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Sordità ereditarie

Nome Inglese: hereditary deafness. Frequenza: 1/1000 nati; in circa il 60% dei casi si tratta di forme di sordità genetica.

Le cause: La sordità può essere determinata sia da fattori genetici sia da fattori ambientali. Può infatti essere conseguenza di infezioni perinatali (contratte durante la gravidanza o nel periodo immediatamente successivo la nascita), di traumi acustici o cerebrali ed all’uso di farmaci tossici per l’orecchio (ototossici). La sordità può essere l’unico sintomo presente (forme non sindromiche) o può accompagnarsi ad altri segni e sintomi (forme sindromiche). Nella sordità sindromica sono presenti altri segni e/o sintomi che definiscono alcuni quadri abbastanza comuni quali la sindrome di Alport, la sindrome di Waardenburg, la sindrome di Usher e la sindrome di Pendred, oltre ad altre meno frequenti. Questa scheda ha lo scopo di approfondire le cause genetiche delle sordità non sindromiche; per quanto riguarda le forme sindromiche si possono consultare le schede relative o scrivere a Informagene. Non è nostro scopo fornire informazioni sulle sordità non ereditarie.

La tabella che segue riporta un elenco dei geni finora identificati.

GENE CROMOSOMA
DFNA1  diaphanous 5
DFNA2 connessina 31 1
DFNA3 connessina 26 13
DFNA5 ICERE-1 7
DFNA3  alfa-tectorina 11
DFNA9   COCH 14
DFNA11 miosina7A 11
DFNA12 alfa-tectorina 11
DFNA15  POU4F3 5
DFNB1 connessina 26 13
DFNB2 miosina7A 11
DFNB3 miosina 15 17
DFNB4 pendrina   7
DFNB9  otoferlina 2
DFNB21 alfa-tectorina 11
DFN1  DDP X
DFN3 POU3F4 X
 12S rRNA  mitocondriale
 tRNA mitocondriale

I geni più frequentemente alterati sono:
– Il gene connessina 26 (Cx26, indicato anche con la sigla GJB2, gap-junction protein beta 2), identificato nel 1997 grazie anche al contributo di una ricerca finanziata da Telethon, è il responsabile della maggior parte dei casi di sordità autosomica recessiva (in Italia e Spagna addirittura dell’80% dei casi). Le connessine sono una famiglia di proteine presenti sulla membrana cellulare, dove formano dei canali necessari per gli scambi e la comunicazione tra cellule. Questo gene è coinvolto in due diverse forme di sordità non sindromica: DFNB1 e DFNA3. Mentre la forma DFNA3 è molto rara, la DFNB1 è la più frequente forma ad eredità autosomica recessiva. Si tratta di una forma congenita (presente già alla nascita) di sordità moderata o profonda, generalmente non progressiva. Per questo l’analisi molecolare del gene connessina 26 può essere molto utile per diagnosticare una sordità congenita ereditaria.
– Il gene COCH è probabilmente il gene più frequentemente coinvolto in casi di sordità non sindromica ad eredità autosomica dominante (DFNA9). Si tratta di una forma progressiva che inizialmente interessa soprattutto le alte frequenze e che comporta anche disturbi dell’equilibrio (vertigini) a causa del coinvolgimento di strutture dell’orecchio interno. La funzione del gene COCH non è ancora del tutto nota, ma nell’orecchio interno delle persone affette sono stati evidenziati depositi di lunghe molecole zuccherine (mucopolisaccaridi), probabile causa della degenerazione delle fibre nervose.
– Il gene POU3F4 è il maggior responsabile delle forme legate al cromosoma X. Le informazioni contenute in questo gene servono probabilmente per la produzione di un fattore importante per lo sviluppo del sistema nervoso.
– Il gene 12S rRNA non si trova sui cromosomi ma è contenuto nel DNA dei mitocondri. E’ responsabile della forma più frequente di sordità ad eredità mitocondriale.

Come si trasmette:
Esistono molte forme di sordità genetica con diverse modalità di trasmissione:
– autosomica recessiva in circa il 75% dei casi,
– autosomica dominante in circa il 20%,
– legata al cromosoma X in circa il 5%,
– mitocondriale in meno dell’1%.

I geni o le regioni cromosomiche (loci) associate alle varie forme di sordità genetica non sindromica sono indicati con la sigla DFN, dall’inglese DeaFNess:
– DFNA per le forme ad eredità autosomica dominante
– DFNB per le forme ad eredità autosomica recessiva
– DFN per le forme ad eredità recessiva legata al cromosoma X.

La sigla è seguita da un numero che indica l’ordine cronologico con cui i geni o le regioni cromosomiche sono stati identificati. Non è ancora possibile definire in modo preciso quanto sono i geni della sordità, perché le conoscenze sulla genetica della sordità sono molto recenti. Sono stati finora identificati 19 geni responsabili di diverse forme di sordità ereditaria. Molti altri non sono ancora stati identificati e per questo motivo al momento non sempre è possibile nei soggetti affetti definire la forma specifica di sordità ed identificare l’alterazione del DNA (mutazione) responsabile della patologia. Inoltre, alcune forme sono particolarmente rare tanto da essere descritte solo in singole famiglie.

La diagnosi:
Oltre alla valutazione clinica e strumentale, il medico può utilizzare l’analisi molecolare come conferma diagnostica nei casi in cui il gene responsabile della forma di sordità in questione sia noto. L’analisi molecolare si esegue in genere a partire da un piccolo campione di sangue o di cellule raschiate dall’interno della bocca, e permette di analizzare il DNA alla ricerca di mutazioni nei geni noti. L’analisi molecolare si può inoltre eseguire nei familiari delle persone affette, al fine di identificare i portatori sani della mutazione. Dato che non tutti i geni responsabili delle numerose forme di sordità ereditaria sono stati identificati, non sempre l’analisi molecolare permette di identificare l’alterazione che causa la malattia.
La diagnosi precoce e quella prenatale possono essere eseguite solo se la mutazione responsabile della patologia è già stata identificata nelle persone affette presenti in famiglia.

Esiste una terapia: Per le forme di sordità ereditaria non esiste una terapia risolutiva. La terapia comprende la riabilitazione logopedica e l’uso di protesi (analogiche o digitali); in casi selezionati può essere praticato l’impianto cocleare.

Note: Redazione cura di Telethon con la consulenza scientifica del prof. Paolo Gasparini, Servizio di Genetica Medica IRCCS Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza SAN GIOVANNI ROTONDO (FG).

LINK
http://www.mclink.it/com/airs  Associazione Italiana per la Ricerca sulla Sordità (Italiano)
http://www.nih.gov/redirect/nidcd-redirect.html  http://www.nih.gov/redirect/nidcd-redirect.html
National Institute on Deafness and Other Communication Disorders NIDCD a cura del National Institutes of Health, con informazioni per specialisti ma anche per affetti e familiari.  (Inglese)

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ATTENZIONE: Le informazioni contenute in questa pagina hanno solo uno scopo divulgativo. Per questo, pur essendo state scritte da personale qualificato, non possono sostituire il parere del medico curante nelle decisioni e nelle scelte dei pazienti circa la propria salute.

nw123 2010

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