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1856 – Pia Casa Arcivescovile per i Sordomuti e le Sordomute in Napoli e Casoria (Napoli)

Nell’ottocento nei vicoli del golfo partenopeo vi erano tanti “accattonaceli” (fanciulli abbandonati per le vie di Napoli) di cui parecchi erano piccoli sordomuti in miseria, ignoranza e ladruncoli anche se esisteva un Istituto sordomuti al Real Albergo dei Poveri ma non poteva risolvere tutti i gravi problemi scolastici dei sordi napoletani soprattutto quelli spirituali.

Infatti un Sacerdote certo Don Luigi Ajello si accinse a prestare il suo caritatevole ministero di catechista dei sordomuti presso l’Istituto medesimo nel 1853 e successivamente, quando la sua esperienza sull’educazione dei sordomuti si approfondì il 21 giugno 1856 fondò una propria scuola a carattere religioso con il concorso del Cardinale Sisto Riario Sforza  e con l’aiuto di un gruppo di sacerdoti alcuni dei quali molto noti come Sac. Lorenzo Apicella e Sac. Giuseppe Pinto, successivamente verrà il chierico Filippo Smaldone.

La prima sede era nell’ex collegio dei Nobili in Via Nilo n.35 ma per diversi anni non ebbe una sede adeguata fino a quando non ottenne la dotazione di una casa di Sant’Agostino alla Zecca nella contrada dei Ponti Rossi di Napoli.

Fu da questo momento che si iniziò la vita istituzionale della «Pia Casa Arcivescovile pei Sordomuti» con una ventina di alunni. La medesima opera fu sempre sorretta dagli Arcivescovi Metropolitana di Napoli.

Durante i primi tempi si lavorò serenamente all’educazione in particolare a quella cristiana e nel 1860 venne aperta anche la sezione femminile che dopo due anni fu affidata alle Suore Stimmatine chiamate appositamente dalla Toscana mediante una convenzione nel 1862. Le stesse lo dirigono tutt’oggi (1990, n.d.r.).

Anche Re Ferdinando II delle Due Sicilie nel suo Consiglio di Stato del 9 maggio 1854 predisponeva il progetto di creare una nuova scuola come da richiesta dallo stesso Ajello, però l’Opera Pia apparteneva alla Chiesa diocesana di Natoli e tutt’ora un suo delegato presiede il Consiglio amministrativo delle due sezioni appartenenti all’unica istituzione di Ente Morale con Regio Decreto 24 maggio 1895, il quale riconobbe Patrono dell’0pera l’Em.mo Arcivescovo di Napoli pro-tempore.

A questo proposito qualche anno prima i locali della casa presso «Ponti Rossi» non erano idonei alla moltiplicazione degli alunni e delle alunne, fu per questo che il Cav. Raffaele Tizzano nel 1891 donò generosamente un vasto locale con relativo terreno in Casoria nella provincia partenopea, esclusivamente per la sezione femminile e dopo quattro anni Mons. Domenico Alfano nel 1895 lasciò l’immobile in Via Avellino da Tarsia per la sezione maschile e con il ricavato della rendita dei locali ai Ponti Rossi fu costruito il nuovo complesso a Casoria. Fu così che i due Istituti furono eretti nel sopraccitato «Ente morale».

Nell’educazione l’istituto napoletano applicò il metodo orale con notevole ritardo al confronto degli altri continuando la mimica convenzionale fino alla completa sostituzione.

Purtroppo la Pia Casa Arcivescovile ebbe un periodo molto tormentato per le difficili vicende delle competenze circa la direzione e la gestione dell’Istituto appartenente al gruppo di sacerdoti dei Frati Bigi fino al 1909. L’Opera Pia decise infine di affidare ai Padri Salesiani conformemente al desiderio di Mons. Domenico Alfano, grande benefattore del complesso di «Tarsia».

Questo rigenerò la Pia Casa sotto la muova direzione del salesiano Don Cesare Crippa che iniziò un vero compito di trasformazione, di riedificazione morale e materiale. Intanto la sezione femminile a Casoria fu ripristinata e ampliata cosichè nel 1911 furono inaugurati le nuove strutture idonee per l’istruzione e per i corsi professionali.

Dalle finestre della Pia Casa di Via Avellino da Tarsia (foto storica)

Un particolare importante della nuova direzione ad opera dei salesiani infatti nel 1912 fu abolita l’umiliazione della questua da parte dei piccoli sordomuti nelle strade napoletane che invece sotto le passate direzioni bussavano di porta in porta come facevano tanti Istituti italiani dell’ottocento.  Successivamente fu fondata la pubblicazione del periodico mensile «Charitas».

Nella sezione maschile si dovette procedere ad ulteriore ristrutturazione per il consolidamento dell’edificio fatiscente precocemente a causa dei non idonei materiali edili e della malcostruzione durante i predetti lavori e si doveva continuare a ripararlo per conservarlo.

L’aumento del numero dei frequentanti diede una vita più fiorente istituzionalmente rispetto agli anni precedenti e vennero aperti nuovi corsi professionali.

Nel 1925 ottenne il finanziamento dello Stato per garantire le risorse umane del corpo insegnante mediante la convenzione appena riconosciuto l’idoneità di assolvimento della scuola dell’obbligo al pari delle scuole pubbliche dello Stato.

Negli anni cinquanta a Casoria  venne aperta la scuola d’infanzia e successivamente si arricchì di nuovi strumenti audiologici e di nuove funzioni scolastiche in conformità dei perfezionamenti e degli aggiornamenti didattici speciali.

Ma l’edificio di Via Tarsia non resistette più nonostante i ripetuti intervento di consolidamento e l’autorità lo dichiarò completamente inagibile nel 1975 ed i piccoli alunni furono trasferiti alla sezione femminile della Pia Casa a Casoria mentre quelli più grandicelli furono inseriti nell’Istituto salesiano «Don Bosco» non appartenente a questa Opera.

Nel periodo che più ha colpito gli istituti napoletani è stato quello del sisma e quello dell’evoluzione scolastica dei sordi integrati nelle classi comuni:
1) il terremoto del 1980 danneggiò gravemente il fabbricato dell’Istituto Sordomuti al Real Albergo dei Poveri che chiuse i battenti. Gli allievi furono sistemati all’Istituto salesiano come sopradetto e le alunne a Casoria;
2) l’ennesimo terremoto costrinse alla completa demolizione dell’ex Istituto di Via Avellino da Tarsia già chiuso nel 1975, ora si trova raso al suolo.
3) Il calo dell’affluenza dei sordi agli Istituti napoletani in deviazione alle scuole normali.

Nella realtà di oggi nella città di Napoli due istituti storici sono scomparsi (Real Albergo dei Poveri e Pia Casa di Ajello) mentre la scuola speciale per sordi è funzionate presso gli altri istituti non dipendenti dalla Pia Casa (Istituto Smaldone, n.d.r.).

Per quanto riguarda l’Ente di appartenenza della Pia Casa Arcivescovile sussiste sempre la vitalità e l’attuale complesso a Casoria dove esistono due sezioni una femminile ed altra maschile e dove la direzione è assunta dalle suore stimmatine anche la sezione maschile dall’autunno del 1975 anche se il numero degli allievi non corrisponde più a quello di una volta.

Tutta via la scuola sopradetta svolge regolarmente con tutte le specifiche didattiche e la riabilitazione del linguaggio e dell’acustica ai bambini nell’attuale sede di Piazza Giovanni Pisa n.9 a Casoria (Napoli) tracciando l’eterno ricordo del caro fondatore Luigi Ajello e tutte le storie dell’educazione dei sordi napoletani sono conservate gelosamente con amore e ricordo nell’Istituto di Casoria.

 
Sordomute di Casoria 1920         Sordomuti di Tarsia 1920

Ajello Luigi
Il noto sacerdote napoletano con notevoli doti di carità si dedicò inizialmente all’educazione di catechista all’Istituto dei sordomuti al Real Albergo dei Poveri di Napoli dal 1853. La sua sensibilizzazione ai problemi religiosi dei sordi lo fece decidere di aprire l’istituto cattolico per dare, oltre l’educazione didattica, l’istruzione e la formazione cristiana di tutta la mente ed il cuore in modo che i sordomuti potessero ricevere i sacramenti, prima di farlo iniziò a viaggiare per la ricerca delle esperienze presso gli Istituti sparsi in Italia e scrisse la pubblicazione «Della educazione dei sordomuti in Italia. Studi morali, economici, storici».

La sua vocazione caritatevole verso i sordi divenne sempre più forte così avviò ad operare sul campo scolastico appoggiato benevolmente dal Cardinale Sisto Riario, arcivescovo di Napoli, nel 1856, presso l’ex Collegio dei Nobili offerto gratuitamente dal P. Ludovico da Casoria e dove i frati bigi operavano. Infatti l’Istituto napoletano di Ajiello doveva fiorire progressivamente cercando nuove esperienze nella costituenda congregazione per servire i privi dell’udito malgrado la sua salute non glielo permettesse di continuare a intraprendere viaggi dopo aver visitato la primissima casa per sordomuti a Catanzaro nel 1859 ed a Molfetta di Bari nel 1863.

Il desiderio del fondatore era quello di una nuova opera giuridica religiosa dedita all’educazione dei sordi che gestisse l’istituzione ma fra mille problemi non poteva riuscire in tutto anche a causa della morte prematura dovuta dalle infermità e dalle sofferenze fisiche nello spirito francescano del quale Sac. Ajello indossò il ruvido saio color grigio cenere appartenente ai Frati Bigi con l’autorizzazione del Cardinale Riario del 13 febbraio 1862, camminando scalzo e con il capo raso assunse il nome di Padre Luigi dell’Umiltà.

Purtroppo la sua morte avvenne a Napoli il 7 luglio 1866 a soli 47 anni di età nell’estrema povertà come l’esempio di San Francesco d’Assisi.

I suoi amati successori Padre Pinto e Padre Apicella cercavano di realizzare il progetto per la nuova congregazione, questa volta non riuscirono per varie circostanze.

Ma oggi il suo nome nessuno lo dimentica, considerato il fondatore dell’Istituto sordomuti di Napoli ed anche a Molfetta e Catanzaro dove incitò ad edificarli a cura dei suoi figli spirituali.

Fu uno dei più noti educatori dell’ottocento particolarmente nell’area del mezzogiorno nella storia dell’educazione dei sordi in Italia.

Frati Bigi
Era la congregazione religiosa composta dai terziari francescani che si dedicava agli orfani ed ai poveri nelle vie di Napoli nonché i bambini di colore. Fondata dal Venerabile Padre Ludovico da Casoria nel 1859 noto come fondatore di tante opere nella provincia napoletana per l’assistenza e l’educazione alla carità.

Anche i sacerdoti poterono indossare il saio nello spirito francescano autorizzati dalla chiesa e successivamente i sacerdoti ed i professanti entrarono nell’ordine dei Frati Bigi.

Il gruppo dei Frati Bigi collaborava con Ajello all’educazione dei sordomuti presso la Pia Casa Arcivescovile di Napoli, questo era benvisto al fondatore della suddetta congregazione P. Ludovico con l’intesa del Card. Riario e durò per anni durante i quali anche il noto Sac. Lorenzo Apicella dell’Annunziata tenne la lunga direzione delle due Case per i sordomuti di Napoli e Casoria e di Molfetta (Bari).

La vicenda della congregazione nella gestione interna della Pia Casa per l’educazione dei sordomuti fu nota e travaglia circa le competenze infatti cercavano di collaborare con la congregazione della Piccola Missione di Bologna ed il Superiore Generale Cesare Gualandi affidava a P. Cesare Lollini la direzione del Centro meridionale per la formazione dei maestri per i sordi presso quella Casa. Questa iniziativa era ben vista dal Card. Riario perché avrebbe dato nuova possibilità di esperienza per un eventuale agganciamento alla direzione dell’Istituto. Ma solo dopo pochi mesi si ritirò (1872).

La proposta di Apicella, nello spirito del pensiero del fondatore Ajello circa una eventuale nuova forma della società religiosa per l’educazione dei sordi, fu presentata alla Chiesa ed alla Congregazione dei salesiani di Torino. Ma anche se il desiderio del benefattore dell’Istituto (Mons. Alfano) era di affidare ai padri salesiani, il capitolo della suddetta congregazione non lo permise e solo successivamente le cose furono superate con la decisione della Chiesa di affidare ai padri salesiani ed i Frati Bigi si ritirarono dalla gestione della Pia Casa di Napoli. Padre Apicella lasciò la proprietà della sua Pia Casa per i sordomuti di Molfetta all’Ente locale pubblico, cioè l’Amministrazione Provinciale di Bari, in cambio della garanzia di gestione per l’istruzione che tutt’oggi è in vigore.

In questa travaglia vicenda era presente il giovane sacerdote Filippo Smaldone, vicedirettore della casa di Napoli, che affiancò il Sac. Apicella per molti anni. Nella storia dei sordomuti lui diventerà il fondatore delle grandi opere a favore dei sordomuti in Puglia e nell’Italia del mezzogiorno iniziando da Lecce nel 1885.

E’ questa la fine della storia dei frati Bigi per l’educazione dei sordomuti di Napoli. Solo ad Assisi continuò dove P. Ludovico fondò l’istituto serafico per ciechi e sordomuti nel 1871 e tenne l’istituto fino al 1947 quando subentrarono i Padri Rogazionisti.
Da quell’anno i Frati Bigi non si occupano più i sordomuti e la congregazione dei Frati Bigi fu definitivamente soppresse nel 1971. Esistono ancora le Suore Elisabettiane Bigie, fondate dallo stesso fondatore, che gestiscono fra l’altro l’unico istituto per cieche e sordomute ad Assisi dal 1931 il quale continua a sussistere nello spirito francescano.

Padri Salesiani
Sono membri della congregazione religiosa intitolata a San Francesco di Sales che è la società salesiana fondata dal San Giovanni Bosco a Torino nel 1858 per l’educazione delle gioventù in condizioni difficili. Era nei principi pedagogici del santo fondatore di prevenire non reprimere le indicazioni dannose, rafforzare la volontà, incrementare più che l’istruzione intellettuale quella tecnico professionale.

Il Santo fondatore Don Bosco era al corrente delle dolorose vicende a proposito della gestione del complesso nella Pia Casa Arcivescovile di Napoli e di Molfetta (Bari) tra la congregazione ed il frate bigio Sac. Apicella direttore della Pia casa dei due istituti, che proponeva il suo programma ma venne respinta dal Capitolo salesiano a lo stesso Santo suggerì di sospendere temporaneamente ma questa faccenda non si concludeva neppure successivamente ed il Sac. Apicella scelse la sua strada.

Intanto avvenne la decisione della Curia napoletana in ossequio alla volontà di Mons. Alfano il quale donò l’enorme patrimonio alla Pia casa ed affidò la gestione della direzione alla Congregazione salesiana dal 1909.

A Napoli l’unica istituzione speciale per i sordi limitatamente per l’educazione venne occupata dai Padri Salesiani seguaci di San Francesco di Sales.  Questo Santo è stato proclamato del Patrono dei sordomuti. Ma al di fuori della città partenopea non si occupavano di altro come facevano invece tanti missionari per l’educazione dei sordi dell’ottocento e novecento ad eccezione di Cagliari dove l’Istituto Sordomuti fu gestito dai padri salesiani per certi periodi.


Casoria (Napoli) – Piazza Giovanni Pisa – Ex Pia Casa Arcivescovile per le Sordomute

Suore Stimmatine
La congregazione delle “Povere Figlie della S.Stigmate di S.Francesco d’Assisi” dette poi “Stimmatine” fu fondata a Firenze da Anna Maria Fiorelli Lapini (1809-1860), chiamata anche la “mamma di Firenze”, per il suo prodigo verso gli ammalati di colera, nel 1850, “con lo scopo dell’istruzione della gioventù e per l’esercizio delle opere di misericordia”. La storia dei sordi ricorda che le suore stimmatine operano l’Istituto per le sordomute nella Pia Casa Arcivescovile di Casoria dal 1862 (due anni dopo la morte della fondatrice Fiorelli Lapini).

Altre pagine dello stesso riferimento
– Congregazione dei Frati Bigi
– Istituto Serafico per ciechi e sordomuti di Assisi (Perugia)
– Istituto Provinciale “Apicella” di Molfetta (Bari)
– Istituto Provinciale di Catanzaro

Direzione della Pia Casa Arcivescovile
1. P. Luigi Ajello dei Frati Bigi                            1856 al 1866
2. P. Giuseppe Maria Pinto dei Frati Bigi            1866 al ….
3. P. Lorenzo Apicella dei Frati Bigi                    ……. al …..
4. ………………………………..
5. Don Cesare Crippa (salesiano)                       1909 al 1924
6. Don Giuseppe Roncagliolo (salesiano)            1924 al 1957
7. Don Raffaele Cagliono (salesiano)                  1957 al …..
8. …………………………………….
9. Don Pietro Foddai   (?)
10. Don Francesco Ranieri (?)

Note di evidenza e riepilogative
1856 – Fondazione della Pia Casa dei sordomuti per opera del sac. Luigi Ajello;
1860 – Apertura della Pia casa per le sordomute;
1861 – La sede dell’Istituto in Contrada Ponti Rossi;
1862 – Affidamento delle sezione femminile alle Suore Stimatine;
1891- Donazione del Canonico Tizzano per la nuova sede della sezione femminile a Casoria (Napoli);
1894 -Introduzione del metodo oralismo;
1895 – Donazione di Mons. Alfano per il nuovo istituto maschile in Via Avellino da Tarsia;
– Erezione in ente morale della Pia casa Arcivescovile per i sordomuti e le sordomute con R.D. 24.3.1895;
1909 – Affidamento della direzione ai Padri salesiani;
1911 – Ristrutturazione del complesso di Casoria;
1920 – Lavori di consolidamento del complesso a Via Avellino da Tarsia (sezione maschile;
1925 – Equiparazione della scuola pubblica per sordomuti;
1950 – Apertura della scuola materna a Casoria;
1969 – Istituzione della scuola media per sordi;
1975 – Dichiarazione di inagibilità dell’edificio della sezione maschile e cessazione dell’attività della Pia Casa di Via Avellino da Tarsia e trasferimento degli alunni all’Istituto salesiano non appartenente all’Opera Pia.
– Le suore stimmatine assumono la direzione della sezione maschile della Pia Casa a Casoria;
1976 – Nell’unica sede a Casoria della Pia casa Arcivescovile fondata da Ajello sussiste la vitalità dell’attività didattica speciale.
Franco Zatini is038

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«La storia è testimonio dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita» (Cicerone)
«La storia non è utile perché in essa si legge il passato, ma perché vi si legge l’avvenire» (M.D’Azeglio)
«Bisogna ricordare il “passato” per costruire bene il “futuro”» (V.Ieralla)
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“Storia dei Sordi. Di Tutto e di Tutti circa il mondo della Sordità”, ideato, fondato e diretto da Franco Zatini

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