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Educatrice sorda Paola Massa

Alla ricerca della felicità: intervista a Paola Massa
Credi di potercela fare e sarai già a metà strada.” Theodore Roosevelt

Paola Massa ha 30 anni ed è sorda dalla nascita. Nata e cresciuta a Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno, da un anno vive a Lugano. Attualmente lavora come Operatrice Pedagogica per l’Integrazione (OPI), Mediatrice Linguistico-Culturale e docente LIS.

Massa Paola viverefermo

1. Che cosa significa per te essere sorda?
In realtà è una domanda che non mi sono mai posta. Sono nata sorda e ho vissuto tutta la mia vita da sorda. È una parte di me, come avere i capelli castani o gli occhi blu. La carenza di servizi non mi ha certo reso la vita facile. Sono stata sempre costretta a sforzarmi per essere alla pari degli udenti.

2. Che ruolo ha la LIS nella tua vita?
Sono bilingue. Ho usato sin da subito sia la Lingua dei Segni che l’italiano. La LIS è la lingua che mi permette di far parte della mia comunità e che mi ha consentito di costruire la mia identità sorda. Se non usassi la Lingua dei Segni, mi sentirei fuori dal mondo. Non sarei pienamente inserita tra gli udenti né farei parte della comunità sorda poiché non sarei in grado di comunicare.

3. A cosa è dovuto il tuo trasferimento in Svizzera?
La Svizzera offre molte opportunità di accrescimento personale, culturale e professionale. Mi sono trasferita qui perché in Italia la situazione lavorativa non è delle migliori. Tra le altre cose, circa 5 anni fa ho scoperto di avere la sclerosi multipla (SM). In Italia purtroppo non sono molti i servizi offerti a chi è nelle mie condizioni. Sin da piccola ho dovuto lottare per i miei diritti e altrettanto ho dovuto fare per riuscire ad avere la giusta assistenza medica. Non ero soddisfatta di come mi seguivano, così ho iniziato le mie ricerche e ho scoperto che qui hanno le migliori cure per la SM. Ai sordi, inoltre, viene fornito ogni servizio necessario affinché ci sia una completa integrazione e parità di diritti.

4. Quante lingue dei segni ci sono in Svizzera? Sono riconosciute a livello nazionale?
In Ticino usiamo la LIS ma in Svizzera vengono usate anche altre due lingue dei segni: la Lingua dei Segni Svizzera Tedesca (DSGS) e la Lingua dei Segni Francese (LSF). Purtroppo non sono ancora riconosciute legalmente ma nonostante questo sono sempre assicurati i servizi di interpretariato.

5. Che cosa offre la Svizzera a una persona sorda?
In Svizzera i sordi sono totalmente integrati. Godono di vari servizi tra cui quello di interpretariato, inserimento al lavoro, consulenze e assistenza di ogni tipo. Ci sono diverse associazioni che si occupano di questo.

6. Chi è l’OPI e di cosa si occupa?
L’ OPI è l’operatore per l’integrazione scolastica. Il suo ruolo è quello di integrare lo studente disabile nel contesto scolastico e di trovare le strategie più adatte affinché le lezioni risultino fruibili.

7. Come si diventa OPI?
Io ho superato un concorso in cui tra i requisiti richiesti c’era anche la conoscenza della Lingua dei Segni. Al momento affianco proprio una ragazzina sorda.

8. Qual è la differenza tra OPI e AsCo?
L’ OPI accompagna l’allievo con bisogni educativi particolari nel percorso scolastico. Affianca il docente nell’inserimento dei bambini con disabilità di vario tipo mettendo a disposizione competenze specifiche. L’Assistente alla Comunicazione affianca invece i bambini sordi nel contesto scolastico. Ha il compito di mediazione nell’ascolto delle lezioni per permettere l’accesso ai contenuti didattici e favorire la comprensione del linguaggio. Supporta l’alunno sordo nel compito di accrescere e sviluppare le proprie capacità cognitive.

9. Come avviene l’inclusione di uno studente sordo nella scuola svizzera?
Ovviamente dipende dallo studente. Se oltre alla sordità ha anche altre problematiche può essere inserito in una classe speciale e seguito individualmente. Altrimenti viene inserito in un contesto scolastico ordinario e affiancato da un OPI segnante che traduce i contenuti delle lezioni in Lingua dei Segni. Se invece lo studente è sordo non segnante sarà affiancato da un OPI che facilita la comprensione delle lezioni mediante strategie specifiche.

10. Che cosa sono le classi speciali?
Sono classi dove vengono riuniti ragazzi con problemi di tipo cognitivo e che fanno fatica a seguire le lezioni più complesse. In queste classi gli insegnanti adattano la didattica ai bisogni degli alunni.

11. Ti capita di svolgere traduzioni multimediali (da contenuti testuali a video in LIS)?
Al momento no, ma a breve dovrebbe partire un nuovo progetto di traduzione tramite app a cui prenderò parte.

12. In quali contesti lavori come mediatrice culturale?
Nelle scuole o in privato per ragazzi sordi che hanno difficoltà a integrarsi.

13. Quali sono le tue aspirazioni per il futuro?
Il mio sogno è diventare traduttrice di testi dall’italiano alla Lingua dei Segni in modo da renderli accessibili anche ai sordi che non masticano bene l’italiano. Mi piacerebbe anche lavorare in prima persona come interprete LIS collaborando ovviamente con interpreti udenti.

14. Qual è il tuo motto?
Ogni cosa accade per un motivo.
Michele Peretti. Fonte: viverefermo.it

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