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Disabili: Toscana:centri Sporthabile per avvicinare a sport

Disabili: Toscana:centri Sporthabile per avvicinare a sport

Firenze, 12 gen – Si chiama Sporthabile il progetto della Regione Toscana che ha come obiettivo la creazione di centri a cui le persone diversamente abile possono rivolgersi per avvicinarsi allo sport: da oggi sono attivi 28 centri Sporthabile, sparsi su tutto il territorio regionale, in cui sara’ possibile praticare una disciplina grazie all’aiuto di personale appositamente formato e degli ausili necessari. L’iniziativa e’ stata illustrata al MandelaForum, nel corso del convegno ‘Sport insieme. Lo sport per tutte le abilita”.

Da domani (13 gennaio, n.d.r.), inoltre, saranno aperti due centri Informhabile, dove sara’ possibile ricevere assistenza su tutto cio’ che riguarda sport e disabilita’: uno all’unita’ spinale del Cto di Careggi, a Firenze, l’altro presso il centro protesizzati di Volterra (Pisa). L’obiettivo di Sporthabile (realizzato con Fondazione Mps, Comitato toscano paralimpico, Coni Toscana e Gruppo toscano giornalisti sportivi dell’Ussi) e’ quello di creare le condizioni migliori per spingere, hanno spiegato i promotori, ”il maggior numero di persone affette da disabilita’ sensoriali, fisiche o intellettive, ad uscire di casa e a fare nuove amicizie, oltre che a migliorare il proprio benessere attraverso l’esercizio fisico”. I centri, tra i requisiti richiesti, dovranno avere l’accessibilita’ alle strutture e dei servizi (come spogliatoi o bar), personale formato e la disponibilita’ di ausili per la pratica sportiva.

”La nostra iniziativa non si ferma solo agli eventi sportivi – ha detto Gianni Salvadori, assessore regionale alle politiche sociali e allo sport – che comunque ci saranno: ne stiamo gia’ finanziando 33. Noi andremo a costruire le condizioni strutturali, formando gli operatori per permettere ai disabili di fare sport. Attraverso poi gli sportelli informativi i disabili sapranno quali sono gli impianti senza barriere”. L’assessore ha poi ricordato che per le iniziative di sport e disabilita’ ”la Fondazione Monte dei paschi di Siena ha contribuito con 250 mila euro: aggiungendo nostri fondi possiamo cosi’ investire 380 mila euro”. ”Negli ultimi anni – ha aggiunto Luca Pancalli, vicepresidente nazionale del Coni e presidente del comitato italiano paralimpico – l’Italia ha colmato un grande gap nello sport per disabili e adesso, attraverso una vera rivoluzione culturale, siamo una delle realta’ piu’ avanzate a livello europeo. Naturalmente c’e’ ancora tanto da fare”
Fonte: Regione Toscana


DISABILI E SPORT, PANCALLI: “ITALIA MODELLO SEGUITO IN EUROPA”
Parla il presidente del comitato paralimpico italiano: “Il nostro paese ha colmato molti gap. Ma rimangono ancora tanti problemi, tra cui la carenza di operatori specializzati, poca informazione, sottovalutazione dello sport a scuola”

FIRENZE – “Negli ultimi anni l’Italia ha colmato un grande gap nello sport per disabili e adesso, attraverso una vera rivoluzione culturale, siamo una delle realtà più avanzate a livello europeo tanto che paesi come Inghilterra e Spagna studiano il nostro modello”. Così Luca Pancalli, vicepresidente nazionale del Coni e presidente del comitato italiano paralimpico, è intervenuto al riguardo dello sport per disabili in Italia a margine del convegno “Sport insieme. Lo sport per tutte le abilità” che si è tenuto questa mattina al Nelson Mandela Forum di Firenze. “Naturalmente – ha aggiunto Pancalli – c’è ancora tanto da fare ed esistono ancora grandi lacune. Purtroppo non esiste una vera cultura sportiva, bensì una cultura del tifo, della medaglia, della vittoria. In ogni caso, lo sport ultimamente ha mostrato grande rispetto e tolleranza delle diversità ed è stato uno degli strumenti con maggior capacità unificanti a livello sociale”.

Pancalli ha individuato tre problemi principali che lo sport per disabili deve affrontare. “Innanzitutto – ha spiegato il presidente del comitato paralimpico – c’è grande difficoltà nel trovare strutture ricettive per colmare la domanda sportiva dei disabili soprattutto perché c’è carenza di operatori sportivi specializzati. In secondo luogo, esistono difficoltà di tipo informativo: molto spesso il disabile che intende fare sport non sa proprio dove andare. Infine c’è il problema nel mondo della scuola, dove lo sport è sottovalutato e viene concepito come una sorta di ricreazione allargata. Lo sport deve essere uno strumento educativo e questo fattore è stato sottovalutato per troppo tempo in Italia con la conseguenza che anche lo sport per disabili ne ha risentito”.

Pancalli è intervenuto anche al riguardo dei cori razzisti negli stadi. “Io noto un peggioramento nella società – ha detto – non un peggioramento negli stadi. Basta girare per le nostre città e vedere gli atteggiamenti che ci sono, spesso anche nelle scuole, dove ragazzi di colore sono vittime di sfottò. Non accade solo negli stadi: lo stadio è il concentrato del nostro vivere”.

“Lo sfottò – ha aggiunto Pancalli – non può mai cadere nel razzismo: questa è una cosa che va sempre condannata. In passato, da disabile, anch’io sono stato oggetto di sfottò per via della disabilità: bisogna fare qualcosa e va fatta tutti insieme. E’ evidente che deve essere fatta qualsiasi cosa si può fare per evitare questi fenomeni che certamente non rendono onore al mondo dello sport, ma anzi sono condannabili e deprecabili. Bisogna però sfuggire dalla facile demagogia e dalla facile retorica: il problema non si risolve con atteggiamenti troppo semplicistici: non c’è una sola soluzione, una sola ricetta”. (js)

Fonte: superabile.it
(13 gennaio 2010)

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