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Ricordando Renato Pigliacampo …

La scomparsa di Parole&Segni. I Sordi riprendano a scrivere di sè stessi.

Dopo l’elezione del presidente nazionale al congresso di Rocca di Papa, molti Soci attendevano che la loro Rivista – come era tradizione dopo ogni Congresso – continuasse la pubblicazione. Ma Parole&Segni non apparve più. Essa era la «voce» dei sordi d’Italia, anche di chi, bene o male, sapeva appena scrivere perché, chi spediva alla Rivista il proprio messaggio scritto, trovava in redazione personale che sapeva comprenderlo col cuore, «traducendolo» in un linguaggio comprensibile a tutti.

A testimoniare restano tanti interventi che hanno arricchito la Rivista. Sono testimonianze che si sono diffuse nella comunità di maggioranza. Persone udenti qualsiasi, operatori sociosanitari e docenti di scuola pubblica, hanno accostato e compreso molti problemi dei sordi, grazie alla lettura di quegli articoli, accolti e proposti dalla direzione della Rivista, Ida Collu: e che dire poi del volenteroso Franco Zatini che, con tenacia e diligenza, si impegnava tanto per il periodico?

Poi a poco a poco Parole&Segni è scomparso. Come fosse un ladro, alla chetichella è uscito dal mastodontico palazzone di Via Gregorio VII, dal numero civico 120, per andare verso quale sede? Non risulta che si sia trasferito altrove. Niuno ha dato una valida risposta sulla sua «scomparsa». Qualcuno aveva affermato, dapprima: lo sostituiremo con un’informazione più moderna, ondine, chiara/efficace/rapida, in tempo reale. Ci sono stati coloro che, collaboratori sin dai tempi de La Settimana del sordomuto, diretto da Vittorio Ieralla e che, effettivamente, usciva puntuale ogni settimana (!), erano perplessi sul cambiamento repentino dell’informazione che, perlopiù, celava una gravissima mancanza di conoscenze di base sulle necessità d’informazione dei e per i sordi.

Parole&Segni te lo portavi appresso sul treno, sul Bus, a scuola e in ufficio, potevi anche fingere di averlo dimenticato su una sedia nella sala d’attesa di un ospedale, o in un’altra sede pubblica, con la certezza che non sarebbe stato buttato o strappato, ma certamente dapprima guardato e sfogliato con curiosità, e poi letto. Era insomma una Voce, una Speranza: la nostra voce e speranza di protagonisti!

Oggi, la più grande (sino ad adesso), associazione italiana dei sordi, non ha un Periodico ufficiale. Non si può dire alla gente, in particolare alle persone di una certa età, di andare sul sito dell’Ens. I sordi Soci amavano parlare del loro periodico, lo portavano da casa al Circolo, nelle sezioni, dibattevano su questo o quel personaggio sordo, di quella persona politica o sezione trovati sulla Rivista, che diveniva un testo ‘sacro’. Come la Bibbia che si trova in chiesa: dapprima si rispetta, poi si sfoglia e infine si legge.

Metodo Pigliacampo

(…) Soprattutto i sordi, che hanno problemi di comprensione dello scritto, hanno necessità di leggere, riflettere e pensare alla propria condizione di vita. Ricordate come la Presidente di allora, Ida Collu, era attenta – con i suoi collaboratori – nello inserire, a pie’ di pagina, le note esplicative? Tutti erano in grado di interpretare il contenuto, senza bisogno di interpreti o assistenti personali.

Sono stato collaboratore de La Settimana del Sordomuto e ricordo l’indimenticabile Dr Vittorio Ieralla che, venendo all’istituto “A. Magarotto” di Padova, allora Rettore dello stesso, mi diceva: «Allora hai scritto nuove poesie?». Avevo timore nello allungargliele, temendone la bocciatura. Lui leggeva rapido: «Bene bene, te le pubblicherò» rispondeva. Ero contento. Stimolando il mio impegno a migliorare nella comunicazione scritta e nella conoscenza delle parole.

Oggi non c’è, in giro, un periodico cartaceo che parli dei sordi. E’ pur vero che abbiamo numerosi Blog di sordi, giornalini ondine e, più o meno, un ping/pong di informazione che è tutto e il contrario di tutto.

I ciechi, dico dei ciechi (!), che basano proprio tutto sull’informazione sonoro-acustica e si scambiano, i dirigenti periferici, gli audiolibri di ogni scibile, hanno continuato a salvare l’informazione cartacea del proprio Periodico, che trovi in molte sedi delle associazioni di Volontariato o negli Uffici stampa degli enti locali. Il Corriere dei ciechi insomma è lì per indurre a riflettere su una specifica disabilità, utilissima ai profani.

Parole & Segni

Perché la sede centrale ha cancellato un organo associativo così fondamentale? E’ stato affermato dapprima che sia avvenuto per motivi economici, poi è emersa l’ipotetica verità, sempre più esplicita nelle decisioni intraprese dalla sede centrale, dimostrando che la verità doveva essere «una», facile intuire da quale fonte dovesse sortire.

Per questo motivo sollecito tutti coloro che vogliono esprimere il proprio punto di vista, il proprio giudizio sull’ENS e sull’organizzazione periferica in genere, sui dirigenti, sugli interpreti eccetera, di aprire un dibattito e SCRIVERE al Forum, bene o male conta meno, valga la testimonianza veritiera. Non perdiamo il coraggio e la capacità di raccontare il vero! Non facciamoci soffocare dalla temerarietà di essere “cacciati” dall’associazione ENS. Prima dovranno essere cacciati da chi fa il guardiano: e i coraggiosi e i corti, istruiti come sono parecchi sordi, non necessitano di tutori. Perché solo la verità (che ancora non conosciamo a fondo dei nostri dirigenti centrali, eletti nel guazzabuglio del XXIII Congresso di Rocca di Papa) ci farà liberi: una verità che è in te, Socio effettivo, che rimuggi nel tuo cuore, quella verità che – insieme a quella di tanti tuoi simili – caccerà a pedate nel sedere i falsi samaritani, o presunti assistenti dell’ultima ora.

Chi scrive – e tanti altri – non abbasseranno il capo giammai perché, se lo facessero, offenderebbero la propria cultura e intelligenza, per delegare ai burattinai. Chi non lo capisce, o finge di non capirlo stando al gioco, è un burattino. Siate diligenti a spiegarglielo.

Renato Pigliacampo

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Renato Pigliacampo

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