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L’Arcivescovo di Milano ha incontrato i sordi

Sabato 19 maggio 2018, dalle ore 10 alle 12, l’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini ha voluto incontrare i sordi per «capire il tema dei vissuti di fede e dei loro rapporti con le parrocchie», e quell’incontro, tenutosi nell’Auditorium del Centro Culturale Asteria, è stato il primo passo verso un dialogo che «don Mario», come familiarmente ama essere chiamato, ha voluto intraprendere per conoscere le necessità pastorali dei sordi.

Monsignor Delpini, nato a Gallarate (VA) il 29 luglio 1951 è Arcivescovo Metropolita di Milano dal 7 luglio 2017. Egli, laureato in Lettere all’Università Cattolica di Milano con una tesi sulla didattica del latino, era stato poi insegnante, dal 1975 al 1987, nel Seminario di Venegono Inferiore e aveva avuto buoni rapporti con Monsignor Emilio Puricelli, allora Responsabile Nazionale della Pastorale dei Sordi e nativo appunto di Venegono, tanto più che «Don Mario» aveva prima abitato in Via Settala, attigua alla «Casa del Sordoparlante» di Via Boscovich, 38, e i due sacerdoti si conoscevano molto bene, per cui la data di questo incontro con i sordi, nell’imminente ricorrenza della dipartita di «Don Emilio» (12 giugno 2016) non è stata scelta a caso dall’Arcivescovo e ha avuto, per tutti i sordi, una risonanza commemorativa particolare e lungimirante.

Per quell’incontro la Fondazione Pio Istituto dei Sordi aveva preventivato cinque relazioni, una da parte del Presidente ENS (Ente Nazionale Sordi) della Lombardia, Renzo Corti, poi della presidente di ALFA (Associazione Lombarda Famiglie Audiolesi), la dott.ssa Tavassi, quindi tre sordi “ordinari”: Elisabetta Valla, Martina Gerosa e Giuseppe Del Grosso, che hanno esposto sinteticamente le loro relazioni.

Delpini Dario

Tutte le relazioni sono state seguite con attenzione dall’Arcivescovo, che ha stilato diversi appunti di presumibile promemoria. Il presidente ENS ha fatto presente le origini (dal 1932) e le funzioni dell’Ente Nazionale Sordi, ma se un tempo i «sordomuti» erano educati e seguiti spiritualmente soprattutto negli Istituti religiosi, oggi non ci sono più riferimenti spirituali e la religione è poco conosciuta, per cui auspica che sarà approntato uno specifico “protocollo”.

La presidente di ALFA si dichiara “vicina a ENS”, e sostiene la proposta del presidente Corti, e fa presente che pure l’Università non da’ adeguato supporto ai sordi.

Delle tre relazioni scritte autonomamente dai sordi prescelti, solo una non si dice preoccupata, mentre Del Grosso riferisce che “in chiesa prega da solo, poiché senza LIS o sottotitoli” gli manca la partecipazione con gli altri fedeli.

Ma è la signora Elisabetta Valla, figlia di sordi, marito pure sordo e due figli udenti ora già grandi e allevati da lei e marito con non facile impegno, a specificare con semplicità ed efficacia le sue problematiche esperienze di persona sorda. Per frequentare un corso di teologia, si era dovuta recare a Vicenza, facendo periodici viaggi A-R in treno, dove c’era un corso tenuto in LIS dalla suora sorda Vittorina Carli – oggi venuta lei stessa da Vicenza…- poi manca una Casa di Riposo per persone anziane, sua madre si era sentita solo e a disagio quando, negli ultimi mesi prima di morire, aveva dovuto ricoverarla in un ospizio, dove nessuno sapeva comunicare con lei, e aveva necessariamente dovuto riportarla a casa, pur avendo due bambini da accudire. Lei frequenta le funzioni religiose, ma propone di fare corsi di Lingua dei Segni nei seminari.

L’Arcivescovo Delpini, commosso, ha detto che «vi ringrazio per questa giornata, è un incontro che da molto desideravo, e sento che la Chiesa è in debito con voi!», poi ha precisato che si dovrà avere particolare attenzione e trovare rimedio alle necessità dei sordi, Quindi propone che ci sia un altro prossimo incontro per venire incontro alle reali necessità di tutti i sordi.

Grazie, Arcivescovo “Don Mario” Delpini!

Marco Luè

Delpini incontra le persone con disabilità uditiva 
Al Centro Asteria mattinata di testimonianze e dialogo sui vissuti di fede e il rapporto con le parrocchie. Attivo un servizio di interpretariato L.I.S. e di sottotitolazione

«È stato lo stesso Arcivescovo, all’inizio del suo ministero nel settembre scorso, a scrivere una lettera indirizzata a don Luigi Poretti, cappellano per i fedeli sordi, chiedendo di trovare le modalità d’incontro con la Comunità delle persone con disabilità uditiva presenti sull’intero territorio diocesano». A raccontare l’origine dell’appuntamento di sabato 19 maggio presso il Centro Asteria (piazza Carrara 17, Milano) alle 10, è don Paolo Fontana, responsabile del Servizio per la Pastorale della Salute.

Anche con questa scelta la Chiesa di Milano testimonia la sua attenzione per quanti soffrono di malattie o disabilità…
Certamente l’Arcivescovo, come anche in altre occasioni, si è sempre mostrato sensibile e ha cercato di incontrare tutte le persone presenti sul nostro territorio, che siano sofferenti o ricoverate in ospedale. Le persone con disabilità uditiva certamente portano con loro un desiderio grande: quello di vivere fino in fondo la fede. Proprio per questo monsignor Delpini desidera rapportarsi con loro, per cercare meglio, insieme, come fare e come attrezzarsi sempre più.

È poi lo stesso don Poretti a spiegare modalità e significato di questo primo incontro con l’intero mondo dei non udenti.

Come si articolerà il momento al Centro Asteria?
Ci saranno i due rappresentanti di vertice degli enti coinvolti che porgeranno il saluto iniziale: il presidente dell’Ente Nazionale Sordi e il direttore del Pio Istituto Sordi.

Quante presenze vi attendete? Avverrà un confronto tra Delpini e i partecipanti?
Abbiamo raccolto 270 iscrizioni e abbiamo anche invitato gli operatori del settore. Tre sordi porteranno le loro testimonianze, poi parlerà l’Arcivescovo e seguiranno interventi liberi. Ci si concentrerà sui vissuti di fede e sul rapporto con le parrocchie.

Ci sarà una traduzione nella LIS, la Lingua dei Segni Italiana?
Sì, ci saranno sottotitolazioni e interpreti, come in tutti gli incontri che organizziamo e in occasione delle celebrazioni.

Qual è, secondo il suo modo di vedere, il problema più grave che hanno i sordi nella società odierna?
L’esclusione. Quindi l’inclusione è l’obiettivo primo da perseguire in ogni ambito. Infatti su questo insisteranno parte delle testimonianze. Non mancano le richieste perché ci sia un’attenzione maggiore nei confronti di questo mondo, in larga parte sconosciuto, anche perché si tratta di un tipo di disabilità non immediatamente evidente. Celebrando la Messa domenicale per i sordi, ci si può rendere conto di quanto il problema, anche a livello parrocchiale ed ecclesiale, sia spesso ignorato.

Qual è, attualmente, l’età media di chi ha difficoltà nell’udire?
Prevalentemente sono persone mature. Abbiamo tanti anziani che hanno frequentato il Pio Istituto Sordi, il quale fino al 1993 – nel 1992 una Legge nazionale ha inserito tutti i portatori di handicap nella scuola pubblica – aveva anche tre Collegi che accoglievano bambini per l’insegnamento specifico a questa categoria.

Anna Maria Braccini. Fonte: chiesadimilano.it 

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