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Carpi, quel caffé speciale servito dai ragazzi sordi

Elisa e Francesco, non udenti, accolgono i clienti al bancone e tra i tavolini.  Il locale è stato rilevato dalla onlus “Insieme per l’integrazione e il bilinguismo”

Il bar Maggiolino di via Lenin, da qualche settimana, è guidato da due persone sorde, le quali, quindi, pur avendo il dono della parola, non hanno quello dell’udito. Loro si chiamano Elisa Ganzerli di Modena, e Francesco Carollo di Rubiera, nel Reggiano. Il cambiamento al timone del Maggiolino non è passato inosservato e questo ha fatto sì che altri sordi abbiano iniziato a frequentarlo con il risultato che il locale è diventato un punto di contatto in cui più comunità possono socializzare e sordi e udenti possono mescolarsi facendo amicizia.

CARPI. Un’attività commerciale che rappresenta molto di più di un semplice bar, bensì un modo per avvicinare due mondi, talvolta lontanissimi. Il bar Maggiolino di via Lenin, da qualche settimana, è guidato da due persone sorde, le quali, quindi, pur avendo il dono della parola, non hanno quello dell’udito. Loro si chiamano Elisa Ganzerli di Modena, e Francesco Carollo di Rubiera, nel Reggiano. Il cambiamento al timone del Maggiolino non è passato inosservato e questo ha fatto sì che altri sordi abbiano iniziato a frequentarlo con il risultato che il locale è diventato un punto di contatto in cui più comunità possono socializzare e sordi e udenti possono mescolarsi facendo amicizia. Alle pareti è appeso il linguaggio della dattilologia, ovvero l’alfabeto manuale della lingua dei segni, che serve come mezzo per comunicare con i sordi. Uno strumento in più per avvicinare i due mondi.

Video di Gino Esposito Intervista di Serena Arbizzi

La gestione da parte di ragazzi sordi del bar “Maggiolino” rientra in un progetto della onlus bolognese “Insieme per l’integrazione e per il bilinguismo”. L’approdo a Carpi in via Lenin ha suscitato molta curiosità tra gli avventori e nel quartiere, tra i residenti. «Abbiamo pensato più volte a quali attività potessero rivelarsi efficaci per inserire i sordi in un contesto che potesse avvicinarli agli altri – spiega la prof Susanna Moruzzi di “Insieme per l’integrazione e il bilinguismo”, che si occupa del progetto – Tra le idee messe in campo c’è quella del bar Maggiolino che abbiamo rilevato, affidandolo a due ragazzi, Elisa e Francesco, che insieme a operatori udenti, come ad esempio, Asia Carra, svolgono tutte le normali mansioni di un barista, dietro il bancone e tra i tavoli. Da oltre vent’anni stiamo lavorando a queste forme d’integrazione. Abbiamo una decina di soci con otto dipendenti, alcuni dei quali sordi.

Abbiamo avviato diverse collaborazioni con, tra gli altri, la Lega del filo d’oro di Modena. La sordità è una forma di disabilità particolare. La chiamano la disabilità nascosta. Formule come quella della gestione del bar aiutano a vincerla. Tra i nostri servizi ci sono anche progetti individuali in ambito scolastico e sociale. Elisa, ad esempio, è stata seguita da noi fin dalla scuola superiore. Attualmente è assunta al bar a tempo indeterminato part time» conclude la prof.
Serena Arbizzi. Fonte: Gazzettadimodena.gelocal.it

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