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La Silenziosa si racconta dal 2001 al 2010 e la conclusione

2001
Presidente: Pietro Matera
Consiglieri:  G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  M. Zicari, V. Bilgini, G. Soliani,

 «CISS 2001» – Aggiornamento della sua storia

Il libro «CISS 2001», edito dal Comité Internationale Sports des Sourds in occasione dei XIX Deaflympics, Roma 2001,  e tradotto pure in lingua italiana, è la settima edizione, riveduta ed aggiornata. La prima edizione fu stampata nel 1934, la seconda nel 1949, la terza nel 1958, la quarta nel 1966, la quinta, cui contribuì l’italiano Francesco Rubino, nel 1974, e la sesta fu riveduta nel 1985.

Composto di 194 pagine e nello stesso formato, 15×21, dei precedenti aggiornamenti, il libro si apre con un significativo messaggio del Presidente dell’International Olympic Committee, Juan Antonio Samaranch che, nell’imminenza del termine del suo mandato, rammenta che proprio all’inizio della sua carica, nel 1981, ebbe modo di conoscere ed apprezzare, durante i Deaflympics (allora si chiamavano World Games) di Colonia, in Germania, l’organizzazione del Comitato Sportivo internazionale dei Sordi, ed in questo lasso di tempo il CISS ha avuto una grande espansione tra i Paesi del mondo e, anche per quel motivo, è orgoglioso di contribuire, con quella prefazione, al nuovo prontuario del CISS.

Il libro riporta le biografie dei presidenti che si sono  succeduti alla guida del Comitato Internazionale Sport dei Sordi. Ci sono poi i profili dei quattro Segretari Generali del CISS, dal belga Antoine Dresse, (1924-67), allo svedese Osvald Dahlgren (1967-73), al danese Knud Sondergaard (1973-97), all’attuale Segretario, la statunitense Donalda Kay Ammons.

Ci sono anche i ritratti biografici di alcuni altri membri dell’«Executive Committee» del CISS che si sono conquistati dei meriti particolari, come il polacco Kazimierz Wlostowshi, il tedesco Heinrich Siepman, lo statunitense Sanford Robey Burns, la messicana Maria Dolores de Bendeguz e l’italiano Francesco Rubino.

Proprio di Rubino, che fu nell’Esecutivo del CISS dal1957 al 1971, è detto che «…era uno degli uomini chiave…», e a lui si deve l’ottima organizzazione dei Giochi Mondiali di Milano 1957, e del massimo riconoscimento del CISS, la “statuette Rubens-Alcais”, nel 1969, per il contributo dato dall’Italia alla diffusione dello sport tra i sordi nel mondo.

Giovanni Calissano plurimedagliato

Tra i 10 atleti sordi che hanno conquistato più medaglie ai Deaflympic (ex World Games), figura al primo posto il tiratore italiano Giovanni Calissano, con ben 19 medaglie d’oro, 14 d’argento e 5 di bronzo conquistate in 8 edizioni dei Giochi quadriennali a cui ha partecipato, mentre tra i 10 atleti sordi che meglio si sono distinti anche alle Olimpiadi “normali”, è evidenziato ancora un italiano, il lottatore Ignazio Fabra, con due medaglie d’argento conquistate nel 1952 Helsilky e poi ancora nel 1956 (Melbourne), mentre alle Olimpiadi del 1960 (Roma) e del 1964 (Tokio) pur non essendo salito sul podio, aveva ottenuto posizioni di tutto rispetto (5° e poi 4° posto).

Il libro contiene quindi le statistiche, con l’elenco dei 33 Giochi disputati, 19 edizioni di quelli Estivi 14 di quelli Invernali, di cui tre si sono disputati in Italia, quelli Estivi di Milano 1957 e Roma 2001 e i Giochi Invernali di Madonna di Campiglio 1983, e tutti i risultati dei vari sport praticati ai Giochi olimpici dei Sordi e si conclude con la foto dei membri del Direttivo CISS 2001, quando era presidente Lovet e suo vice l’italiano Renzo Corti. Il primo è deceduto e il secondo è stato costretto ad uscire anzitempo dal congresso internazionale.

2002
Presidente:  Pietro Matera
Consiglieri: G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  M. Zicari, V. Bilgini, G. Soliani,

Zavattaro Osvaldo: una vita per un ideale
Anche Osvaldo Zavattaro, 88 anni, milanese inossidabile, ha concluso il suo onorato cammino terreno, si è spento domenica 17 novembre 2002.

Osvaldo aveva ricevuto pochi mesi prima, il 30 settembre 2001, durante la conferenza per 50 anni della World Federation for the Deaf, WFD, la medaglia d’oro per essere stato presente come Delegato, il 19 settembre 1951, mezzo secolo prima, al Congresso istitutivo della Federazione Mondiale dei Sordi, e da allora era poi sempre  rimasto sulla breccia del movimento sociale dei sordi, diventando la «memoria storica» degli anni più importanti che hanno esaltato il movimento dei sordomuti milanesi.

Cresciuto al fianco di Prestini, di Alì, di Rubino, di De Carlis, di Pacenza, pionieri dell’ENS e dello sport silenzioso milanese e italiano, Osvaldo Zavattaro ha acquisito da loro, geniali condottieri del movimento silenzioso, la forza morale e la determinazione caratteriale. Non ha mai voluto esibirsi in primo piano come leader, ma è sempre stato sulle barricate del movimento silenzioso di Milano.

Sposato con Franca, ha avuto due figli, Emilio e Franco, di cui il primo è medico e il secondo laureato all’ISEF, ambedue sposati e con prole, dei quali figli e nipoti Osvaldo è molto orgoglioso. Ha sempre saputo, infatti, conciliare l’impegno sociale e sportivo con quello familiare.

Oslvaldo Zavattaro + 17.11.2002

Appassionato di sport, fu Technical Delegate del Comité International Sport des Sourds, CISS, per il Tiro a Segno e Commissario Tecnico della Federazione Sport Silenziosi Italiani, sia per il Tiro a segno che per lo sport invernale. Nel tiro a segno, era di casa al poligono della Cagnola, a  Milano, e vanta le scoperte di campionissimi quali Giovanni Calissano, Antonio Endrizzi, Franz Kossler e molti comprimari, mentre nello sci alpino, dove non si sa dire come sia diventato un grande e valido tecnico, essendo la sua cima più prossima il  QT8, montagnetta di San Siro a Milano, eppure ha individuato e condotto a strepitosi successi olimpici il più grande slalomista che lo sci silenzioso può vantare, il cortinese Vittorio Palatini.

L’ultima impresa internazionale di Zavattaro furono i Giochi Mondiali di Los Angeles 1985, egli aveva 71 anni e cominciavano a farsi sentire gli acciacchi, ma fu d’esempio ai «suoi» tiratori e a tutto lo staff azzurro.

Dopo la scomparsa della moglie, Franca, deceduta nel 1990, a Osvaldo parve gli fosse crollato il mondo addosso, ma seppe farsi forza e reagire anche quando, pochi anni dopo, gli acciacchi dell’età si fecero pressanti. Egli si è ripreso e presentato agli appuntamenti della «Terza Età» dell’ENS milanese e alle gite varie del Circolo Ricreativo Culturale della Sezione Provinciale milanese dell’Ente Sordi, l’ultima volta a Cuvio pochi mesi fa; poco dopo un ricovero per un aggravamento improvviso rivelò ancora la sua forza anche di fronte al non poter andare oltre. Ora egli riposa con i giusti e con coloro che, come egli stesso, hanno immolato la loro vita per un ideale, e resta di esempio per chi resta e per coloro che verranno.

2003
Presidente: Pietro Matera
Consiglieri: G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi, M. Zicari, V. Bilgini, G. Soliani,

Lo Sport Silenzioso Italiano nella bufera
La  situazione dello Sport Silenzioso italiano si è fatta molto confusa, dopo le vicende non esaltanti che avevano coinvolto la FISS, Federazione Italiana Sport Silenziosi., che nel giugno 2002 fu commissariata dal CONI.

Il dr. Sergio Melai, dirigente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, avrebbe dovuto appurare le ragioni del grosso ammanco finanziario riscontrato nel bilancio FISS e, dopo aver fatto rapporto alla dirigenza CONI, convocare possibilmente entro sei mesi l’assemblea elettiva per eleggere il nuovo Consiglio Direttivo della Federazione Silenziosa.

L’ammanco economico era certo dovuto alla gestione poco avveduta della dirigenza FISS precedente ai XIX Deaflympics  (estive) di Roma 2001, che per la seconda volta nella storia silenziosa di disputavano in Italia.

La prima volta fu nel 1957 a Milano ed allora quelle Olimpiadi, pur con i pochi mezzi di comunicazione a quel tempo esistenti, furono un grandioso successo di efficienza e di amore per lo sport, mentre Roma 2001 è stato quasi un flop, ed il CONI, che già aveva dato due anni prima un ultimatum  alla FSSI per l’appianamento del bilancio entro il 2002, ha inviato Melai per una verifica e per capire cosa non funzionava. Purtroppo le ragioni della FISS, anziché chiarirsi, si sono ulteriormente complicate e, dopo due infruttuose assemblee «politiche» convocate a Roma il 5 e 6 ottobre 2002 e poi il 22 marzo 2003, dove si era deciso di imporre a Melai  la convocazione dell’assemblea elettiva  entro il 30 giugno di quest’anno,  è nato un Comitato promotore che ha deciso di  costituire una nuova Federazione, questa chiamata Comitato Sportivo Sordi Italiani, C.S.S.I.

L’assemblea costitutiva della CSSI si è tenuta a Roma il 14 settembre 2003, vi hanno preso parte delegati di 63 società sportive, che ha eletto un Consiglio Direttivo con presidente Guido Zanecchia. Poi il dottor Melai, il 26 ottobre, ha convocato a sua volta l’assemblea della FISS, dove pare abbiano aderito 57 società silenziose, delle 120 complessive, che hanno nominato un organigramma a norma dello Statuto del CONI, con presidente Luigi Bove.

Ora ci si può solo augurare che la ragione e l’interesse dello sport possa avere, in tempi rapidi, il sopravvento.

2004
Presidente: Pietro Matera
Consiglieri: G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi, M. Zicari, V. Bilgini, G. Soliani,

Sergio Pescatore: caricaturista e sportivo
Nato a Milano il 30 luglio 1951, Sergio Pescatore è un caricaturista molto arguto e facendo onore al suo cognome, un pescatore capace e appassionato.

Aveva due anni quando, in seguito a una malattia infantile, perse completamente l’udito.

Fin da piccolo ha sempre amato disegnare.  Ha perfezionato  la tecnica di disegno presso la scuola speciale «Giulio Tarra», e tutti i suoi libri e quaderni di allora erano zeppi di sue improvvisate caricature.

Egli si considera un autodidatta, ma la sua capacità artistica non è passata inosservata:  ha lavorato per alcune riviste come «L’intrepido dello sport», «Il Giornale di Corsico», «Pesca In»  «FIPSAS», e sono sue le innumerevoli e simpatiche caricature eseguite quasi in un batter d’occhi per la Società Sportiva Silenziosa di Milano.

Anche la passione per la pesca gli è sbocciata da bambino, quando suo padre, per accontentarlo, lo portava al «Porto di Mare», un bacino molto pescoso che allora esisteva nei pressi di Rogoredo. La sua attrezzatura consisteva in un ramo cui era attaccato un filo da cucire con lenza, con cui pescava gambusie. Poi ha conosciuto amici sordi che lo hanno convinto a frequentare la Società Sportiva Silenziosa di Milano e lì è approdato alla sua vecchia passione, la pesca sportiva, ma da allora  con attrezzatura adeguata.

Oltre alla pesca – anzi, prima di dedicarsi alla pesca sportiva – Sergio Pescatore aveva praticato anche altri sport: aveva esordito agonisticamente con la lotta greco-romana, poi con più impegno nell’atletica leggera, corsa veloce, dove ha conquistato sei titoli tricolore ai campionati silenziosi e una convocazione azzurra contro la Francia. Ha stabilito un primato italiano junior neimt. 200 a ostacoli e quattro primati mondiali del Comitè International Sport des Sourds (CISS) nelle staffette 4×100-200-400 e 800; ma erano altri tempi: poi lui non è più riuscito a sostenere i duri allenamenti che l’atletica esige, così ha optato per la pesca, che gli da’ soddisfazioni personali e gli lascia anche tempo per dipingere… dove, oltre che essere autodidatta nelle caricature  di vari importanti personaggi, si è in particolare specializzato a caricaturare se stesso con la propria mania della pesca.

SSS 2001 - 2010 A
2005
Presidente:  Pietro Matera
Consiglieri: G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  M. Zicari, V. Bilgini, G. Soliani,

Costituito il CISS, Comitato per l’Unificazione dello Sport Silenzioso
La mestizia di tutti i sordi sportivi è stata di apprendere, il 3 febbraio scorso, che il CONI aveva deliberato di disconoscere la Federazione Italiana Sport Silenziosi, FISS, da Federazione Associata allo stesso Comitato Olimpico Nazionale Italiano.

L’ENS ha così voluto intervenire per arrivare, dopo un’analisi accurata per ben  capire gli errori commessi nel recente passato, a impostare ora delle strategie progettuali e proseguire con la consapevolezza che ogni cosa è ancora possibile, con il coraggio di intraprendere responsabilmente delle scelte di responsabilità.Così il 30 marzo 2005 si è tenuta, presso la sala consiliare «Vittorio Ieralla», della Sede Centrale ENS, la prima riunione per costituire il«Comitato per l’Unificazione dello Sport Silenzioso Italiano», con la presenza dei Dirigenti ENS e delle Società Sportive che per storia e tradizione sono da ritenersi le pioniere del movimento sportivo silenzioso italiano: Milano, Genova Torino, Roma, Bari, Bologna, Brescia, Catania, Napoli e Venezia, oltre al presidente del CSSI, Guido Zanecchia, e all’ex-presidente FISS, Renzo Corti.

Si sono prese in considerazione le varie ipotesi possibili, anche quella di affidarsi al Comitato Italiano Paraolimpico, CIP, perché le società possano fruire di adeguati contributi dal Governo. Tuttavia è prima necessario riunificare le Società sportive, ora in parte tesserate alla FISS e altre al CSSI, ma data la situazione si delibera di tenere un nuovo incontro in aprile, per poter dare le opportune informazioni e poi decidere quale percorso intraprendere.

Alla successiva riunione, il 28 aprile successivo, dopo ampia discussione, si ribadisce che il CUSS procede per la strada intrapresa, e nello Statuto della nuova Federazione dovranno esdserci dei riferimenti precisi che sottolineino  la continuità della storia dello Sport Silenzioso.

2006
Presidente: Pietro Matera
Consiglieri:  G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  L. Capocasale, L. Dambra, A. Varini

La scomparsa di Carlo Calonga
Il 14 gennaio 2006 se n’è andato il sordo Carlo Calonga, 96 anni, che dal 1937 fu un pilastro della squadra di calcio della Silenziosa e dal 1937 fu anche nel Consiglio Direttivo della stessa.. Fu il primo presidente dell’ENS provinciale di Milano e della Delegazione Regionale Lombarda dell’Ente Nazionale Sordomuti.

Come Presidente della Delegazione Regionale dell’ENS, il 1° settembre 1951, Carlo Calonga era stato uno dei sei firmatari del Patto di Milano, dove i sottoscrittori – gli altri cinque furono Ali Vincenzo, De Carlis Giovanni, Rubino Francesco, Carli Edgardo e Antonietti Germano – si dichiaravano «Pienamente consapevoli del dovere di non infrangere, ma di rafforzare l’unità dei sordomuti, conquistata a duro prezzo dopo anni e anni di tentativi, compresi del dovere sociale di salvaguardare questa preziosa conquista, al fine di porre su salde basi la fraterna convivenza di tutti i sordomuti nella “Casa del Sordoparlante”, abbiamo stabilito che le Organizzazioni firmatarie si vincolino, con tale atto,  in patto di solidarietà e di unione… », stabilendo poi dodici precise norme per la pacifica coabitazione nella “Casa del Sordoparlante”, fatta costruire per i sordomuti da mons. Luigi Casanova e inaugurata, a lavori ancora in corso, il 12 dicembre 1926.

Carlo Calonga, dunque, quel 1° settembre 1951 era il primo firmatario di quel “Patto di Milano”, ma risulta che è stato pure il primo ad averlo infranto, era molto irruente ed impulsivo, c’è voluta, poi, una grande opera moderazione di Francesco Rubino, per riportare Calonga alla calma.

Ma Calonga era pure una persona altruista, era sempre stato molto impegnato soprattutto in campo sportivo, da giovane era un buon calciatore, poi era stato per anni il segretario della Società Sportiva Silenziosa milanese.

Nel 1977, Calonga sparì improvvisamente dall’ENS (e dalla Silenziosa) perché si era di nuovo scontrato con qualcuno all’ENS e avrebbe voluto costituire una nuova associazione per contestare l’associazione dei sordi milanesi. Quattro gatti l’hanno seguito, si ritrovavano ogni settimana in un bar all’angolo di Via Boscovich, ma poi l’età e gli affanni li hanno convinti a desistere. A molti dispiace che Calonga se ne sia andato da questo mondo senza lasciare nessuna traccia di sé e del suo passato impegno per l’ENS e per lo Sport “silenzioso”: non ha lasciato scritto nulla, ma da queste pagine è ricordato come primo Presidente dell’ENS di Milano e come fautore di primo piano dei Giochi Mondiali Silenziosi di Milano 1957, dove fu al fianco di Francesco Rubino e suo molto valente collaboratore..

2007
Presidente:  Pietro Matera
Consiglieri:  G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  L. Capocasale, L. Dambra, A. Varini

Omaggio postumo a Marzio Zanatta
La morte improvvisa di Marzio Zanatta, 66 anni, avvenuta nella notte di venerdì 23 marzo 2007 ha lasciato sgomenti e increduli coloro che lo conoscevano; ossia tutti quelli che, a partire dagli anni Sessanta, hanno profuso il loro impegno per l’ENS e per lo Sport “silenzioso” italiano, e che inevitabilmente si erano imbattuti in Marzio, prima a Firenze e poi a Roma, dove era stato assunto, dal CONI, e anche a Milano, durante la sua intensa attività associativa ai vertici dell’ENS e della FSSI. Egli era un personaggio capace di destreggiarsi politicamente, sportivamente e socialmente, con quel suo carattere indocile ma aperto.

Nacque a Firenze il 24 aprile 1941. Divenuto sordo a 12 anni, fu accolto da Padre Arturo Elmi nella Piccola Missione per i Sordomuti, dove concluse la scuola elementare e prosegui poi gli studi nella scuola di avviamento professionale a Padova, e proseguendo poi gli studi alla scuola di odontotecnica. Il suo esordio nel mondo dei sordi fu di dare una mano alla Sezione ENS di Firenze, negli anni Sessanta, dove entrò nel gruppo operativo della Unione Sportiva ENSdove fu Vice presidente e contribuì, con la sua passione sportiva, allo sviluppo dello sport, soprattutto de calcio, all’ENS di Firenze, antagonista in quegli anni della Silenziosa milanese. Si trasferì a Roma e fu assunto dal CONI come impiegato e da lì iniziò a collaborare con Francesco Rubino sulle iniziative sportive a livello nazionale, e fu il naturale successore dello stesso Rubino, quando questi morì nel 1979, alla presidenza della FSSI e fu lui che condusse per 10 anni le trattative con il CONI per l’ingresso nella Federazione dei Disabili, FISD.

Zanatta Marzio

Purtroppo, nel 1990, quando la FSSI decise di entrare a far parte della FISD, a cui Marzio aveva lavorato con impegno per 10 anni ed era allora Presidente della Federazione sportiva silenziosa italiana, successe l’imprevisto ed egli non accettò di essere estromesso dalla direzione della nuova Federazione.

Resta il rimpianto di tutti gli sportivi silenziosi italiani per la sua improvvisa e prematura dipartita, ma soprattutto per la sua uscita di scena, sbattendo la porta, diciassette anni prima, per un ripicco che ha logorato fisicamente un grande uomo, e introspettivamente ha nuociuto in gran parte allo sport “silenzioso”.

Ora è però il momento di chinare la fronte dinanzi al gran condottiero di Los Angeles 1985 e Christchurh 1989, e ricordare i suoi meriti, tra cui il leale antagonismo con la Silenziosa di Milano, quando guidava l’U.S. ENS di Firenze: «Grazie, Marzio, per ciò che sei stato, hai fatto, dato, scritto e lasciato per l’ENS e per lo Sport “Silenzioso».

Presidente : Pietro Matera
Consiglieri:  G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  L. Capocasale, L. Dambra.

Il mondo della Lotta piange Ignazio Fabra, un Campionissimo
Il più grande campione sordo di tutti i tempi, Ignazio Fabra, nato a Palemo nel 1930, è stato tesserato per due anni, 1962 e 1963, alla Silenziosa di Milano, (si allenava e gareggiava con la squadra di lotta della Mediolanum Milano) prima di trasferirsi a Genova per ragioni di lavoro. La sua morte, all’età di 78 anni, avvenuta a Genova il 13 aprile 2008, ha lasciato sgomenti tutti coloro che lo avevano conosciuto, in particolare chi, negli anni Cinquanta e Sessanta, fu partecipe dei suoi fantastici successi sportivi.

Fabra per due volte sfiorò il trionfo d’Olimpia conquistando, con due opinabili sconfitte, la fama dell’Invincibile (in carriera non fu mai atterrato); il lottatore italiano che, unico nella nostra storia, si cinse dell’alloro iridato; il Siciliano che visse nel silenzio in cui madre natura lo aveva imprigionato, viene ora salutato dall’applauso commosso e riconoscente di tutti coloro che lo hanno amato e stimato, non solo nella sua adottata Genova ma in tutto l’universo di chi sa cosa sia la Lotta.

Nato a Palermo il 25 aprile del 1930 viene avviato alla pratica della lotta dallo zio Nino Calvaruso che conduce il ragazzo presso la mitica Accademia Pandolfini affidandolo alle cure del Maestro. Alternando la greco-romana allo stile libero diviene subito protagonista. Vince il suo primo titolo assoluto non ancora ventenne nel 1950 a Pavia, replica l’anno dopo a Cagliari e nello stesso 1951 si afferma ai Giochi del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto. Siamo intanto arrivati all’appuntamento olimpico di Helsinki 1952. La sua categoria è quella dei mosca, in cui l’Italia vanta il Campione Olimpico in carica Pietro Lombardi. Il Dt Tecnico della Nazionale Luigi Cardinale punta sul più giovane e schiera Lombardi fra i gallo. Chi in quegli anni segue lo sport con attenzione non può dimenticare la radiocronaca della finale olimpica, quando si affrontano per la medaglia d’oro l’azzurro ed il sovietico Boris Gurovetich. Si alternano al microfono della RAI Vittorio Veltroni e Roberto Bortoluzzi. Fanno vivere da lontano lo sviluppo di un dramma sportivo in cui Ignazio Fabra, in vantaggio, male interpreta un segnale dei suoi tecnici Cardinale e Quaglia, va all’attacco e provoca la reazione dell’avversario che lo pone in ponte e che guadagna quel punto che gli dona la vittoria.

Fabra è però ai vertici del mondo. Continua ad essere protagonista in Patria (a fine carriera 10 titoli tricolori, di cui 7 in greco-romana a 3 in libera gareggiando inizialmente per i Vigili del Fuoco Caramanna di Palermo ed a fine carriera per la Mediolanum Milano e’Italsider Genova. Nel 1955, ai Campionati Mondiali di Karlsruhe, batte sei avversari di fila di cui 5 per atterramento e compie un’impresa mai ripetuta dal suoi pur bravi successori in azzurro, quella di conquistare il titolo iridato.

Si presenta a Melbourne, nel 1956, come grande favorito. Giunge alla finale contro il russo Nikolai Solovyov in vantaggio di punteggio, ma lo tradisce una distorsione al ginocchio che non lo dissuade dal lanciarsi nella lotta ma che ne decreta l’impossibilità di affermarsi.

Per Ignazio Fabra altre due Olimpiadi (quinto a Roma 1960 e quarto a Tokio 1964); ancora due argenti ai Campionati Mondiali nel 1962 (a Toledo, in USA) e nel 1963 ad Helsingborg.

Vince nel 1969 a Belgrado l’”Olimpiade dei Silenziosi”, poi si dedica all’insegnamento, fra i suoi allievi c’è Giuseppe Bognanni, anche lui siciliano trapiantato a Genova e come lui medagliato olimpico.

Dalla moglie, Francesca Patuano, Fabra ha avuto i figli Giovanni e Ketty; che ora lo piangono insieme ai nipoti Matteo, Gabriel Elias e Ginevra. Lo ricorda tutto il mondo della lotta internazionale ed italiana.

Fabra e Lucchese (ambedue tesserati allora

Per la Silenziosa, parlano con un delegato russo

2009
Presidente : Pietro Matera
Consiglieri:  G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  L. Capocasale, L. Dambra.

La scomparsa di  Manlio Marcioni
Giovedì mattina, 28 maggio 2009, se n’è andato il decano del «mondo dei sordi», il commendator Manlio Marcioni, 77 anni e tutta una vita dedicata agli impegni sociali e politici dell’ENS, e fu anche atleta e dirigente della Silenziosa, peraltro Socio fino all’ultimo momento.

Nato a Milano il 3 luglio 1931, terzogenito di famiglia operaia, ebbe un’infanzia non rosea: i suoi due fratellini morirono a pochi giorni dalla nascita, mentre Manlio, a pochi mesi, fu colpito da una strana malattia che gli causò la sordità.  Frequentò la scuola “Tarra” fino alla licenza di avviamento professionale (oggi equiparata alla scuola media di 1° grado) e poi si diplomò alla scuola serale di disegno e meccanica, mentre di giorno lavorava come meccanico in un’azienda e nel 1953, dopo aver conseguito con merito il diploma, fu assunto come tecnico disegnatore alla FACE Standard e nel 1958 all’AEM con la qualifica d’impiegato di concetto con mansioni superiori.

Nel 1958, quando il presidente provinciale ENS di allora, Francesco Rubino, fu eletto nel Consiglio nazionale dell’ENS, e per tale motivo dovette lasciare la presidenza provinciale, nessuno si sentiva all’altezza di subentrargli nella funzione di presidente e fu lo stesso Rubino, viste impraticabili altre strade, a proporre il 27enne Marcioni, che da poco era consigliere e segretario della Società Sportiva Silenziosa e si era già messo in luce per le sue capacità, alla funzione di «Reggente» alla presidenza, fino alle successive elezioni, che si svolsero nel 1960, e dove Marcioni fu eletto presidente, carica che conservò fino al 1974, quando essendo stato eletto nel Consiglio Direttivo Centrale, dovette lasciare la carica provinciale.  Nel settembre 1961 Manlio si sposò con Mariangela Vallini, figlia di sordi, dalla quale ebbe tre figli, Annalisa, Danilo (morto alla nascita) e Silvia.

Durante la sua presidenza provinciale, innumerevoli e notevoli furono le iniziative da lui prese, tra cui la fondazione della Famiglia Artistica Silenziosa, la promozione del Concorso di pittura per sordi a Cuvio (VA), l’istituzione del Gruppo di Fotoamatori, la convenzione con la prima Scuola Guida per sordi, la realizzazione (1960) della «Carovana della solidarietà», per portare aiuti (vestiario e generi alimentari) ai fratelli sordi della Valtellina, che allora erano isolati e in genere senza lavoro. Le iniziative realizzate da Manlio Marcioni durante i 16 anni in cui fu presidente provinciale a Milano, sono elencate una ad una sul sito www.storiadeisordi.it, In quel curricola sono elencate 74 importanti funzioni con ideatore o protagonista Manlio Marcioni, ma non tien conto di tante altre piccole cose che, nell’insieme, non sono da meno di quelle elencate.

Dal 1974 al 2004 Marcioni è stato poi, ininterrottamente, membro del Consiglio Direttivo ENS e solo al Congresso di Paestum, appunto quell’anno, non aveva presentato la candidatura alla rielezione, conscio che l’età e i problemi di salute non poteva più sottovalutarli. Mantenne però la carica (solo temporaneamente e solo ufficiosamente non ricoperta per “incompatibilità” dal 2002 al 2004) di Presidente dell’Associazione Benefica Cardano, che ha conservato sino all’ultimo giorno della sua vita terrena, con l’intenzione di voler riformare e rendere vitale la prima Associazione di sordi che l’Italia abbia avuto.

Anche fino all’ultimo ha conservato la funzione di Presidente della «Fondazione Nazionale Francesco Rubino», una istituzione che lui, d’accordo con la famiglia Rubino, istituì nel 1981 per meglio sostenere le iniziative sportive della Federazione Sport Sordi Italia.

Ora, riposa in pace, Manlio!

2010
Presidente :  Pietro Matera
Consiglieri:  G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  L. Capocasale, L. Dambra.

Celebrati gli 85 anni della Società Sportiva Silenziosa Milano
Da giovedì 6 a sabato 8 maggio 2010 la Società Sportiva Silenziosa ha organizzato, sui campi del Centro Sportivo Iseo, quartiere Affori, Il campionato italiano FSSI di calcio «Over 35», in concomitanza con l’anniversario di fondazione della Società sportiva milanese, risalente al 10 maggio 1925. Del torneo di calcio la cronaca la esporrà chi ha presenziato, io mi limito all’evento commemorativo tenutosi domenica  9 maggio, dalle 10 alle 12,30, allo Spazio Ridolfi della Sede ENS di Milano, in cui si sono si sono rinfocolati i momenti più rappresentativi di una storia che non deve cadere nell’oblìo.

Alla celebrazione sono intervenuti, oltre ai molti sordi che quella storia hanno collaborato a scriverla (… ma dagli anni successivi al mitico 1925: l’ultimo fondatore, Pina, se n’è andato anche lui anni fa), anche alcuni rappresentanti delle Istituzioni, fra i quali Pierangelo Santelli, del Comitato Paralimpico regionale, Virginio Castelnuovo e Francesco Bassani, di ENS provinciale e regionale, e Angela Cavallini dell’Associazione Benefica-Cardano, mentre altri rappresentanti di Istituzioni invitate hanno fatto pervenire attestazioni di partecipazione e di ammirazione per la più antica associazione sportiva d’Italia.

Dopo il discorso d’apertura tenuto dal Presidente del sodalizio sportivo, Pietro Matera, il compito di fare un riepilogo storiografico di quegli anni è toccato a me, che ho rievocato come la Società Sportiva Silenziosa di Milano, costituitasi il 10 maggio 1925 per iniziativa di un gruppo di sordi del tempo, guidati da Emidio Pacenza, è stata la prima società del genere creata in Italia, con lo scopo «… di diffondere l’educazione fisico-morale e i sani esercizi sportivi fra i sordomuti», da Statuto approvato nel corso della prima assemblea e ancora sostanzialmente immutato al tempo attuale. Mente sana in corpo sano era il detto antico che avevano adottato per lo sport silenzioso e inoltre le competizioni sportive mettono sullo stesso piano sordi e udenti, vince il più forte, il più preparato, non chi sente meglio e la competizione sportiva predispone alle competizioni della vita.

silenziosa 2001 a 2010 b

Nel corso di 85 anni, numerosi sordi milanesi si sono imposti anche nelle competizioni con gli udenti, fra i tanti il ciclista Cermesoni, il marciatore Kossler, i lottatori Fabra e Lucchese, i velocisti Mininno, Giannone, Torresani i tiratori Calissano ed Endrizzi, e tanti altri, compresi i calciatori, dei quali molti richiesti, come oggi, da squadre udenti.

Dopo il ripasso storiografico, cui si sono aggiunti numerosi memoriali personali di atleti del passato e del presente agonistico, e quello di Giovanni Rubino, figlio di Francesco, promotore dello Sport silenzioso e al quale è dedicata la «Fondazione F. Rubino» per sostenere moralmente ed economicamente lo Sport silenzioso, il presidente Matera ha conferito delle gradevoli targhe di ringraziamento, con lo stemma S.S.S., «per aver partecipato ai festeggiamenti dell’85° Anniversario di Fondazione (1925-2010)», a una quindicina di persone, e pure al giovane tecnico informatico Enrico Rossi, al quale si deve la creazione dell’innovativo logo sociale, proiettato nel futuro, verso il Centenario e ancora oltre.

La  mattinata si è chiusa con un buffet offerto dalla “Silenziosa” nel salone del Circolo ENS, mentre su una parete erano proiettate le immagini significative della illustre storiografia.
(a cura di Marco Lué)

Lué e Pigliacampo

CONCLUSIONE

Raccogliere i dati essenziali per ripercorrere i fatti storiografici e riportare, in sintesi, le pagine più significative della storia percorsa dalla Società Sportiva Silenziosa milanese, prima nel suo genere fondata in Italia, è stata un’impresa non dico difficile e laboriosa, ma semmai esaltante, per quanto la Storia può insegnare a chi la scrive e a chi la legge, poiché solo una documentazione scritta e attendibile la si può esporre ai contemporanei per  essere tramandata ai posteri.

Non sono pochi gli articoli che i precursori dello sport “silenzioso” avevano redatto per i giornali del loro tempo (da Emidio Pacenza, a Edgardo Carli, a Francesco Rubino, a Manlio Marcioni, da me stesso negli anni in cui fui dirigente del sodalizio e gran sostenitore-tifoso della “Silenziosa”. Altri articoli e resoconti scritti da ignoti autori, non firmati, li ho ritrovati accatastati negli archivi della Società sportiva, accuratamente e gelosamente riposti in soffitta. E sono quelli, scritti a mano  con pennino “Mitchell!” o “Spencerian” e inchiostro a colori,  quando non c’erano ancora le stilografiche e le comode penne a sfera, e quei dati sono serviti per una visione storiografica affascinante..

I «passaparola» storiografici che mi erano giunti, sbiaditi dai ricordi degli anziani, erano racconti troppo lacunosi per imprimerli in un testo letterario, ma gli archivi della stessa «Silenziosa», almeno quelli fortunosamente conservati, hanno rivelato pregevoli tesori storiografici.

«A noi milanesi – scriveva l’idealista sportivo Francesco Rubino – rimane e rimarrà sempre l’orgoglio di essere stati i primi ad accendere la fiaccola sportiva, di fede e di speranza per la redenzione morale e sociale dei sordomuti…». Era il 1954, non so cosa avrebbe scritto, lo stesso Rubino, cinquanta e più anni dopo.

Fondazione Francesco Rubino (3)

Oggi gli ideali sportivi sono molto più limitati rispetto ad allora, quando correre e competere con gli udenti e arrivare fra i primi era un fine e un orgoglio, come era un amor proprio, nel campionato di calcio di 3a categoria, battere la squadra di udenti avversaria, anche se poi la settimana seguente le si buscava da un’altra formazione, ma si era comunque ben allenati per affrontare anche, una volta l’anno, quando terminava il campionato FIGC, i campionati italiani “silenziosi” della gloriosa Federazione Sport Silenziosi Italiani.

Oggi la “Società Sportiva Silenziosa” vive per così dire “alla giornata”, più che guardare al futuro. Ma è un’altra esortazione dello stesso Rubino, rilasciata in un’altra circostanza, a rigenerarmi: «Cari amici, vi rivolgo una raccomandazione, di andare avanti, sempre avanti, con fede assoluta, incrollabile, tenendo in alto la bandiera della Silenziosa, che è un po’ la bandiera dello Sport italiano».

Zanatta Marzio

Negli ultimi anni, ossia le ultime pagine di questa entusiasmante Storia, non potuto raccogliere e raccontare altre imprese sportive di atleti sordi, poiché il passaggio alla Federazione Italiana Sport Disabili, avvenuta nel 1990, secondo il mio punto di vista si è creata un’incongruenza che danneggia tutta la storia dello Sport Silenzioso.

Era stato il mio grande amico e coetaneo Marzio Zanatta, morto improvvisamente nel marzo 2007, il quale fu già nel Direttivo ENS e poi Presidente FSSI e Capo-missione ai Giochi Mondiali dei Sordi, oggi Deaflympics, di Los Angeles 1985 e di Christchurch, Nuova Zelanda 1989, che aveva condotto per 10 anni, dal 1980 al 1990, le trattative orientate all’inevitabile passaggio dalla FSSI nel complessoFISD, ma ricordo che Zanatta era sempre stato un estimatore di Francesco Rubino e di sicuro non avrebbe sottovalutato quanto quello aveva lasciato per nostra eredità: “I sordomuti non gareggiano soltanto fra di loro, questo è bene ripeterlo. I campionati nazionali, disciplinati dalla Federazione Sport Silenziosi d’Italia, si svolgono una sola volta all’anno per ognuno degli sport programmati, e a essi possono partecipare, in generale, solo  gli atleti che in gare ufficiali di Federazioni del CONI abbiano superato i minimi di ammissione e le squadre che in precedenza abbiano preso parte ai campionati federali”.

Certo, i tempi sono mutati e ora ci sono le regole Paraolimpiche da rispettare, ma è anche assodato che l’International Comitè Sport for the Deaf, ICSD, di cui io stesso sono stato membro come Technical Delegate per 20 anni, ha comunque deliberato di restare autonomi, noi sportivi sordi, dalle Paralimpiadi degli altri disabili, quindi auspico che pure la Federazione Sport Sordi Italia sappia predisporre una bozza di specifico Regolamento per rimettere lo Sport Silenzioso al livello agonistico che ha sempre avuto e gli compete, e non è quello della disabilità fisica e delle Paralimpiadi.

Questo è il mio auspicio.
Marco Luè

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