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Regione Umbria. La sordità infantile

Carla Casciari (Pd), sordità preverbale: uniformare la presa in carico nella regione.

“La sordità preverbale è uno dei più comuni deficit sensoriali dei bambini ed una regione, che vuole definirsi all’avanguardia nella diagnosi precoce, nel trattamento e cura di tale menomazione, deve poter garantire in tutto il territorio un’uniformità nei punti di accesso e di presa in carico dei bambini e delle loro famiglie presso le Aziende Ospedaliere e territoriali”. E’ questo l’obiettivo dell’interrogazione alla Giunta regionale che il consigliere Carla Casciari (Pd) ha depositato nei giorni scorsi.

“Nel tempo la Regione Umbria – ha spiegato Casciari – si è dotata di tutti gli strumenti programmatori per offrire alle famiglie dei percorsi di presa in carico multidisciplinare precoce e altamente specializzata per il bambino sordo e per gli audiolesi con impianto cocleare. Infatti, dopo lo screening neonatale che avviene direttamente nei punti nascita di tutta l’Umbria, o successivamente ad una diagnosi effettuata dai pediatri di base, il bambino che presenta un deficit uditivo viene indirizzato verso il cosiddetti Centri di III livello che hanno la funzione di effettuare una rapida ed efficace diagnosi e gestione audiologica del bambino ipoacusico, con relativo percorso terapeutico riabilitativo e abilitativo. Svolgono un importante ruolo di supporto alle famiglie coinvolgendoli anche nel programma riabilitativo e favoriscono interazione tra scuola ed alunno con disabilità uditiva”.

“Presso i Centri di III livello – continua Casciari – operano diverse figure professionali: audiologo, otorino, audiometrista, audioprotesista, genetista, logopedista e psicologo, provenienti o dalle Aziende Ospedaliere o dalla Unità Sanitarie Locali per la realizzazione di un’auspicata collaborazione ospedale-territorio. La Regione Umbria aveva individuato con una deliberazione del 2007, due Centri di III livello: uno presso l’Azienda Ospedaliera di Perugia e l’altro presso l’Azienda Ospedaliera di Terni, ma quest’ultimo nei fatti non è mai stato attivato. La presa in carico dei bambini ipoacusici avveniva, infatti, presso il servizio dell’età evolutiva dell’Azienda Unità sanitaria locale Umbria 2 e il servizio di igiene mentale. Oggi la situazione, già critica e non omogenea rispetto al territorio del perugino, si è andata aggravando visto il pensionamento del medico responsabile e ciò ha determinato la sospensione delle attività di presa in carico del Centro di III livello obbligando le famiglie di Terni a recarsi presso la struttura di Perugia, dove si rilevano ulteriori criticità dovute al numero crescente di accessi rispetto all’organico a disposizione”.

“Con l’atto depositato – conclude Casciari – ho voluto sollecitare la Giunta regionale rispetto alla situazione creatasi e quindi chiedere quali azioni si vogliono mettere in essere per garantire l’accesso al Centro di III livello presso l’Azienda ospedaliera di Terni, oppure se, e come, intende potenziare lo stesso centro presso l’Ospedale di Perugia onde evitare ulteriori disservizi e difficoltà per le famiglie”.
Fonte: umbriajournal.it

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