
Chiedono
Alla sede centrale dell’ENS
1. di intervenire urgentemente in sede regionale sia sui funzionari che sul Presidente della Giunta per far presente le esigenze dei sordi e per impedire che la proposta del nuovo Statuto, così formulata dalla Commissione Amministratrice del pendola, venga approvata;
2. di impegnarsi, se necessario, ad organizzare una mobilitazione generale di protesta di tutti i Sordi italiani presso la Regione Toscana;
3. di sostenere, se necessario, anche economicamente le azioni legali che l’ASFAS, la Sezione Provinciale ENS di Siena ed il Direttore del Pendola prof. Marino Bennati, hanno o dovessero attivare.

Alle varie Sezioni Provinciali dell’ASFAS e dell’ENS
1. di sostenere, anche economicamente, il lavoro portato avanti e da realizzare in futuro per difendere con tutti i mezzi possibili il Pendola e il suo patrimonio;
2. di contribuire, anche economicamente, alla realizzazione di questi servizi in favore dei Sordi e delle loro famiglie che a Siena verranno a breve realizzati, ma che dovranno servire anche a tutte le province richiedenti.
AUSPICANO
Che finalmente si possa dare vita ad una organizzazione che veda riuniti l’ENS, l’ASFAS, l’AIES e tutti coloro che vorranno aderirvi, onde cominciare a lavorare di comune accordo su linee concordate e con iniziative concrete verso i diversi Ministeri per tentare di ottenere modificare sostanziali all’attuale grave situazione educativa dei sordi.


In occasione del bicentenario della nascita di Padre Tommaso Pendola (1800-1883) si è svolta la cerimonia commemorativa e l’inaugurazione del nuovo museo storico dell’Istituto medesimo e di Padre Tommaso Pendola.

Guida alla Mostra storico-documentaria “T. Pendola”
La prima stanza del piano terra dell’Istituto senese è un doveroso omaggio per l’attività di studi didattico – pedagogici svolta da T. Pendola e i riconoscimenti tributatigli dai maggiori Enti culturali italiani e stranieri dell’epoca: l’Accademia degli Euteleti, la Nuova Società per la Storia di Sicilia, l’I. e R. Accademia Pistoiese, l’Accademia Valdarnese, la Société Française de Statistique Universelle, l’Accademia dei Quiriti.
Nella seconda stanza si è voluto dare un’idea degli spazi in cui l’Istituto era suddiviso al suo interno: gli spaziosi dormitori; le enormi cucine con le migliori attrezzature dell’epoca; i bagni per i bambini che, precorrendo i tempi, erano dotati di sanitari in miniatura; la cappella; la scuola di disegno, che ha prodotto artisti locali di grande valore; il refettorio delle suore e quello delle allieve, con l’affresco del Fungai sullo sfondo, la scuola di metodo, che istruiva gli insegnanti dei sordomuti. Le foto a colori documentano gli interni ed esterni dell’Istituto ai nostri giorni, con le trasformazioni intervenute e le tradizioni conservate, come nella camera del Pendola, rimasta pressoché intatta sin dalla sua morte, avvenuta nel 1883.
I documenti, scansioni originali degli originali, provengono tutti dall’archivio dell’Istituto: il Regio Rescritto del 1828, che ne approva la nascita; il Regio Decreto del 1833, che lo intitola al suo fondatore; il primo Statuto organico e il Regolamento interno (1877); la prima pagina dell’Inventario dell’Istituto, artisticamente decorata; l’Istituzione della Tipografia; le Fedi di battesimo dei bambini ricoverati prima dell’Unità d’Italia; i certificati di nascita rilasciati dai Comuni dopo il 1861.
Le foto di gruppo cercano di dare un’idea della grande quantità di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, che si sono avvicendati nel corso di un secolo e mezzo tra le mura dell’Istituto. Gli abbigliamenti, scandiscono il passare dei decenni e delle mode, le pose sono a volte un po’ rigide e troppo composte,
ma alla fine, soprattutto in quelle scattate nei momenti di festa, come la Befana, il Natale, il Carnevale, la Pasqua, o di vacanza al mare, ad Antignano (Livorno), o nelle gite domenicali a Santa Colomba o Piazza del Campo, vengono fuori pose più ardite, espressioni più libere o fanciullesche.
Anche le lezioni di ginnastica nei grandi cortili dell’Istituto, o in spazi all’aperto, raccontano un approccio pedagogico completo e “moderno” che, lungi dal costringere gli allievi alla ginnastica fatta per dovere, ne favoriva l’aspetto ludico e creativo.
L’ultimo spazio della mostra è dedicato all’istruzione scolastica e professionale degli ospiti dell’Istituto. Sono ben documentati le aule di studio, con attrezzature specialistiche per l’insegnamento orale: cuffie, microfoni, specchi, gli alunni e i sacerdoti e laici loro insegnanti. I laboratori di tipografia, di falegnameria, di cucito, di calzolaio e di ceramica, denotano un interesse dell’Istituzione, ancora una volta in anticipo sui tempi, per la formazione professionale degli allievi, che venivano forniti di conoscenze utili a svolgere un mestiere in grado di inserirli nel “mondo”.
La mostra fotografica è completata dalla presenza, sui tavoli espositivi, di Registri originali provenienti dall’Archivio e da album fotografici utili ad integrare una visione globale della vita dell’Istituto di Siena e di quello di Antignano (Livorno).
Mostra storico-didattica sulla vita e l’opera di Tommaso Pendola Al primo piano del complesso in Via Tommaso Pendola n.35, si accede per la scala interna, dal corridoio, dove si trovano gli ingressi alla Biblioteca Specializzata del suddetto Istituto e alla Redazione della storica rivista: L’Educazione dei Sordi.
– Di fronte alla prima rampa, è appeso alla parete un quadro in cui è riportata una frase del testamento di Tommaso Pendola (9 Maggio 1882).
– Di fronte alla seconda rampa, vi è una stanza dove sono raccolti documenti e testimonianze della vita e opera di Tommaso Pendola.
A destra, una vetrina contiene documenti originali del 1828, anno di fondazione dell’Istituto, 1831, 1833, 1834, 1839, 1872, 1877, 1879, 1833, alcune riproduzioni delle opere di T. Pendola, dal 1844 al 1882, e due edizioni originali, sesta e settima, del 1891 e 1907.
Sopra la vetrina, un quadro con una frase sui sordi, estratta da uno scritto di T. Pendola del 1832.
Di fronte alla vetrina un cassettone dell’epoca del Pendola, con un registro per la firma dei visitatori.
Alle pareti, sopra il cassettone: un ritratto di T. Pendola, che si trova nella sala d’aspetto della sezione maschile dell’Istituto.
Ai lati: alcuni autografi e l’elenco delle principali opere a stampa del Pendola.
Accanto alla finestra, la fotografia dell’edificio acquistato nel 1831 (ex Convento di S. Margherita in Castelvecchio) e alcune immagini di T. Pendola, da solo e con i suoi allievi e collaboratori.
Accanto alla porta (a destra), riproduzione del certificato di nascita di Tommaso Pendola.
– Ritornando nel corridoio, si trova la cameretta in cui Tommaso Pendola visse e morì (il 12 febbraio del 1883). A destra, il letto, un comodino con crocefisso, un inginocchiatoio e, a sinistra, il cassettone. Alle pareti: un quadro con un’immagine sacra e la targa marmorea a ricordo della morte.
– Nel corridoio, quattro pannelli: commemorazione di Tommaso Pendola, dal 1883 al 2000. Poi un pannello dedicato alla Biblioteca specializzata dell’Istituto, dal volume più antico (1539) al più recente (maggio 2000). Quindi Scuola di metodo, la Camera silente, inaugurata nel 1954, e il Cinema, in funzione dal 1920.
– In una stanza di passaggio, sono esposti tre pannelli sulle attività editoriali dell’Istituto: Il piccolo sordomuto, rivista per le famiglie e gli ex alunni (1931- 1973), con le ultime pubblicazioni, quindi la Rivista L’educazione dei sordi (1872-2000).
– Per la porta a destra si entra in una stanza, dove sono esposti i modellini legno che gli allievi sordi della scuola d’intaglio, interna all’Istituto, eseguivano come esercitazione.
– In un’altra stanza, troviamo alla parete alcuni crocifissi restaurati, che erano nelle aule dell’Istituto.
– Si entra poi in un vasto ambiente, ex veranda, con le pareti a vetri, in cui stata ricostruita un’ipotesi di aula attrezzata per la rieducazione acustica, costituita da una cattedra attrezzata, banchi attrezzati, specchio, lavagna, cartelloni didattici.. A sinistra della porta, un medagliere con riconoscimenti ottenuti dagli allievi dell’Istituto. Alla parete di destra, è appeso un pannello in ricordo della vita e delle opere di Antonio Magarotto, promotore della Legge istitutiva dell’Ente Nazionale Sordomuti, alunno dell’Istituto fra il 1902-1907. Si trova quindi una vetrina contenente oggettistica varia attinente alla rieducazione acustica, come protesi, cuffie e altro materiale.

L’ISTITUTO PENDOLA ENTRA NELL’AZIENDA PUBBLICA.
Dal 1° gennaio 2006, l’Opera Pia dell’Istituto Pendola è entrato a far parte dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona – Città di Siena (A.S.P.), in attuazione della Legge Regionale n.43 del 3 agosto 2004 della Regione Toscana.

INFO:

Comune di Siena – Provincia di Siena

Congregazione dei Padri Scolopi

Congregazione delle Figlie della Carità di S.Vincenzo de’ Paoli

«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
Per qualsiasi segnalazione, rettifica, suggerimento, aggiornamento, inserimento dei nuovi dati o del curriculum vitae e storico nel mondo dei sordi, ecc. con la documentazione comprovata, scrivere a: info@storiadeisordi.it.
“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini

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