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Marzio Zanatta, il mio simpatico e grande amico dei bei tempi andati

Marzio Zanatta, il mio simpatico e grande amico dei bei tempi andati. Leggo sul sito della storia dei sordi la biografia di Marzio Zanatta, mio coetaneo della classe inossidabile 1941, divenuto sordo in età evolutiva similmente a me stesso, morto improvvisamente il 23 marzo 2007.

Quella biografia è scritta dal suo concittadino e storiografo fiorentino Franco Zatini, ma credo che anch’io debba tracciarne un differente ritratto bibliografico, poiché di strada, nel mondo dello Sport “silenzioso”, io e Marzio, l’abbiamo percorsa affiancati per un lungo tratto e per questo sono in condizione di esporre una rimembranza pacata e sincera, relativa a quel tratto di strada compiuto accanto a Zanatta, personaggio dotato di notevoli capacità, di caparbietà, di sano umorismo e sportività convinta…


Marzio Zanatta lo conobbi nel 1973 quando, da poco incluso fra i Dirigenti della gloriosa Società Sportiva Silenziosa di Milano – l’anno successivo la Silenziosa sarebbe stata premiata con l’Ambrogino d’oro, massimo riconoscimento dell’Amministrazione milanese – mi ero recato in treno, insieme con il Vice presidente della società, Guglielmo Invernizzi e un paio di Delegati Tecnici della Federazione sportiva, Carlo Calonga (Calcio) e Osvaldo Zavattaro (Tiro a segno e Sport Invernali), all’annuale Congresso della Federazione Sport Silenziosi d’Italia, FSSI, che quell’anno, in novembre o inizio dicembre, si è tenuta a Paestum (SA), Effettuammo il viaggio di notte per essere a destinazione il mattino successivo. Alla stazione di Firenze sono saliti due dirigenti sordi fiorentini che allora non conoscevo, uno era Zanatta, e per tutto il viaggio si è discusso animatamente, ero il solo che osservava per sapere, non avevo nulla da affermare, solo da apprendere.

Al termine dell’Assemblea congressuale, ci fu la premiazione, e i premi attribuiti alla “Silenziosa Milano” furono molti: per l’atletica leggera, per la lotta greco-romana, per il ciclismo, la pesca sportiva, lo sci alpino, il tennis e il tiro a segno. Il Gruppo Sportivo ENS di Firenze ritirò solo la coppa per il titolo nazionale di calcio ed io, incrociando Zanatta, e contrariato per quel titolo “soffiato” alla storia di Milano, gli ho chiesto avventatamente: «…solo una coppa?» e «A noi quest’anno interessava solo questa coppa!» fu la pronta risposta che mi aveva spiazzato.

Ebbi poi altre occasioni d’incontrare Zanatta, ambedue eravamo stabili nell’ambiante sportivo, e dal 1974 io ero anche membro tecnico (TD, Technical Delegate, per la lotta olimpica) del Comitè International Sport des Sourd, CISS, dov’ero giunto per iniziativa di Rubino, al tempo vice-presidente del CISS, e dopo i miei primi Giochi Mondiali di Bucarest 1977 fui sorpreso di vedere Marzio Zanatta ai successivi Giochi di Koln 1981, in Germania, intervenuto come addetto stampa ufficiale della FSSI, con tanto di accredito “Press”, che si candidava di sua iniziativa al ruolo di TD per il calcio, e più sorpreso ancora fui quando Furio Bonora, successore di Rubino nel Bureau del CISS, mi confermò con soddisfazione che la candidatura di Zanatta era stata accolta. Poi Zanatta fu eletto Presidente della FSSI e ai Giochi di Los Angeles, USA 1985, lui fungeva da Presidente FSSI e da TD del CISS. Aveva instaurato ottimi rapporti con il consolato italiano di Los Angeles, in particolare con due giovani e autorevoli segretarie italiane del consolato, che hanno offerto un apprezzato “Benvenuti!” a tutta la delegazione dell’Italia, per incontrare i molti italiani colà residenti. A Los Angeles, Zanatta aveva affittato un’auto per potersi spostare agevolmente e, fra le tante cose che sapeva apprendere istantaneamente, devo dire che anche guidare negli USA non gli ha creato problemi, neppure di orientamento, pur non essendoci ancora i “navigatori” che indicassero il percorso da seguire.

Gli organizzatori americani intendevano lo sport del calcio a modo loro, agli incontri serali per il rapporto tecnico al Bureau del CISS, presidente Jerald Jordan (USA), segretario Knud Sondergaard (Danimarca), le relazioni di Zanatta in segni internazionali da lui adottati pure istantaneamente, facevano ridere tutti quasi a crepapelle. Va detto, poi, che la nazionale di calcio, Zanatta essendo TD poteva gioire restando imparziale, aveva conquistato per la prima volta nella storia la medaglia d’oro olimpica nel torneo calcistico.

Dopo i XV Giochi di Los Angeles, la successiva XVIa edizione si svolgeva – letteralmente dialogando dall’Italia – all’altro capo del mondo, Christchurch, una cittadina della Nuova Zelanda, e Zanatta, che il suo compito lo voleva svolgere davvero a puntino per non lasciare nulla al caso, e ancora fungeva da Presidente della FSSI, Consigliere Direttivo dell’ENS e Capomissione della Delegazione sportiva in trasferta in Nuova Zelanda, si era recato un paio di volte all’altro capo del mondo per verificare come avrebbero dovuto essere le condizioni ottimali degli atleti e dei tecnici italiani durante la trasferta colà, e naturalmente, essendo competente, ha azzeccato la condizione migliore, sia per la logistica, sia per l’ambientamento.

Siamo partiti il 27 dicembre 1988 da Milano-Malpensa, su un jumbo dell’Alitalia proveniente da Roma-Fiumicino. L’aereo, su cui erano imbarcate 120 persone, fra atleti, dirigenti e tecnici della delegazione italiana, faceva scalo a Los Angeles, dove avremmo dovuto trasbordare su un altro jumbo, questo di una compagnia neozelandese, e trasvolando l’Oceano Pacifico giungere a Auckland, nell’isola del Nord, fare scalo colà e salire su un piccolo e “turbolento” – causa del vento… – aereo locale per la cittadina di Christchurch, nell’Isola del Sud.

L’ambientamento è stato traumatico per quasi tutti, passando dal pieno inverno mediterraneo, alla mezza estate australe, ma Marzio aveva preventivato i “giorni di ambientamento” e, per l’inaugurazione di quei XVI World Games, tutti gli atleti erano in gran forma.

I calciatori, eliminati già ai preliminari nel torneo calcistico, hanno deluso Marzio, ma questa è un’altra faccenda, la trasferta in Nuova Zelanda è stata complessivamente ottima grazie al Capodelegazione.

Tornati in Italia, Zanatta si ritrova impegnato nei lavori per il passaggio, direi il “travaso” della federazione dei sordi, FSSI, nella Federazione Italiana Sport Disabili, FISD, una trasmissione epocale imposta dal CONI, cui aveva lavorato per dieci anni e cercando strenuamente di limitare l’impatto, anche Zanatta, ma poi, con una mossa a sorpresa orchestrata dalla presidenza ENS del tempo, Marzio si era trovato scavalcato da chi di sport capiva poco o nulla e Zanatta insorse in maniera errata – ma secondo me comprensibile e logica – tirandosi subito fuori anche dal gruppo dirigente ENS, per cui la frase di Zatini, «Dopo di che il Congresso ENS non riconfermò più la ri-presentazione della candidatura di Zanatta ….», andrebbe riconsiderata. Zanatta è rimasto Technical Delegate del CISS fino ai XVIII Giochi di Sofia 1993, dove ha presentato le dimissioni da quell’incarico, e il CISS gli ha conferito l’onorificenza per aver svolto egregiamente il suo compito.

La storia sportiva di Marzio Zanatta si è conclusa nel 1993, ma è stata tutta una Storia con la “S” maiuscola.

Marco Luè – nw113 – 2012

Visualizza la biografia di Marzio Zanatta

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