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Il Congresso di Milano del 1880

Il Congresso di Milano del 1880. Il “Congresso Internazionale per il miglioramento della sorte dei Sordomuti”, riunitosi a Milano dal 6 all’11 settembre 1880, rappresenta una svolta nella storia dell’educazione dei sordi. Fu approvata una risoluzione che esaltava la lingua orale e che bandiva la lingua dei segni.

La “preparazione” del Congresso
Il Congresso era stato concepito e condotto come un raduno di oppositori della lingua dei segni. I rappresentanti ufficiali del Congresso erano stati selezionati per assicurare la vittoria del metodo orale: dei 164 delegati presenti, 56 erano oralisti francesi e 66 oralisti italiani; insieme i due paesi rappresentavano i sette-ottavi dei partecipanti.

A parte i discorsi di benvenuto e di addio, le escursioni e le visite, i lavori del Congresso si limitarono ad una dozzina di ore durante le quali tre o quattro membri oralisti rassicuravano il resto del gruppo della giustezza delle loro posizioni di fronte a difficoltà evidenti.

Un delegato inglese scrisse da Milano: “La vittoria della parola era in gran misura stabilita ancora prima che il Congresso cominciasse“.

La risoluzione
Tutti i delegati, salvo i quattro americani, votarono le seguenti risoluzioni:

I. Il Congresso,
Considerando la non dubbia superiorità della parola sui gesti per restituire il sordomuto alla società e dargli una più perfetta conoscenza della lingua,
Dichiara:
Che il metodo orale deve essere preferito a quello della mimica per l’educazione e l’istruzione de’ sordomuti.

II. Il Congresso,
Considerando che l’uso simultaneo della parola e dei gesti mimici ha lo svantaggio di nuocere alla parola, alla lettura sopra le labbra ed alla precisione delle idee,
Dichiara:
Che il metodo orale puro deve essere preferito.

Dagli Atti del Congresso emerge, però, che i pochi sordi presenti si erano schierati a favore della lingua dei segni, ma la loro mozione non venne neppure portata a votazione.

Si evidenziò allora una grande ‘frattura ideale’ fra il mondo dei sordi e quello degli udenti. I sordi accusavano di avere scelto per loro una lingua ed una educazione che non condividevano, senza averli mai consultati.

Dopo il Congresso la lingua dei segni venne bandita dall’insegnamento e con essa sparirono anche gli insegnanti sordi negli Istituti.

Gli interventi
Zucchi, Presidente del Regio Istituto dei Sordomuti di Milano, apre la seduta del 6 settembre. Presenta i risultati di un’inchiesta che mostrano “…la quasi universale concordia degli insegnanti nell’istruire il sordomuto, non più coll’alfabeto delle dita, non più colla mimica, …ma colla viva parola che è il privilegio dell’uomo; che è il tramite unicamente sicuro del pensiero, il dono stesso di Dio.”

Gli organizzatori avevano designato come presidente del Congresso Giulio Tarra, direttore della scuola per sordomuti di Milano, convertito all’oralismo. Nel discorso di apertura prega i delegati di ricordarsi che “la parola orale è la sola che valga a far rivivere nell’uomo il lume che Dio gli ha ispirato sulla fronte.”
L’abate Tarra presenta al Congresso un’arringa che dura più di due sessioni, e inizia così: “Il regno della parola è un dominio la cui regina non ammette competenti. La parola è gelosa e vuol essere l’assoluta padrona del campo.”

Don Serafino Balestra, direttore della Scuola di Como, che per primo in Italia abbracciò l’oralismo e lo diffuse fra i suoi connazionali, fa un appello toccante: “…per un prete cattolico è una necessità che i muti parlino, perché abbiano la confessione… Vi prego: votate per la parola, sempre la parola.”

Dopo un vano tentativo di Magnat di leggere un libro sul suo metodo misto, si susseguono interventi tutti favorevoli all’oralismo. L’unico intervento in difesa del metodo misto è quello dell’americano Thomas Gallaudet, che afferma: “A mio modo di vedere gli è con questo metodo misto che si può porgere il più grande beneficio al massimo numero di sordomuti. …In tutte le scuole poi vi sarà il linguaggio dei gesti, che è la lingua naturale dei sordomuti.”

A conclusione del Congresso, dopo che il verdetto a favore dell’oralismo puro è stato approvato a grande maggioranza, Tarra conclude: “Ieri finimmo gridando: ‘Viva la parola!’ Oggi diremo ‘Viva la parola pura!'”

La stampa dell’epoca
La stampa dell’epoca si mostra estremamente favorevole alla decisione oralista del Congresso e a tutte le motivazioni che ne rafforzano la credibilità e l’importanza. Il mutamento nel metodo educativo è indicato come un grande affratellamento franco-italiano e un passo sulla via del progresso.

I giornali si differenziano per alcune sfumature di tono. Per esempio il Corriere della Sera pone l’accento sulla fratellanza d’armi italo-francese che ora si è tramutata in fratellanza per il bene dei poveri sordomuti. L’Unità Cattolica contiene un tono di lieve dileggio per Gallaudet, quando scrive “durante il suo intervento parlava e nel contempo gestiva così da sembrare sordo egli stesso”.

 Memoria dell’anniversario di morte del Barone Ricasoli
23 ottobre 1880 – 23 ottobre 2012

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«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini

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